Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alzheimer e disfunzioni circadiane: uovo o gallina?

Una coppia di studi appena pubblicati su Alzheimer's Research & Therapy affrontano il problema della relazione tra il disturbo nei ritmi circadiani, i ritmi sonno-sveglia, e l'insorgenza di demenza.

Il problema è chi viene prima, come nel caso dell'uovo e della gallina.

Studio 1 a favore, di Tracy A Bedrosian e Randy J Nelson

L'Alzheimer (AD) è una malattia neurodegenerativa che rappresenta la maggior parte dei casi di demenza. Oltre al progressivo declino cognitivo, la disfunzione circadiana è una caratteristica importante dell'AD.

Il deterioramento circadiano è tradizionalmente considerato come un sintomo a valle dell'AD, ma prove recenti suggeriscono che una disregolazione circadiana può agire per inasprire la patologia di AD. Un collegamento reciproco tra il sonno, i ritmi circadiani, e la deposizione di amiloide è sospettata da molto tempo, e dati provenienti da studi umani e animali supportano questa ipotesi.

Il ciclo sonno-veglia regola i livelli beta-amiloidi (Aβ) sia nei topi che nell'uomo. La privazione del sonno aumenta i livelli di Aβ nel topo, e l'apnea del sonno e l'insonnia possono essere correlate all'AD negli esseri umani. Inoltre la melatonina, il principale prodotto ormonale del sistema circadiano, è sregolata nell'AD, e questo può essere importante poiché la melatonina protegge le cellule esposte a Aβ tossica.

Evidenze iniziali supportano un legame reciproco tra sonno, ritmicità circadiana, e AD. Sono necessarie altre analisi per replicare questi studi e determinare la misura in cui il sistema circadiano contribuisce alla patogenesi di AD.

 

 

Studio 2, contrario: di Abhay Moghekar e Richard J O'Brien

Si ritiene che lo sviluppo dell'Alzheimer ad esordio tardivo sia influenzato da fattori genetici, socio-economici, e dallo stile di vita. Recentemente, ricerca convergenti con studi su animali e umani, hanno trovato che i livelli di beta-amiloide (Aβ) nel liquido cerebrospinale siano modulati dai cicli sonno-veglia.

Questo solleva la possibilità che la perdita cronica di sonno causi l'accumulo cerebrale di amiloide nel tempo e porti allo sviluppo dell'Alzheimer. L'osservazione che il ritmo circadiano modula i livelli di Aβ non è ancora stato replicato da altri gruppi, e possibili spiegazioni per questo fatto derivano dalla selezione dei soggetti e dalle metodologie usate dallo studio.

Anche se la soppressione acuta del sonno può aumentare i livelli di Aβ, non si sa se anche la perdita cronica di sonno ha lo stesso effetto. È possibile che i ritmi circadiani alterati siano una manifestazione di una rete di sonno interrotto a causa della malattia preclinica, come è stato osservato in altre malattie neurodegenerative.

Si devono replicare in grandi coorti i risultati che la variazione circadiana dei livelli di Aβ nel liquido cerebrospinale sia un risultato diretto dei cicli sonno-veglia e che l'alterazione dei ritmi normali aumenti il rischio di accumulo di amiloide cerebrale. Sono necessari studi prospettici per decifrare se la disfunzione del ritmo circadiano è una causa, o il risultato dell'accumulo di amiloide.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 

***********************
Fonte: Alzheimer's Research &Therapy 2012, 4:26

Riferimenti:
1. Tracy A Bedrosian and Randy J Nelson. Pro: Alzheimer's disease and circadian dysfunction: chicken or egg? Alzheimer's Research & Therapy 2012, 4:25 (13 August 2012) doi:10.1186/alzrt128
2. Abhay Moghekar, Richard J O'Brien. Con: Alzheimer's disease and circadian dysfunction: chicken or egg? Alzheimer's Research & Therapy 2012, 4:26 (13 August 2012) doi:10.1186/alzrt129

Pubblicato in BiomedCentral il 13 Agosto 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari. - Schema ritmi circadiani da Wikipedia

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.