Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Operazioni sulle prime forme di vita portano a nuove terapie

I batteri sono un terreno noto agli scienziati e l'evoluzione di queste prime forme di vita prefigurano una prospettiva importante sulle potenziali terapie per alcune delle più comuni malattie mortali.

Ricercatori della Case Western Reserve University School of Medicine hanno scoperto che l'ossido nitrico gassoso (NO), prodotto in tutte le cellule del corpo umano per fini naturali, ha un ruolo fondamentale nel controllo della funzione regolamentare batterica, attraverso un meccanismo di segnalazione chiamato S -nitrosilazione (SNO), che lega il NO alle molecole proteiche.


Secondo la teoria tradizionale del brodo
primordiale, le prime forme di vita, compresi i
batteri, utilizzano nitrati (il concime) come fonte
di energia. Il sottoprodotto (NO), ritenuto senza
un ruolo significativo, si rivela ora importante per
la funzione batterica, come è nell'uomo. Questa
scoperta suggerisce che, per miliardi di anni, il NO
ha servito come meccanismo di segnalazione
fondamentale, e importanti funzioni correlate
sono state conservate nell'evoluzione dai batteri
all'uomo. (Credit: Copyright Michele Hogan)

Inoltre, i ricercatori hanno scoperto un nuovo gruppo di 150 geni che regolano la produzione dell' SNO e lo smembramento di questi geni ha creato dei danni cellulari batterici simili al danno cellulare visto in molte comuni malattie umane. Complessivamente questi dati puntano a nuove classi di antibiotici e a diversi nuovi trattamenti per le malattie. I risultati, che appaiono nel numero del 27 aprile della rivista Science, sono significativi in quanto stabiliscono un parallelo tra il modo in cui si comportano i batteri e le cellule umane, e gettano nuova luce su come possono essere trattate le malattie che comportano lo stesso meccanismo presente nei batteri.


Secondo la tradizionale teoria del brodo primordiale, le prime forme di vita (compresi i batteri) utilizzano nitrati (il concime) come fonte di energia. Il sottoprodotto, l'NO, ritenuto senza alcun ruolo significativo, viene ora rivelato essere importante per la funzione batterica, come è nell'uomo. Questa scoperta suggerisce che per miliardi di anni, il NO ha servito come un meccanismo di segnalazione fondamentale; e importanti funzioni correlate sono state conservate nell'evoluzione dei batteri fino all'uomo.


"Il meccanismo, di cui era nota l'esistenza nelle cellule umane, ma non si pensava si verificasse nei batteri, controlla la funzione cellulare e funziona in modo molto ampio"
, dice Jonathan Stamler, MD, direttore dell'Istituto di Medicina Molecolare e Trasformativa e docente S. Robert e Sylvia K. Reitman Family Foundation in Innovazione Cardiovascolare alla Scuola di Medicina della Case Western Reserve e del Case Medical Center dell'Ospedale dell'Università e direttore dell'Harrington Discovery Institute dell' University Hospitals Case Medical Center. "Poiché il meccanismo del SNO può non funzionare correttamente nei modi caratteristici di molte malattie, ciò che impariamo da questa ricerca è immediatamente applicabile per lo sviluppo di nuovi antibiotici e promette nuove intuizioni e trattamenti per le malattie comuni, tra cui l'Alzheimer, il Parkinson, le malattie cardiache e il cancro. Non succede spesso che i ricercatori abbiano una ampia visione di un processo di fondamentale importanza per più funzioni cellulari".


Negli esseri umani, l'elaborazione difettosa dell'NO contribuisce a molte malattie, compreso il cancro, il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, l'insufficienza cardiaca, e l'asma. La SNO si accumula poi sulle proteine creando firme specifiche della malattia. Allo stesso modo che nei batteri, i ricercatori hanno scoperto che l'assenza di alcuni geni del gruppo appena scoperto ha contribuito ad un accumulo di SNO sulle proteine cellulari. Conoscere per la prima volta quali geni sono criticamente in relazione all'accumulo di SNO fa ricavare informazioni preziose su questi processi patologici. Inoltre, l'attivazione o la disattivazione dei geni è una nuova opportunità per contrastare la malattia. "Il sistema che abbiamo oggi per controllare la funzione delle cellule umane nel cuore e nel cervello si è evoluto un miliardo di anni fa per funzionare nei batteri. Quindi un processo che opera nei batteri è anche la causa di molte malattie. Questo offre l'opportunità evidente di creare nuovi antibiotici ma anche speranza terapeutica per diverse malattie".


Il meccanismo alla base della ricerca è la S-nitrosilazione (SNO), un processo cellulare per cui una molecola basata sull'ossido nitrico si lega con una proteina per attivare la segnalazione cellulare e accendere l'attività specifica o  generale della cellula. La malattia può insorgere nel caso in cui le modifiche a tali proteine vadano storte, formando troppi o troppo pochi legami di NO. Capire il legame dell' SNO nei batteri fornisce una base per lo sviluppo di nuovi farmaci per disattivare gli erranti vincoli proteici che possono contribuire alla malattia, dice il dottor Stamler. Inoltre, i farmaci che distruggono l'SNO che controlla le proteine rappresentano potenziali nuovi antibiotici.


[Leggi resto qui, in inglese ...]

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Materiale della Case Western Reserve University, via Newswise.

Riferimento: D. Seth, A. Hausladen, Y.-J. D. Seth, A. Hausladen, Y.-J. Wang, JS Stamler. Endogenous Protein S-Nitrosylation in E. coli: Regulation by OxyR. Science, 2012; 336 (6080): 470 DOI: 10.1126/science.1215643.

Pubblicato
in ScienceDaily il 26 Aprile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.