Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricercatori trovano legame tra personalità ed energia

Le persone con un profilo di personalità più resiliente [reattiva, flessibile] hanno maggiori probabilità di avere livelli maggiori di energia.

Questa è una delle conclusioni da un progetto di quattro anni di ricerca guidato da Antonio Terracciano, professore associato di geriatria al College of Medicine della Florida State University. I risultati sono pubblicati su PLoS ONE, rivista peer-reviewed [a revisione dei pari] e ad accesso libero.


Con il finanziamento del National Institute on Aging (NIA), Antonio Terracciano, Angelina Sutin, assistente professore del College of Medicine al NIA e i colleghi, hanno studiato la relazione tra la personalità, il tasso metabolico e la capacità aerobica.


Studi precedenti hanno dimostrato che i tratti della personalità e la forma cardiorespiratoria degli anziani sono indicatori attendibili di salute e di longevità. Ma Terracciano voleva saperne di più sul legame tra le caratteristiche psicologiche e la condizione cardiorespiratoria. Potrebbe essere che alcuni tratti della personalità sono in grado di prevedere l'entità della forma cardiorespiratoria di una persona? O, per fare un passo ulteriore, alcuni tratti della personalità sono più desiderabili di altri per condurre una vita più lunga e più sana?


"Abbiamo testato l'assunzioni implicita che gli individui con certe disposizioni alla personalità hanno diversi profili metabolici ed energetici", scrive Terracciano. "Per esempio, quelli che sono sicuri di sé e coraggiosi impiegano più energia? Quelli depressi o emotivamente vulnerabili hanno una capacità aerobica [o massimo consumo di ossigeno] inferiore e meno energia? E le persone consapevoli, con uno stile di vita attivo e sano, hanno più energia?". La risposta, a tutte le domande, sembra essere sì. I risultati indicano che il tasso base di metabolismo di una persona è in gran parte slegato dai suoi tratti di personalità. Tuttavia, un profilo di personalità resiliente fa la differenza quando si tratta di capacità aerobica o di massimo dispendio energetico sostenibile.


Lo studio ha coinvolto 642 partecipanti tra 31 e 96 anni di età, tutti partecipanti al Baltimore Longitudinal Study of Aging, uno studio continuo multidisciplinare del NIA. Terracciano e il suo team hanno valutato i tratti della personalità per ottenere indici di nevrosi, estroversione, apertura, giovialità e consapevolezza. Punteggi più bassi sulla nevrosi e superiori sulle altre quattro dimensioni sono ritenuti propri di un profilo di personalità più resiliente.


I soggetti sono stati sottoposti a test per misurare il loro dispendio energetico a riposo e camminando a velocità normale e massima sostenuta. Quelli individuati come più nevrotici hanno completato l'attività di cammino in un tempo più lungo e hanno una capacità aerobica più bassa. Al contrario, coloro che hanno un punteggio inferiore di nevrosi e superiore per consapevolezza, estroversione o apertura, hanno una migliore capacità aerobica e hanno avuto richiesto meno energia per completare la stessa distanza. "Quelli con un profilo di personalità più resiliente non solo sono più veloci e con maggiore capacità aerobica, ma sono anche più efficienti nell'uso di energie mentre camminano", ha detto Terracciano. "Cioè, potrebbero andare più veloci usando una quantità di energia relativamente minore".


"Delle cinque aree della personalità, non abbiamo trovato alcuna associazione con la simpatia", ha detto Terracciano. "Questo ci sorprende un po', dato che gli individui antagonisti potrebbero impegnarsi in comportamenti a rischio per la salute, come il fumo, e tendono ad avere arterie più spesse e hanno un rischio maggiore di malattie cardiovascolari".


I risultati possono indicare che la capacità aerobica è un meccanismo attraverso il quale i nostri tratti della personalità contribuiscono a migliorare la salute e la longevità. Inoltre, la maggiore capacità aerobica di un individuo può essere un fattore nel modellare la sua personalità, specialmente quando si tratta di comportamenti che richiedono un maggiore livello di energia, come l'estroversione. Inoltre, i risultati suggeriscono possibili percorsi attraverso i quali la nostra personalità si lega agli esiti di salute, come l'obesità e la longevità.


Terracciano ha detto che i risultati mettono in luce i legami tra i tratti della personalità e la forma cardiorespiratoria degli anziani. "Entrambi sono predittori potenti di disabilità e mortalità", ha detto. "Credo che questo studio ci informi sul ruolo dei tratti psicologici dello stile di vita che sono associati a un invecchiamento ben riuscito".

 

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.
The original English version EnFlag
of this article is here.

 

 

 

 


Fonte: Materiale della Florida State University, via Newswise.

Riferimento:
Antonio Terracciano, Jennifer A. Schrack, Angelina R. Sutin, Wayne Chan, Eleanor M. Simonsick, Luigi Ferrucci. Personality, Metabolic Rate and Aerobic Capacity. PLoS ONE, 2013; 8 (1): e54746 DOI: 10.1371/journal.pone.0054746.

Pubblicato in Science Daily il 14 Febbraio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



 

Notizie da non perdere

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.