Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Composto inverte i sintomi dell'Alzheimer, nei topi

Un composto molecolare sviluppato da scienziati della Saint Louis University ha ripristinato l'apprendimento, la memoria e il comportamento appropriato in un modello di topo di Alzheimer, secondo i risultati pubblicati nel numero di maggio del Journal of Alzheimer.


La molecola ha anche ridotto l'infiammazione nella parte del cervello responsabile dell'apprendimento e della memoria.


Il documento, scritto da un team di scienziati guidati da Susan Farr, PhD, professore di ricerca in geriatria alla Saint Louis University, è il secondo studio sui topi a supportare il potenziale valore terapeutico di un composto antisenso nel trattamento dell'Alzheimer negli esseri umani.


"Esso ha invertito i deficit di apprendimento e memoria e l'infiammazione del cervello dei topi geneticamente progettati per modellare l'Alzheimer", ha detto la Farr.
"I nostri risultati suggeriscono che il composto, che si chiama oligonucleotide antisenso (OL-1), è un potenziale trattamento per l'Alzheimer".


La Farr avverte che l'esperimento è stato condotto in un modello di topo.
Come ogni farmaco, prima che un composto antisenso possa essere testato in studi clinici umani, devono essere completati dei test di tossicità. L'antisenso è una catena di molecole che si legano al RNA messaggero, lanciando una cascata di eventi cellulari che disattiva un certo gene.


In questo caso, l'OL-1 blocca la traduzione del RNA, innescando un processo tale da impedire la produzione di proteina amiloide-beta in eccesso.
L'antisenso specifico diminuisce significativamente la sovraespressione di una sostanza chiamata proteina precursore dell'amiloide-beta, che normalizza la quantità di proteina amiloide-beta nel corpo. L'eccesso di proteina amiloide-beta è ritenuta parzialmente responsabile della formazione della placca nel cervello di pazienti con Alzheimer.


Gli scienziati hanno testato l'OL-1 in un tipo di topo che sovraesprime una forma mutante del gene umano precursore dell'amiloide-beta.
In precedenza essi avevano testato la sostanza in un modello di topo che ha una mutazione naturale, provocando la sovra-produzione di amiloide-beta.


Come le persone che hanno l'Alzheimer, entrambi i tipi di topo hanno dei deterioramenti legati all'età nell'apprendimento e nella memoria, livelli elevati di proteina amiloide-beta che rimangono nel cervello e una maggiore infiammazione e danno ossidativo nell'ippocampo - la parte del cervello responsabile del
l'apprendimento e della memoria. "Per essere efficace negli esseri umani, l'OL-1 dovrebbe essere efficace nel sopprimere la produzione della proteina amiloide-beta umana", ha detto la Farr.


Gli scienziati hanno confrontato i topi modificati geneticamente per produrre un eccesso di proteina amiloide-beta umana con un ceppo selvatico, che serviva da controllo.
Tutti quelli del ceppo selvatico hanno ricevuto un antisenso a caso, mentre circa la metà dei topi modificati geneticamente hanno ricevuto dell'antisenso a caso, e una metà hanno ricevuto l'OL-1. I topi sono stati sottoposti ad una serie di test volti a misurare memoria, apprendimento e comportamento appropriato, come muoversi in un labirinto, esplorare un luogo sconosciuto e riconoscere un oggetto.


Gli scienziati hanno scoperto che l'apprendimento e la memoria è migliorata nei topi geneticamente modificati che hanno ricevuto l'OL-1, rispetto ai topi modificati geneticamente che hanno ricevuto dell'antisenso casualmente.
Apprendimento e memoria erano gli stessi nei topi modificati geneticamente che hanno ricevuto l'OL-1 e nei topi selvatici che hanno ricevuto un antisenso a caso.


Si è inoltre valutato l'effetto della somministrazione del farmaco attraverso il sistema nervoso centrale (che ha quindi attraversato la barriera emato-encefalica per entrare direttamente nel cervello), e attraverso una vena della coda (circolando quindi attraverso il flusso sanguigno nel corpo).
Hanno trovato che il punto di iniezione del farmaco ha poco effetto sull'apprendimento e dulla memoria.


"I nostri risultati rafforzano l'importanza della proteina amiloide-beta nel processo dell'Alzheimer. Essi suggeriscono che un antisenso che punta il precursore della proteina amiloide-beta è una
terapia potenziale per esplorare il modo di invertire i sintomi della malattia", ha detto la Farr.

 

 

 

 

 


FonteSaint Louis University Medical Center  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Susan A. Farr, Michelle A. Erickson, Michael L. Niehoff, William A. Banks, John E. Morley. Central and Peripheral Administration of Antisense Oligonucleotide Targeting Amyloid-β Protein Precursor Improves Learning and Memory and Reduces Neuroinflammatory Cytokines in Tg2576 (AβPPswe) Mice. Journal of Alzheimer’s Disease, 2014 DOI: 10.3233/JAD-131883

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)