Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Essere bilingue può ritardare la demenza

Ellen BialystokDr. Ellen BialystokUn affascinante saggio pubblicato Giovedi nel numero di Aprile della rivista Trends in Cognitive Sciences suggerisce che essere bilingue può rallentare lo sviluppo di demenza fra gli anziani.

In una revisione delle ricerche sugli effetti cognitivi del comunicare in più di una lingua, gli psicologi guidati da Ellen Bialystok (foto) dell'Università di York a Toronto, hanno scoperto che mentre ilbeneficio per la salute del cervello del bilinguismo tra gli adulti è "silente", tra le persone anziane diventa più pronunciato.


Per esempio, uno studio sugli anziani con demenza ha scoperto che i bilingui hanno mostrato sintomi di demenza circa tre / quattro anni più tardi rispetto a quelli che comunicavano in una sola lingua: circa a 78,6 anni per i soggetti bilingui rispetto a 75,4 anni per le persone monolingui.


Un secondo studio su persone con Alzheimer, una forma di demenza, hanno mostrato risultati simili, dice il documento. E continua suggerendo che il cervello di persone che si destreggiano tra più di una lingua può essere conservato agile dall'attività costante di determinare quali parole, da quale lingua, utilizzare e altri comportamenti complessi associati alla scelta dei modelli di lettere e al dare loro un senso.


Ciò richiama la "funzione esecutiva" della mente, un sofisticato sistema di controlli che matura tardi nello sviluppo del cervello e che supporta tali attività come "pensiero di alto livello, multi-esecuzione, e attenzione sostenuta". L'esperienza ripetuta di commutare tra due lingue può anche contribuire alla "flessibilità del cervello" e può effettivamente alterare la struttura del cervello, note il documento. Tutta quella stimolazione mentale può contribuire a far si che le persone bilingue accumulino una maggiore "riserva cognitiva", una sorta di conto bancario delle abilità cerebrali che possono proteggere contro il declino cognitivo associato alla demenza.


Se siete come me, si sta considerando il prezzo dei kit Rosetta Stone su Amazon.com. Ahimè, gli autori spiegano che il loro lavoro prende in esame soprattutto le persone bilingue per tutta la vita - e non necessariamente per scelta, ma in virtù del loro essere nati in circostanze che richiedono loro di comunicare in più di una lingua. In un commento a latere intitolato "Come bilingue?" gli autori scrivono: "Se il bilinguismo protegge contro alcune forme di demenza, allora le persone di mezza età vorranno sapere se è troppo tardi imparare un'altra lingua, o se il loro francese da liceo conterà come riserva cognitiva. Una questione correlata riguarda l'età di acquisizione di una seconda lingua: prima è meglio? La risposta migliore al momento è che il complesso di vari parametri (l'età precoce di acquisizione, la fluidità complessiva, la frequenza di utilizzo, i livelli di alfabetizzazione e di accuratezza grammaticale) contribuiscono al vantaggio di essere bilingue, nessuno di questi singoli fattori è decisivo".


Sei bilingue? Senti che l'essere bilingue dà al tuo cervello un buon allenamento?

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Pubblicato da Jennifer LaRue Huget in TheWashingtonPost il 29 Marzo 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.