Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nel cervello rimane dall'infanzia la capacità di effettuare nuove connessioni

Negli adulti, alcune aree cerebrali mantengono la capacità “infantile” di stabilire nuove connessioni, contribuendo potenzialmente alla nostra capacità di apprendere nuove competenze e formare nuovi ricordi quando invecchiamo, secondo una nuova ricerca dalla Washington University School of Medicine di St. Louis e dell’Allen Institute for Brain Science di Seattle.


Gli scienziati sono arrivati a questo risultato confrontando i livelli di attività genica nelle diverse regioni del cervello. Essi hanno identificato le regioni del cervello adulto dove hanno maggiori livelli di attività i geni legati alla costruzione di nuove connessioni tra le cellule. Gli stessi geni sono molto attivi anche nel cervello giovane, per cui i ricercatori hanno chiamato «infantile» questo modello di attività genica.


“Sapevamo già che il cervello umano adulto ha in generale una maggiore attività in questi geni, rispetto ad altre specie strettamente correlate, compresi scimpanzé e scimmie”, ha detto il primo autore Manu S. Goyal, MD, docente di neuroradiologia alla Washington University. “I nostri nuovi risultati collegano questa attività ad una forma di produzione di energia conosciuta per la sua utilità nella costruzione di strutture biologiche, come le nuove ramificazioni delle cellule nervose necessarie per aggiungere connessioni nel cervello”. Gli scienziati ritengono che i nuovi collegamenti tra le cellule del cervello aiutino a codificare nuovi ricordi e competenze per molto tempo dopo che il cervello smette di crescere. Lo studio è comparso il 7 gennaio su Cell Metabolism.


Diversi anni fa, l'autore senior Marcus Raichle, MD, professore di radiologia, psicologia, neurologia, neurobiologia e ingegneria biomedica, stava indagando il consumo vorace nel cervello di zucchero e ossigeno per produrre energia e per attivare altre funzioni, quando si accorse che alcune aree del cervello consumano lo zucchero a tassi eccezionalmente elevati. Lui ed i suoi colleghi hanno successivamente dimostrato che questo dipendeva dall'impegno intenso di queste regioni in un processo di produzione di energia alternativa chiamato «glicolisi aerobica».


“La glicolisi aerobica sembra essere la forma di consumo di zucchero favorita delle cellule tumorali e di altre cellule in rapida crescita”, ha detto Goyal. “Questo ci ha indotti a chiederci se le regioni del cervello che utilizzano la glicolisi aerobica sono anche quelle che hanno l’attività più infantile dei geni, vale a dire quelle che contribuiscono a formare nuove connessioni delle cellule del cervello”.


Per il nuovo studio, Raichle ha collaborato con Michael Hawrylycz, PhD, scienziato dell’Istituto Allen for Brain Science che ha creato l'Atlante Allen del Cervello Umano, una banca dati che dettaglia l’attività dei geni in diverse parti del cervello e in persone di età diverse. Quando i ricercatori hanno usato l’atlante per esaminare l’attività dei geni nelle regioni del cervello con alti tassi di glicolisi aerobica, hanno scoperto che queste regioni hanno l’attività dei geni più infantile rispetto ad altre regioni del cervello. Essi hanno inoltre identificato più di 100 geni che sono sempre più attivi in queste regioni rispetto ad altre.


Nell'ambito dello studio, Goyal ha anche analizzato i dati provenienti da ricerche precedenti di altri scienziati per dimostrare che c'è maggiore glicolisi aerobica in tutto il cervello nei bambini piccoli. “Nel cervello adulto, la glicolisi aerobica rappresenta circa il 10/12 per cento del consumo totale di zucchero”, ha detto. “Nei bambini, la glicolisi aerobica rappresenta il 30/40 per cento di utilizzo complessivo di zucchero”.


La glicolisi aerobica è meno efficiente per la produzione di energia rispetto alla glicolisi ossidativa, il metodo alternativo che usa ossigeno e zucchero. Ma gli scienziati pensano che il primo sia una fonte migliore di energia per una crescita rapida. “Anche negli adulti, ci sono parti del cervello che sono ancora in rapida evoluzione e adattamento, e questo è probabilmente il motivo per cui la glicolisi aerobica continua ad essere usato nel cervello adulto”, ha detto Goyal.


I ricercatori ora stanno studiando se i problemi legati alle cellule cerebrali specifiche che utilizzano la glicolisi aerobica contribuiscano ai problemi di sviluppo neurologico, quali l'autismo o il ritardo mentale o alle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer.


“La capacità di supportare le esigenze metaboliche delle cellule cerebrali adulte per creare nuove connessioni potrebbe essere importante un giorno per il trattamento di lesioni cerebrali e di malattie neurodegenerative”, ha spiegato Goyal. “Abbiamo molto lavoro da fare, ma questa è una scoperta intrigante”.

 

 

 

 

 

 


FonteWashington University in St. Louis.

Riferimenti: Goyal MS, Hawrylycz M, Miller JA, Snyder AZ, Raichle ME. Aerobic glycolysis in the human brain is associated with development and neotenous gene expression. Cell Metabolism, Volume 19, Issue 1, 49-57, 7 January 2014, DOI: 10.1016/j.cmet.2013.11.020

Pubblicato da Michael C. Purdy in  news.wustl.edu (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.