Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricercatori sviluppano nuovi anticorpi per diagnosticare e trattare l'Alzheimer

In circostanze normali, la proteina tau partecipa attivamente alla memoria e al funzionamento normale del cervello.

Ma, come sta diventando sempre più evidente, nell'Alzheimer e altre neurodegenerazioni, la tau non solo cessa di svolgere un ruolo produttivo per la salute del cervello, ma in realtà subisce una trasformazione Dr Jekyll / Mr Hyde diventando un furfante deforme che distrugge le cellule cerebrali.


Ora un gruppo di scienziati del Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC) ha sviluppato una nuova tecnologia di anticorpi che fornisce la prima distinzione netta tra le due isoforme della tau (una sana e una che causa malattie) e dimostra che solo l'isoforma che causa la malattia si trova nel neuroni dei malati di Alzheimer ed appare in una fase molto precoce della malattia. Descritti nel numero del 30 marzo 2012 della rivista Cell, i risultati sollevano la possibilità intrigante dello sviluppo di anticorpi e vaccini, che puntano solo all'isoforma tau che causa la malattia, da utilizzare per diagnosticare, curare e potenzialmente anche prevenire l'Alzheimer prima della comparsa dei sintomi debilitanti.


"Poichè l'Alzheimer richiede almeno un decennio per svilupparsi, la grande sfida per arrestare la perdita di memoria è quella di individuare il periodo iniziale quando la proteina tau si trasforma da 'bravo ragazzo' a 'cattivo ragazzo' ", spiega il co-autore senior Kun Ping Lu, MD, PhD, ricercatore della Divisione di Ematologia / Oncologia al BIDMC e Professore di Medicina alla Harvard Medical School (HMS). "Sviluppando un approccio innovativo alla produzione di anticorpi, abbiamo scoperto una nuova strategia per rimuovere specificamente la tau origine della malatti, pur lasciando intatta la tau sana per svolgere i suoi compiti importanti".


Come forma più comune di demenza negli anziani, l'Alzheimer interessa attualmente 5,4 milioni di americani e 30 milioni di persone in tutto il mondo. Con l'invecchiamento della generazione dei baby-boom e con l'aspettativa di vita che continua a crescere, questi numeri dovrebbero aumentare drammaticamente fino a interessere nel 2050 un numero stimato di 120 milioni di persone in tutto il mondo, a un costo di più di 1.000 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti. Attualmente non esiste un trattamento efficace per la malattia.


Nel cervello sano, la tau serve a assemblare e supportare i microtubuli, i "sistemi di ponteggio" che danno ai neuroni la loro forma unica. Nell'ambito di questa funzione normale, la tau aggiunge e rimuove regolarmente i fosfati, che esistono in una delle due forme diverse, o isoforme: quella nota come trans è in una forma rilassata, mentre quella nota come cis è in una forma ritorta. Gli scienziati sanno che la fosforilazione anormale della proteina tau è implicata nell'Alzheimer e che un enzima chiamato Pin 1 (isomerasi prolil), originariamente scoperto nel 1995 da Lu insieme a Tony Hunter, PhD, del Salk Institute for Biological Studies, protegge l'insorgenza dell'Alzheimer in vari sistemi di modello sperimentali.


In questo nuovo lavoro, Lu e il co-autore senior Zhou Xiao Zhen, MD, ricercatore della Divisione di Ematologia / Oncologia al BIDMC e Professore di Medicina alla HMS, hanno ipotizzato che quando la tau è fosforilata durante il normale processo di invecchiamento, è nella forma cis contorta e che, nei soggetti sani, l'enzima Pin1 ripiega il fosfato di nuovo nella isoforma rilassata trans. Essi hanno inoltre ipotizzato che quando il Pin1 è minore o assente, è interrotto il processo di srotolamento, così che la tau rimane nella forma contorta cis, con conseguente sviluppo dei sintomi di Alzheimer.


Tuttavia, per verificare questa ipotesi, gli scienziati hanno prima dovuto sviluppare uno strumento che può visualizzare e distinguere specificamente i contorni delle due isoforme distinte. "Abbiamo sviluppato un gruppo di piccoli frammenti proteici che imitano le forme contorte e rilassate della tau, come antigeni al fine di generare anticorpi", spiega Lu. Questo riconoscimento uno-ad-uno è simile a una serratura e alla sua chiave, consentendo ai ricercatori di individuare chiaramente e identificare le due distinte isoforme del fosfato.


Armati di questo nuovo strumento, gli scienziati hanno proceduto a studiare campioni di tessuto di cervello umano normale e di cervello dei pazienti di Alzheimer nelle varie fasi della malattia. Hanno scoperto che, anche se nessuna isoforma viene rilevata nel normale tessuto cerebrale sano, la tau ritorta cis può essere vista negli esseri umani con demenza precoce, nota anche come MCI, deterioramento cognitivo lieve. Hanno inoltre osservato che, come la demenza precoce progredisce fino all'Alzheimer, la tau cis contorta si accumula solo nei neuroni malati nelle sedi note per influenzare la memoria e, invece, l'isoforma di tau rilassata trans non appare.


Successivamente, il team di Lu e Zhou ha effettuato una serie di esperimenti per determinare perché queste due diverse isoforme manifestano queste funzioni distinte. "I nostri risultati hanno dimostrato con coerenza che la tau rilassata trans è in grado di assemblare i microtubuli ed è resistente alla formazione di grovigli, proprio come una tau nativa senza alcun fosfato addizionale", spiega Lu. Al contrario, la situazione con l'isoforma tau contorta cis era esattamente l'opposto, provocando perdita della capacità della proteina di assemblare i microtubuli e lasciandola incline a sviluppare grovigli e nodi. Infine, in una serie di esperimenti in provetta e in modelli cellulari e animali, gli autori hanno dimostrato che aumentando i livelli di Pin1 si potrebbe impedire la patologia tau, mentre riducendo i livelli di Pin1 ha portato a nodi e grovigli della tau.


"Ping Lu e i suoi colleghi hanno sviluppato una strategia molto intelligente per generare anticorpi specifici contro le due diverse isoforme di tau fosforilata", dice Tony Hunter, PhD, del Salk Institute. "La loro scoperta che solo una delle due isoforme di tau è prevalente nel tessuto dell'Alzheimer è un importante progresso e suggerisce che questi nuovi anticorpi potrebbero essere ulteriormente sviluppati per diventare una terapia". Inoltre, aggiunge, la possibilità di analizzare il liquido cerebrospinale con questi nuovi anticorpi promette di diagnosticare l'insorgenza dell'Alzheimer e predirne la gravità. "Una strategia di immunizzazione, che colpisce solo che la tau contorta che origina la malattia, potrebbe consentire la diagnosi e il trattamento della perdita di memoria in una fase precoce, quando le terapie hanno più probabilità di essere efficaci", aggiunge Lu, paragonando la situazione a quella dell'ipertensione. "La diagnosi precoce dell'ipertensione può portare a un trattamento efficace per prevenire le complicanze", osserva. "Ma se la pressione alta non viene diagnosticata, può tradursi in un ictus, un punto in cui il trattamento è limitato ed estremamente costoso. Allo stesso modo, la diagnosi precoce dei malati di Alzheimer, prima della comparsa della grave perdita di memoria, é in grado di offrire ai medici molte più possibilità di arrestare o anche prevenire questa malattia costosa e devastante".

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Beth Israel Deaconess Medical Center


Pubblicato
in MedicalXpress il 29 Marzo 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)