Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La depressione nel Parkinson spesso non è diagnosticata

La depressione è nota per essere un sintomo comune del Parkinson, ma rimane non trattata per molti pazienti, secondo un nuovo studio condotto da ricercatori della Northwestern University in collaborazione con la National Parkinson’s Foundation (NPF).


In effetti la depressione è il sintomo non motorio più diffuso del Parkinson, una malattia neurodegenerativa cronica di solito associata con la disfunzione del movimento.


"Abbiamo confermato i sospetti che la depressione sia un sintomo molto comune nel Parkinson. Quasi un quarto della popolazione dello studio ha riferito sintomi compatibili con la depressione", ha detto Danny Bega, MD, '14 GME, docente nel Dipartimento di Neurologia «Ken e Ruth Davee» e primo autore dello studio. "Questo è importante perché la ricerca precedente aveva concluso che la depressione è un fattore determinante della qualità complessiva della vita".


Usando i database NPS dei pazienti, i ricercatori hanno esaminato le cartelle di più di 7.000 persone con Parkinson. Tra quelli che avevano livelli alti di sintomi depressivi, solo un terzo aveva ricevuto prescrizioni di antidepressivi prima dell'inizio dello studio, e ancora meno avevano visto assistenti sociali o professionisti della salute mentale per una consulenza.


I ricercatori hanno poi concentrato la loro analisi sui rimanenti due terzi dei pazienti con sintomi depressivi che non stavano ricevendo cure all'inizio dello studio. Nel corso dell'anno di osservazione, meno del 10 per cento di loro ha ricevuto prescrizioni di antidepressivi o è stato inviato ad un consulente. I medici hanno avuto molte probabilità di identificare la depressione, e di spingere per il trattamento, dei pazienti con i punteggi di depressione più gravi.


"La maggior parte di questi pazienti è rimasto senza trattamento", ha detto il dottor Bega. "Tuttavia, il riconoscimento da parte dei medici della depressione in questa popolazione era in realtà migliore di quanto avessero suggerito i rapporti precedenti". Ma il riconoscimento può essere inferiore per la popolazione generale di pazienti con Parkinson, visto che i pazienti di questo studio hanno visitato centri medici considerati "Centri di eccellenza" dalla NPF.


"I medici devono essere più vigili nell'individuare la depressione dei pazienti nell'ambito degli esami di routine del Parkinson, e bisogna valutare l'efficacia dei diversi trattamenti per la depressione in questa popolazione", ha detto il dottor Bega.


I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Parkinson’s Disease.

 

 

 

 

 


Fonte:  Nora Dunn in Northwestern University  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Danny Bega et al. Recognition and Treatment of Depressive Symptoms in Parkinson's Disease: The NPF Dataset. Journal of Parkinson's Disease, August 2014 DOI: 10.3233/JPD-140382

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)