Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Lo stress cronico genera aggregati di proteine ​​legate all'Alzheimer

Lo stress ha un ruolo nell'Alzheimer?

Episodi di stress ripetuti innescano la produzione e l'accumulo di aggregati insolubili di proteine tau all'interno delle cellule cerebrali di topi, dicono i ricercatori della School of Medicine della University of California in San Diego in un nuovo studio anticipato on-line il 26 marzo dai Proceedings of National Academy of Sciences.


Gli aggregati sono simili ai grovigli neurofibrillari o NFTS, strutture di proteine modificate che sono una delle caratteristiche fisiologiche dell'Alzheimer. L'autore principale Robert A. Rissman, PhD, assistente professore di neuroscienze, ha detto che i risultati potrebbero spiegare, almeno in parte, perché studi clinici hanno trovato un forte legame tra le persone soggette a stress e lo sviluppo dell'Alzheimer sporadico (AD), che rappresenta almeno il 95 per cento di tutti i casi di AD nell'uomo.

"Nei modelli di topo, abbiamo scoperto che ripetuti episodi di stress emotivo, dimostrato essere paragonabile a ciò che neli esseri umani si verifica nella vita ordinaria, hanno portato alla fosforilazione e alla solubilità alterata delle proteine tau nei neuroni", ha detto Rissman. "Questi eventi sono fondamentali per lo sviluppo della patologia NFT nell'Alzheimer".


L'effetto era più notevole nell'ippocampo, dice Rissman, una regione del cervello legata alla formazione, organizzazione e conservazione di ricordi. Nei pazienti con AD, l'ippocampo è in genere la prima regione del cervello colpita dalla patologia tau e quella più danneggiata, con rilevante morte cellulare e restringimento.

Non tutte le forme di stress sono ugualmente pericolose. In precedenti ricerche, Rissman e colleghi hanno riportato che lo stress acuto - un singolo momentaneo episodio - non si traduce in cambiamenti durevoli e debilitanti di lunga durata dell'accumulo di tau fosforilata. Le modifiche nella cellula indotte da stress acuto sono transitorie, ha detto, e nel complesso, probabilmente benefiche.


"Lo stress acuto può essere utile per la plasticità cerebrale e per contribuire a facilitare l'apprendimento. Lo stress cronico e l'attivazione continua di percorsi di stress possono portare a cambiamenti patologici nei circuiti dello stress. Potrebbe essere una cosa troppo buona".
Con l'invecchiamento, anche i circuiti neuronali delle persone lo fanno, ha detto, riducendo forse la robustezza e la capacità di compensare gli effetti dello stress. "L'età è il primo fattore di rischio conosciuto dell'Alzheimer. Può darsi che con l'età, i nostri neuroni non siano così plastici come lo erano una volta e alcuni soccombono".


I ricercatori hanno osservato che lo stress ha un impatto su due fondamentali recettori cruciali del fattore di rilascio della corticotropina, suggerendo un obiettivo per potenziali terapie. Rissman nota che esistono già i farmaci in test umani (per altre condizioni) che modulano l'attività di questi recettori. "Non si può eliminare lo stress. Abbiamo tutti bisogno di essere in grado di rispondere fino a un certo livello a stimoli stressanti. L'idea è quella di utilizzare una molecola antagonista per ridurre gli effetti dello stress sui neuroni. Il sistema dello stress può ancora rispondere, ma la risposta nel cervello e dell'ippocampo verrebbe attenuata in modo da non causare danni permanenti nocivi".

__________________________________ __________________________________

Co-autori del documento sono Michael A. Staup e Allyson Roe Lee del Dipartimento di Neuroscienze dell'UCSD; Nicholas J. Justice del Baylor College of Medicine; e Kenner C. Rice NIDA / NIH, Wylie Vale e Paul E. Sawchenko del The Salk Institute for Biological Studies. Gli autori dedicano questo lavoro al Dott. Wylie Vale, mentore e collega per molto tempo, i cui anni di lavoro pionieristico per decifrare e descrivere il sistema dello stress sono fondamentali per questo articolo. Vale è scomparso all'inizio di quest'anno all'età di 70 anni.

Il finanziamento per questa ricerca è venuto, in parte, dal National Institutes of Health, dall'Alzheimer Art Quilt Initiative, dall'Alzheimer's Association, dalla Foundation for Medical Research e dal Shiley-Marcos Alzheimer's Disease Research Center dell'Università della California di San Diego.

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Pubblicato in Alzheimer's Reading Room il 26 Marzo 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)