Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Lottare contro i patogeni parodontali che favoriscono l'Alzheimer

Lottare contro i patogeni parodontali che favoriscono l'AlzheimerVista laterale del centro attivo di un glutaminile-ciclasi batterico. (Fonte: © Fraunhofer IZI)

Se le gengive sanguinano quando ci si lava i denti o si addenta una mela, questa condizione potrebbe puntare alla parodontite, una malattia infiammatoria dell'apparato parodontale. La placca batterica attacca le ossa e, nel tempo, il dente potrebbe allentarsi. Lasciare la malattia non curata può indurre la perdita dei denti.


La parodontite, nota anche come malattia parodontale o "ritiro delle gengive", è una fonte di malattie per tutto il corpo: se i batteri, fino ad un certo punto altamente aggressivi, si fanno strada nella circolazione sanguigna, potrebbero causare ulteriori danni. Studi medici evidenziano l'interazione tra fattori scatenanti la malattia parodontale e varie malattie come la malattia cardiopolmonare, l'artrite reumatoide, e la malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO). Evidenze dimostrano che il paziente affetto ha un rischio elevato di Alzheimer, così come di costrizione cardiovascolare.


Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 60 per cento di tutti gli adulti soffrono di infiammazione delle gengive e hanno bisogno di un trattamento: una cifra piuttosto alta. Nel progetto della UE chiamato «TRIGGER», undici istituti di ricerca europei di nove paesi si sono dedicati allo studio di questa malattia molto diffusa. Stanno studiando l'influenza degli agenti patogeni della parodontite sulle malattie citate sopra. L'obiettivo è spiegare e dimostrare le connessioni tra parodontite e altre malattie infiammatorie, e che un'efficace igiene orale e il trattamento della malattia parodontale possono migliorare lo stato della propria salute generale.


Un compito particolare del progetto comune è stato assunto dal Dipartimento di Progettazione Farmaci e Validazione Obiettivi dell'Istituto Fraunhofer per la Terapia Cellulare e Immunologia IZI: i ricercatori dell'ufficio satellite della IZI di Halle/Saale mirano a sviluppare sostanze che possono essere usate per trattare efficacemente i germi patogeni orali. Per sostenere questo sforzo, il team di Halle avrà un decimo della sovvenzione di ricerca totale di 7,8 milioni di euro. Le competenze del Gruppo consistono nell'individuare i meccanismi patologici a livello proteico e ottimizzare le sostanze sulla base di queste informazioni.


"Stiamo cercando i principi attivi per combattere i batteri altamente tossici noti come Porphyromonas Gingivalis. Questo conduttore patogeno aggressivo risiede nelle tasche paradontali delle gengive. E' responsabile della gengivite, la malattia delle gengive che può portare allo sviluppo di parodontite", spiega il Dr. Hans-Ulrich Demuth, responsabile e iniziatore del gruppo di progetto di Halle. L'esperto di proteine ​ha guidato per un lungo periodo un gruppo di lavoro per la "ricerca di un ingrediente attivo" alla Martin-Luther-Universität Halle, e in seguito all'Istituto Leibniz per la Ricerca sulle Sostanze Naturali di Jena. Durante il suo mandato come amministratore delegato della Probiodrug AG, la società di biotecnologie, la sua squadra ha progettato un piano di trattamento per il diabete legato all'età, che è attualmente sul mercato oggi.


Il Porphyromonas Gingivalis vive della scomposizione del collagene nella cavità orale. I batteri distruggono il tessuto connettivo della gengiva attivando un enzima proteina-degradante, proprio prima che venga rilasciato nella cavità orale. Per attivare questo meccanismo, il Porphyromonas Gingivalis usa uno speciale enzima: il glutaminnil-ciclasi batterico, che è coinvolto nella maturazione delle proteine. I ricercatori di Halle hanno caratterizzato questo enzima anni fa nei mammiferi, e ne hanno scoperto nuovi tratti.


"Esso ha un ruolo essenziale nell'eccessiva immuno-reazione ai modelli di malattia, ed è coinvolto in malattie infiammatorie, come l'artrite reumatoide, la BPCO, e l'Alzheimer, per esempio. C'è ovviamente una connessione fondamentale tra alcuni tipi di infezioni batteriche e varie malattie infiammatorie che deve ancora essere spiegata. Presumiamo che il glutaminnil-ciclasi umano, per esempio, costituisca una variante del peptide amiloide-beta nei pazienti di Alzheimer, che è particolarmente deleteria per le cellule nervose. Un principio di trattamento basato su questo, per combattere l'Alzheimer, è già in fase di studio clinico. Con la gengivite, il blocco dell'enzima batterico chiave potrebbe causare la morte di inedia del patogeno Porphyromonas Gingivalis", spiega il professor Demuth.


Il biochimico e il suo team stanno quindi cercando una sostanza inibitrice che riduca al minimo l'azione dell'enzima. Il gruppo con sede ad Halle ha già visto dei successi iniziali. Da un pacchetto di 20 sostanze, sono riusciti a filtrare alcune sostanze altamente efficaci, che inibiscono al 95 per cento la crescita del germe Porphyromonas Gingivalis nel modello di coltura cellulare. Gli esperimenti sugli animali cominceranno presto.


Eppure, prima che un composto contro la malattia parodontale arrivi sul mercato, sono neceessarie una serie di misurazioni. Il primo modo di agire è ottimizzare le sostanze prima che possano essere usate negli studi clinici, quale forma e quantità del principio attivo possono essere somministrate. "Questo è un lungo processo. Ma per combattere la parodontite non è sufficiente di per sé una igiene orale abbastanza buona. Qui, si deve ricorrere anche a interventi con medicinali e quindi impedire anche al Porphyromonas Gingivalis di innescare altre malattie infiammatorie", conclude Demuth.

 

 

 

 

 


FonteFraunhofer-Gesellschaft  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.