Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Una singola dose di antidepressivo cambia il cervello

Una singola dose di antidepressivo è sufficiente a produrre cambiamenti drastici nella architettura funzionale del cervello umano. Scansioni cerebrali eseguite su persone prima e dopo una singola dose acuta di un SSRI (inibitore del riassorbimento della serotonina) normalmente prescritto, rivelano dei cambiamenti nella connettività entro 3 ore, dicono i ricercatori che riferiscono le loro osservazioni in Current Biology da ieri, 18 settembre.


"Non ci aspettavamo che l'SSRI avesse un effetto così rilevante in un tale breve lasso di tempo o che il segnale risultante arrivasse a circondare l'intero cervello", dice Julia Sacher del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences. Anche se gli SSRI sono una delle forme di antidepressivi più studiati e prescritti nel mondo, non è ancora del tutto chiaro come funzionano.


Si ritiene che i farmaci cambino la connettività cerebrale in modo importante, ma si pensava in genere che questi effetti insorgessero in settimane, non ore. I nuovi risultati dimostrano che i cambiamenti cominciano subito. La Sacher dice che quello che vedono negli individui privi di farmaci, che non avevano mai preso antidepressivi prima, può essere un marcatore precoce di una riorganizzazione cerebrale.


I partecipanti allo studio hanno lasciato le loro menti vagare per circa 15 minuti in uno scanner cerebrale che misurava l'ossigenazione del flusso di sangue nel cervello. I ricercatori hanno caratterizzato le immagini tridimensionali del cervello di ogni individuo misurando il numero di connessioni tra piccoli blocchi chiamati voxel (paragonabili ai pixel di un'immagine) e la variazione in tali connessioni dopo una singola dose di escitalopram (nome commerciale Lexapro).

Può essere rilevante perché:

La depressione è un fattore di rischio CURABILE per l'Alzheimer.


La loro analisi della rete in tutto il cervello dimostra che anche una dose di SSRI riduce il livello di connettività intrinseca nella maggior parti del cervello. Tuttavia la Sacher ed i suoi colleghi hanno osservato un aumento della connettività all'interno di due regioni del cervello, in particolare nel cervelletto e nel talamo.


I ricercatori dicono che i nuovi risultati rappresentano un primo passo essenziale verso gli studi clinici su pazienti che soffrono di depressione. Essi prevedono inoltre di confrontare la firma della connettività funzionale del cervello in recupero e quella dei pazienti che non rispondono a settimane di trattamento con SSRI.


Capire le differenze tra il cervello di individui che rispondono agli SSRI e quelli che non lo fanno "potrebbe aiutare a predire meglio chi beneficerà di questo tipo di antidepressivo rispetto a qualche altra forma di terapia", dice la Sacher. "La speranza che abbiamo è che alla fine il nostro lavoro possa contribuire a orientare meglio le decisioni di trattamento e definire terapie su misura per i pazienti che soffrono di depressione".

 

 

 

 

 


Fonte: Cell Press via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Alexander Schaefer, Inga Burmann, Ralf Regenthal, Katrin Arélin, Claudia Barth, André Pampel, Arno Villringer, Daniel S. Margulies, Julia Sacher. Serotonergic Modulation of Intrinsic Functional Connectivity. Current Biology, 2014; DOI: 10.1016/j.cub.2014.08.024

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)