Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come lavorano insieme, o da sole, le diverse aree del cervello

Il nostro cervello ha miliardi di neuroni raggruppati in diverse aree. Queste regioni lavorano spesso da sole, ma a volte devono unire le forze. Come fanno le diverse aree a comunicare in modo selettivo? Ricercatori della Stanford potrebbero aver risolto l'enigma.


Le diverse regioni del cervello spesso lavorano in modo indipendente, affidandosi al lavoro dei neuroni all'interno di quell'area. Altre volte, invece, due regioni devono collaborare per eseguire il compito specifico.


L'enigma è questo: quale meccanismo permette a due regioni del cervello di comunicare quando hanno bisogno di collaborare, ma di evitare di interferire l'una con l'altra quando devono lavorare da sole? In un articolo pubblicato oggi su Nature Neuroscience, un team guidato da Krishna Shenoy, professore di ingegneria elettrica della Stanford, svela un processo precedentemente sconosciuto che aiuta le due regioni del cervello a cooperare quando è necessaria un'azione comune per eseguire un compito.


"Questo è uno dei primi meccanismi riferiti in letteratura che permettono a aree del cervello di elaborare le informazioni continuamente, ma di comunicare solo quello che è necessario", ha detto Matthew T. Kaufman, postdottorato del laboratorio di Shenoy al momento di eseguire lo studio. Kaufman aveva progettato inizialmente i suoi esperimenti per studiare come la preparazione aiuta il cervello a compiere movimenti veloci e precisi, nell'ambito del lavoro a cui è preposto il laboratorio di Shenoy: costruire dispositivi protesici controllati dal cervello.


Ma i ricercatori di Stanford hanno usato un nuovo approccio per esaminare i dati che hanno prodotto alcuni risultati molto al di là dei movimenti del braccio. Il laboratorio di Shenoy è pioniere nell'analizzare come un gran numero di neuroni funzionano come una unità. Nell'applicare queste nuove tecniche allo studio dei movimenti delle braccia, i ricercatori hanno scoperto un modo in cui le diverse aree del cervello tengono i risultati localizzati oppure diffondono i segnali per coinvolgere altre regioni, se necessario.


"I nostri neuroni sono sempre attivi e connessi", ha spiegato Kaufman, che ora sta portando avanti la ricerca sul cervello al «Cold Spring Harbor Laboratory» di New York. "Quindi è importante controllare quali segnali sono trasmessi da una zona all'altra".

 

Progetto dell'esperimento

Gli scienziati hanno ottenuto le loro scoperte studiando le scimmie addestrate a fare movimenti precisi del braccio. Le scimmie sono state istruite a fare una breve pausa prima di effettuare la presa, permettendo così al loro cervello di prepararsi un istante prima di muoversi. Ricordiamo che l'obiettivo era aiutare a costruire protesi controllate dal cervello.


Poiché i neuroni nel cervello stanno sempre inviando segnali, gli ingegneri devono riuscire a differenziare il comando per agire dai segnali che accompagnano la preparazione. Per capire come questo funziona con il braccio della scimmia, gli scienziati hanno letto i dati elettrici di tre punti durante gli esperimenti: dei muscoli del braccio, e di ciascuna delle due regioni corticali motorie nel cervello conosciute per controllare i movimenti del braccio. Le letture muscolari hanno consentito agli scienziati di stabilire quali tipi di segnali riceve il braccio durante lo stato di preparazione rispetto alla fase di azione.


Le letture cerebrali erano più complesse. Due regioni controllano i movimenti del braccio, si trovano vicino al centro superiore del cervello, un centimetro di lato. Ciascuna delle due aree è composta da oltre 20 milioni di neuroni. Gli scienziati volevano capire il comportamento di entrambe le regioni, ma non potevano sondare milioni di neuroni. Così hanno letto campioni scelti accuratamente di circa 100/200 neuroni individuali in ciascuna delle due regioni.


Durante gli esperimenti, gli scienziati hanno esaminato letture del cervello delle scimmie su due livelli. Per il primo, hanno considerato l'attività dei singoli neuroni - la velocità con la quale «sparano» segnali i neuroni. Per il livello superiore, gli scienziati hanno individuato anche gli schemi dei cambiamenti nell'attività di molti neuroni. Questa è una tecnica relativamente nuova per le neuroscienze, chiamata «analisi di popolazione e dimensionalità». Il suo obiettivo è capire come i neuroni lavorano insieme in intere regioni del cervello.

 

A caccia del segnale

I principali risultati sono emersi dalla comprensione di come i singoli neuroni lavorano insieme come gruppo per guidare i muscoli. Mentre la scimmia si preparava a muovere il braccio, ma finchè lo tratteneva, molti neuroni in entrambe le regioni di controllo del movimento registravano grandi cambiamenti di attività. Ma questa attività preparatoria non guidava il movimento. Perché?


Gli scienziati hanno capito che, durante la fase preparatoria, il cervello bilancia accuratamente i cambiamenti di attività di tutti quei singoli neuroni all'interno di ogni regione. Mentre alcuni neuroni sparavano velocemente, altri rallentavano in modo che l'intero gruppo potesse trasmettere un messaggio coerente ai muscoli.


Ma al momento dell'azione, la lettura dei segnali del gruppo cambiavano in modo misurabile e coerente. Guardando i dati, gli scienziati hanno potuto correlare questi cambiamenti a livello di gruppo alla flessione dei muscoli. Questo cambiamento a livello di gruppo differenzia l'azione dalla preparazione.

 

Implicazioni più ampie

I ricercatori della Stanford hanno messo un grande impegno nell'analisi matematica dei dati. Dovevano essere sicuri che ognuna delle due popolazioni di neuroni mostrasse nell'attività i cambiamenti cruciali di controllo del muscolo quando (e solo se) flettevano i muscoli. Questo è stato il segnale chiave che avevano cercato di trovare.


Kaufman ha detto che, circa un anno dopo quello che si è poi rivelato un progetto triennale, si è reso conto che ci potrebbero essere conseguenze più ampie a questa idea di identificazione a livello di gruppo e dimensionalità. Egli stava presentando una prima versione dei risultati dell'analisi cervello-muscolo ad una conferenza scientifica, quando una domanda di uno dei suoi colleghi lo ha indotto a pensare. Aveva trovato segnali a livello di popolazione tra le regioni del cervello e dei muscoli. Forse le due aree del cervello, ciascuna con controllo parziale dell'azione, si accoppiano e si disaccoppiano in modo simile? "Ho iniziato l'analisi nella camera d'albergo quella notte all'una", ricorda Kaufman. "Quasi subito i risultati erano chiari".


"L'interazione fortuita tra scienza di base e ingegneria non cessa mai di stupirmi", ha detto il professor Shenoy, che è anche professore di neurobiologia, affiliato di bioingegneria e docente Bio-X. "Alcune delle migliori idee per la progettazione di sistemi protesici per aiutare le persone con paralisi provengono dalla ricerca di base delle neuroscienze, come è il caso qui, e alcune delle più profonde intuizioni scientifiche provengono dalla misurazione dell'ingegneria e dai sistemi medicali".

 

 

 

 

 


FonteStanford School of Engineering.

Riferimenti:  Matthew T Kaufman, Mark M Churchland, Stephen I Ryu, Krishna V Shenoy. Cortical activity in the null space: permitting preparation without movement. Nature Neuroscience, 2014; DOI: 10.1038/nn.3643

Pubblicato in eurekalert.org  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)