Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Definito modello più convincente della patologia Tau

Le malattie del cervello associate alla proteina tau malformata, tra cui l'Alzheimer e la degenerazione lobare frontotemporale con patologie tau, sono caratterizzate da grovigli neurofibrillari (NFT) composti da filamenti tau patologici.

I grovigli di tau si trovano anche nella paralisi sopranucleare progressiva, nella degenerazione corticale basale e in altre taupatie correlate, inclusa l'encefalopatia cronica traumatica causata da ripetute lesioni cerebrali traumatiche subite nello sport o sul campo di battaglia.


Neuroni pieni di grovigli (frecce) nella regione
mediale dell'ippocampo un mese dopo l'iniezione di
fibrille tau sintetiche nell'ippocampo. Scala=50 um.
(Credit: Michiyo Iba, Ph.D., Perelman School of
Medicine, University of Pennsylvania)


Usando fibrille sintetiche a base di proteina pura ricombinante, ricercatori della University of Pennsylvania (Penn) forniscono la prima prova diretta e convincente che le fibrille tau da sole sono del tutto sufficienti a recuperare e convertire la tau solubile all'interno delle cellule in ciuffi patologici nei neuroni, con conseguente trasmissione della patologia tau ad altre regioni del cervello interconnesse, a partire da un singolo sito di iniezione in un modello animale di malattia tau del cervello.


I risultati del loro studio sono pubblicati questa settimana sul Journal of Neuroscience dal laboratorio dell'autore senior Virginia M.-Y. Lee, Ph.D., MBA, direttrice del Centro di Ricerca sulle Malattie Neurodegenerative e professore di Patologia e Medicina di Laboratorio alla Scuola di Medicina Perelman dell'Università della Pennsylvania. "Il nostro nuovo modello di diffusione della patologia tau fornisce la spiegazione per giustificare la progressione stereotipata dell'Alzheimer e di altre taupatie correlate, implicando in questo processo la trasmissione da cellula a cellula della tau patologica", dice la Lee.


Sono state iniettate fibrille tau sintetiche preformate in topi giovani che sovraesprimevano tau mutante umana. Queste fibrille sono state assemblate da tau ricombinante di piena-lunghezza o da tau troncata contenente quattro ripetizioni che vincolano i microtubuli. Le fibrille sintetiche tau hanno indotto rapidamente inclusioni di tipo NFT nel cervello dei topi. Queste inclusioni si sono poi propagate dai siti di iniezione alle regioni del cervello collegate in relazione alla dose e al tempo.


È interessante notare che l'iniezione delle fibrille tau sintetiche nell'ippocampo o nello striato e corteccia ha indotto modelli distinti di diffusione, riflettendo la loro connettività funzionale. La spiegazione più semplice di tale fenomeno è che la tau patologica iniettata viene assorbita dai processi dei neuroni normali, dove poi corrompe la tau in queste cellule nervose; segue il trasporto della tau corrotta lungo processi dove viene rilasciata, e presa da altri neuroni. Quindi il ciclo si ripete più e più volte, alimentando così la progressione della malattia, dicono i ricercatori.


Quello che conta di più è che, a differenza della patologia tau che si sviluppa spontaneamente nei vecchi topi di Alzheimer, le inclusioni indotte dalle iniezioni di tau sintetica nei topi giovani assomigliano di più all'accumulo fisico e biochimico dei grovigli di Alzheimer. Lo studio dimostra che le fibrille di tau sintetica sono da sole in grado di indurre grumi di tau autentici di tipo NFT, e di avviare la diffusione della patologia tau nel modello di topo di Alzheimer.


Il team sta ora conducendo studi finalizzati ad individuare gli anticorpi monoclonali per immunoterapie passive relative a patologie tau. "Stiamo anche esplorando i meccanismi di diffusione e il rapporto dei grovigli tau con le placche senili", dice la Lee. "Crediamo che questo modello di trasmissione appena descritto può ricapitolare con più fedeltà la patogenesi umana di Alzheimer, rispetto ai modelli convenzionali di topi transgenici sovraesprimenti geni mutanti, che sviluppano gli aggregati. Un'altra priorità è esplorare se questo modello iniezione-trasmissione è più appropriato per la progressione dell'Alzheimer, così come il Parkinson".


Co-autori sono Michiyo Iba, Jing L. Guo, Jennifer D. McBride, Bin Zhang, e John Q. Trojanowski, tutti della Penn. Questo lavoro è stato finanziato dal National Institutes of Aging (AG17586), dal Marian S. Ware Alzheimer Program, dal Karen Cohen Segal e Christopher S. Segal Alzheimer Drug Discovery Initiative Fund; dal Paula C. Schmerler Fund for Alzheimer's Research; dal Barrist Neurodegenerative Disease Research Fund; dall'Eleanor Margaret Kurtz Endowed Fund; e dal Mary Rasmus Endowed Fund for Alzheimer's Research.

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della University of Pennsylvania School of Medicine.

Pubblicato in ScienceDaily il 15 Gennaio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.