Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Demenza: Autoanticorpi danneggiano i vasi sanguigni nel cervello

La presenza di anticorpi specifici del sistema immunitario è associata al danno dei vasi sanguigni nel cervello.

Questa scoperta è stata fatta da Marion Bimmler, un ingegnere di diagnostica medica di laboratorio al Max Delbrück Center for Molecular Medicine (MDC) di Berlin-Buch e dal Dr. Peter Karczewski della società biotech ERDE-AAK-Diagnostik GmbH in studi su un modello di topo.


Vasi sanguigni nel cervello. Gli anticorpi
danneggiano i vasi sanguigni cerebrali dei ratti (vedi
freccia nell'immagine B). Otto mesi dopo che ai
ratti è stato somministrato un anticorpo contro una
proteina di superficie (recettore adrenergico alfa1)
nelle cellule vascolari, i vasi sanguigni sono
difficilmente riconoscibili, perché il flusso di sangue
è stato interrotto. L'immagine A mostra i vasi
sanguigni (bianco) nel cervello di animali sani senza
anticorpi. Questi risultati sono importanti per la
comprensione della patogenesi e nella progressione
dell'Alzheimer e la demenza vascolare. (Credit: MR
Angiography/Copyright: MDC)


I risultati dei ricercatori suggeriscono che i meccanismi autoimmuni svolgono un ruolo significativo nella patogenesi e nella progressione dell'Alzheimer e della demenza vascolare. Gli anticorpi sono le molecole del sistema immunitario che difendono l'organismo dagli invasori stranieri. Se gli anticorpi cessano di distinguere tra "straniero" e "interno", attaccano le cellule del proprio corpo, e sono così denominate autoanticorpi. Questi possono innescare le malattie autoimmuni.


Usando l'angiografia MR e altri metodi, Marion Bimmler e i suoi colleghi hanno dimostrato che gli autoanticorpi si legano a specifiche proteine di superficie (recettoriadrenergici alfa1) delle cellule vascolari e quindi danneggiano i vasi sanguigni del cervello. Il motivo: gli autoanticorpi generano una continua stimolazione del recettore e al tempo stesso innescano un aumento dei livelli intracellulari di ioni di calcio. Come risultato,le pareti del vaso sanguigno si ingrossano, e il flusso di sangue al cervello è disturbato.

 

Primi risultati incoraggianti dopo la rimozione di autoanticorpi mediante immunoassorbimento

In studi precedenti, Marion Bimmler e il suo team di ricerca hanno esaminato campioni di sangue di pazienti con Alzheimer o demenza vascolare e hanno dimostrato che la metà di loro avevano autoanticorpi comparabili.


Un primo trial clinico con la Charité - Universitätsmedizin Berlino è attualmente in corso con un collettivo di pazienti con Alzheimer o demenza vascolare. I pazienti sono stati divisi in due gruppi: un piccolo gruppo al quale gli autoanticorpi sono stati rimossi dal sangue mediante immunoassorbimento e un gruppo di controllo che non ha ricevuto questo trattamento. Fino ad ora, su un periodo di osservazione di 6 mesi e successivamente per altri 12, il gruppo di pazienti che era stato sottoposto ad immunoassorbimento ha migliorato le prestazioni di memoria e la loro capacità di far fronte alla vita quotidiana.


Al contrario, la condizione dei pazienti che non hanno ricevuto il trattamento immunoassorbitivo e hanno continuato ad avere autoanticorpi nel sangue è notevolmente peggiorata. Ora i ricercatori stanno pianificando ulteriori studi clinici con un numero maggiore di pazienti.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale del Helmholtz Association of German Research Centres.

R
iferimento:Peter Karczewski, Andreas Pohlmann, Babette Wagenhaus, Natali Wisbrun, Petra Hempel, Bernd Lemke, Rudolf Kunze, Thoralf Niendorf, Marion Bimmler. Antibodies to the α1-Adrenergic Receptor Cause Vascular Impairments in Rat Brain as Demonstrated by Magnetic Resonance Angiography. PLoS ONE, 2012; 7 (7): e41602 DOI: 10.1371/journal.pone.0041602.

Pubblicato in ScienceDaily il 31 Luglio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.