Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cellule del cervello umano sviluppate in laboratorio crescono nei topi

 

Ricercatori della University of California di San Francisco hanno scoperto che un tipo cruciale di cellule del cervello umano, sviluppate in laboratorio, cresce senza soluzione di continuità una volta trapiantate nel cervello di topi.

La speranza è che queste cellule potrebbero un giorno essere usate per il trattamento di persone con malattia di Parkinson, epilessia, e possibilmente anche di Alzheimer, come pure di complicazioni da lesioni del midollo spinale, come il dolore cronico e la spasticità.


"Pensiamo che questo tipo di cellule può essere utile nel trattamento di diversi tipi di disturbi neurodegenerativi e dello sviluppo neurologico, in modo mirato", scrive Arnold Kriegstein, MD, PhD, direttore dell'Eli and Edythe Broad Center of Regeneration Medicine and Stem Cell Research dell'UCSF e co-autore principale dello studio.


I ricercatori hanno generato e trapiantato un tipo di cellule nervose umane progenitrici chiamate cellule eminenza gangliare mediali (MGE), in esperimenti descritti nell'edizione del 2 Maggio 2013 di Cell Stem Cell. Lo sviluppo di queste cellule umani MGE all'interno del cervello di topo imita ciò che avviene nello sviluppo umano, hanno detto.


Kriegstein vede le cellule MGE come un potenziale trattamento per migliorare i circuiti nervosi di controllo che diventano iperattivi in alcuni disturbi neurologici. A differenza di altre cellule staminali neurali che possono formare molti tipi di cellule (e che di conseguenza possono essere potenzialmente meno controllabili) la maggior parte delle cellule MGE si limitano a produrre un tipo di cellule chiamate interneuroni. Gli interneuroni si integrano nel cervello e forniscono una inibizione controllata per bilanciare l'attività dei circuiti nervosi.


Per generare cellule MGE in laboratorio, i ricercatori hanno gestito in modo attendibile la differenziazione delle cellule staminali umane pluripotenti: cellule staminali di embrioni umani o cellule staminali pluripotenti indotte derivate da pelle umana. Questi due tipi di cellule staminali hanno un potenziale virtualmente illimitato per diventare qualsiasi tipo di cellula umana. Quando sono state trapiantate in un ceppo di topi che non rigetta i tessuti umani, le cellule umani di tipo MGE sono sopravvissute all'interno del prosencefalo del roditore, si sono integrate nel cervello, formando connessioni con le cellule nervose dei roditori, e sono maturate in sottotipi specializzati di interneuroni.


Questi risultati possono servire come modello per studiare le malattie umane con interneuroni maturi malfunzionanti, secondo Kriegstein. I metodi dei ricercatori possono anche essere utilizzati per generare un gran numero di cellule MGE umane in quantità sufficiente per lanciare potenziali futuri studi clinici, ha detto.


Con Kriegstein hanno collaborato Arturo Alvarez-Buylla, PhD, professore UCSF di chirurgia neurologica; John Rubenstein, MD, PhD, professore UCSF di psichiatria e gli studiosi post-dottorato dell'UCSF Cory Nicholas, PhD, e Jiadong Chen, PhD. Nicholas ha utilizzato dei fattori chiave di crescita e altre molecole per gestire la derivazione e la maturazione degli interneuroni da cellule umane di tipo MGE. Egli ha temporizzato la consegna di questi fattori per modellare il loro percorso di sviluppo e ha confermato la loro progressione lungo questo percorso. Chen ha usato misurazioni elettriche per studiare attentamente le proprietà fisiologiche e di accensione degli interneuroni, così come la formazione di sinapsi tra i neuroni.


[...]

 

 

 

 

 


Fonte: University of California, San Francisco (UCSF), via Newswise.

Riferimento: Cory R. Nicholas, Jiadong Chen, Yunshuo Tang, Derek G. Southwell, Nadine Chalmers, Daniel Vogt, Christine M. Arnold, Ying-Jiun J. Chen, Edouard G. Stanley, Andrew G. Elefanty, Yoshiki Sasai, Arturo Alvarez-Buylla, John LR Rubenstein, Arnold R. Kriegstein. Functional Maturation of hPSC-Derived Forebrain Interneurons Requires an Extended Timeline and Mimics Human Neural Development. Cell Stem Cell, 2013; 12 (5): 573 DOI: 10.1016/j.stem.2013.04.005.

Pubblicato in Science Daily il 3 Maggio 2013 (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

Notizie da non perdere

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)