Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I danni nascosti al cervello dei giocatori di sport violenti che possono portare all'Alzheimer

Un nuovo tipo di scansione con risonanza magnetica a forte contrasto mostra le ferite alla barriera ematoencefalica, offrendo significative potenzialità diagnostiche.


Un approccio diagnostico nuovo e più potente con risonanza magnetica è riuscito ad identificare per la prima volta i danni significativi alla barriera emato-encefalica (BBB) su giocatori professionisti di football americano, dopo un trauma «non rilevato», una lieve commozione cerebrale.


Pubblicato nel numero corrente di JAMA Neurology, questo studio potrebbe migliorare il processo decisionale su quando un atleta dovrebbe «tornare a giocare».


Secondo il Prof. Alon Friedman, del Brain Imaging Research Center della Ben-Gurion University, e scopritore del nuovo metodo di diagnosi, "fino ad ora, non c'era la capacità diagnostica per identificare una lieve lesione cerebrale subito dopo il trauma. Nella NFL, negli altri sport professionistici e soprattutto nello sport a scuola, è cresciuta la preoccupazione per le conseguenze neuropsichiatriche a lungo termine derivanti da ripetuti traumi cranici lievi (mTBI) e in particolare gli impatti della testa, commozionali e sub-commozionali, legati allo sport".


Il documento, pubblicato da ricercatori della Ben-Gurion University del Negev (BGU) e della Soroka University, descrive un nuovo approccio diagnostico mediante risonanza magnetica (MRI) per rilevare e localizzare la patologia vascolare e la rottura della barriera emato-encefalica nei giocatori di football. "L'obiettivo del nostro studio era usare il nostro nuovo metodo per vedere estensione e localizzazione della disfunzione alla BBB nei calciatori, con scansioni a risonanza magnetica ad alto contrasto dinamico (DCE-MRI) su un Phillips 3-T Ingenia. In particolare, vengono generate mappe più dettagliate del cervello che mostrano regioni cerebrali con vascolarizzazione anormale, o «BBB che perde»".


I partecipanti allo studio erano 16 giocatori di football della squadra israeliana di calcio professionistico Black Swarm, e 13 atleti di atletica leggera della Ben-Gurion University che sono serviti da controllo. Tutti sono stati sottoposti alla diagnostica basata con la MRI di nuova concezione. Le DCE-MRI sono state eseguite negli intervalli tra le partite durante tutta la stagione e hanno rivelato danni significativi.


Il 40 per cento dei calciatori esaminati con commozioni non dichiarate aveva evidenze di «BBB che perde», rispetto all'8,3 per cento degli atleti di controllo. "Il gruppo di 29 volontari si è chiaramente differenziato in un gruppo con BBB  intatta e un gruppo con BBB patologica", spiega Friedman. "Questo dimostra una chiara associazione tra uno spora da contatto come il football americano e l'aumento di rischio di patologia BBB che non avevamo potuto vedere prima. Inoltre, è stata trovata una BBB ad alta permeabilità in sei giocatori e solo in un atleta del gruppo di controllo".


I danni nascosti al cervello dei giocatori di sport violenti che possono protare all'AlzheimerConfronto tra la permeabilità della barriera ematoencefalica (BBB) tra giocatori di football americano (A) e un gruppo di controllo (B). I giocatori del gruppo con patologia della BBB (B) presentano lesioni BBB focali in diverse aree corticali, compresi i lobi temporale (giocatore 4), frontale (giocatore 5) e parietale (giocatore 6). Sono coinvolte sia la sostanza grigia che quella bianca.Friedman spiega anche che non tutti i giocatori hanno mostrato la patologia. Ciò indica che i lievi eventi commozionali ripetuti potrebbero avere un impatto diverso su alcuni giocatori da quello di altri. Questo livello di diagnosi dei singoli giocatori è in grado di fornire la base del processo decisionale più razionale per "tornare a giocare" sia per i professionisti che per i dilettanti di ogni età. "In generale, i giocatori tornano al gioco molto prima che sia completata la guarigione fisica del cervello, fatto che potrebbe esacerbare la possibilità di danni al cervello più avanti nella vita", dice Friedman.


Un decennio di ricerche nel Laboratorio Neurochirurgia Sperimentale della BGU dimostra che la patologia vascolare, e in particolare la disfunzione della barriera emato-encefalica, ha un ruolo chiave nella disfunzione e nella degenerazione cerebrale, e può essere una causa di fondo di complicazioni neurodegenerative dopo le lesioni cerebrali.


La BBB è una membrana permeabile altamente selettiva che separa il sangue circolante dal fluido extracellulare. Protegge il cervello impedendo a molte sostanze pericolose di penetrare, e quindi non deve essere danneggiata. I ricercatori medici, compreso il gruppo di Friedman alla BGU, stanno lavorando per trovare il modo di trovare farmaci che puntano la BBB e ne facilitano la riparazione, permettendo di prevenire l'Alzheimer e le altre malattie cerebrali correlate.


"Il Prof. Friedman è riuscito a condurre questa ricerca di svolta sul cervello usando la macchina MRI di ultima generazione  donata a seguito dei contributi di American Associates alla Ben-Gurion University del Negev (AABGU)", spiega Doron Kracow, vice presidente esecutivo di AABGU. "Crediamo che con un sostegno costante, il Prof. Friedman e la DCE-MRI possano contribuire a rendere più accurate e informate le decisioni a proposito del momento di riprendere l'attività degli atleti e delle altre persone esposte a traumi lievi".

 

*******
Hanno collaborato Itai Weissberg e Ronel Veksler, che ha sviluppato il nuovo metodo di imaging. Hanno condotto lo studio Lyn Kamintsky, Rotem Saar-Ashkenazy e Dan Z. Milkovsky. Ha contribuito il Dr. Ilan Shelef, docente BGU e membro del Dipartimento di Medical Imaging alla Soroka University.

Questo studio è stato sostenuto dal Settimo Programma Quadro dell'Unione Europea e dalla Israel Science Foundation.

 

 

 

 

 


FonteAmerican Associates, Ben-Gurion University  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Itai Weissberg, Ronel Veksler, Lyn Kamintsky, Rotem Saar-Ashkenazy, Dan Z. Milikovsky, Ilan Shelef, Alon Friedman. Imaging Blood-Brain Barrier Dysfunction in Football Players. JAMA Neurology, 2014; 71 (11): 1453 DOI: 10.1001/jamaneurol.2014.2682

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)