Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La perdita di memoria potrebbe non essere sempre il primo sintomo dell'Alzheimer

(Reuters Health) - Anche se la perdita di memoria è ritenuta il primo segno classico dell'Alzheimer, alcune persone di mezza età e gli anziani più giovani potrebbero inizialmente trovarsi con problemi cognitivi diversi, come la difficoltà con il linguaggio o nella risoluzione dei problemi, secondo quanto suggerisce un grande studio statunitense.


I ricercatori hanno esaminato i dati sui sintomi precoci di quasi 8.000 malati di Alzheimer e hanno scoperto che 1 persona su quattro sotto i 60 anni ha avuto un disturbo principale estraneo alla memoria, fermo restando che la memoria rimane di gran lunga il problema più comune in generale.


"I primi sintomi cognitivi extra-memoria erano più comuni nei pazienti più giovani con Alzheimer", ha detto via e-mail Josephine Barnes, l'autrice principale dello studio e ricercatrice all'Ospedale Nazionale di Neurologia e Neurochirurgia di Londra. "I test che esplorano e indagano questi problemi cognitivi extra-memoria devono essere usati in modo tale da non trascurare i deficit extra-memoria".


L'Alzheimer è una malattia del cervello che distrugge gradualmente la memoria e la capacità di pensare e alla fine lascia le persone incapaci di svolgere compiti semplici come vestirsi o mangiare. La malattia è la causa più comune di demenza tra gli anziani, e colpisce più di 5 milioni di americani, secondo il National Institutes of Health.


All'interno del cervello, l'Alzheimer è associata a ciuffi anormali chiamati «placche amiloidi» e a fasci di fibre aggrovigliate, chiamate «tau» o «grovigli». Gli scienziati sospettano che il danno inizi nell'ippocampo, un'area del cervello coinvolta nella memoria.


Barnes e colleghi hanno esaminato i risultati dei test neurologici di un ampio database degli Stati Uniti di malati di Alzheimer per vedere se i sintomi iniziali riferiti dalle persone differivano per l'età. In media, i pazienti avevano 75 anni la prima volta che hanno chiesto un trattamento per l'Alzheimer, anche se l'età effettiva variava dai 36 ai 110 anni. La maggior parte di loro aveva una demenza da lieve a moderata.


Tra i pazienti che hanno riferito le difficoltà cognitive come primi sintomi, la percentuale che ha citato qualcosa di diverso dalla memoria si è ridotta con l'aumentare dell'età. Un paziente su cinque di 60 anni ha citato difficoltà estranee alla memoria, ma questo numero è sceso a uno su 10 per le persone dopo i 70.


Sulla rivista Alzheimer's & Dementia gli autori riconoscono che, poiché l'Alzheimer può essere diagnosticato definitivamente solo dopo la morte, cercando grovigli e placca nel cervello durante l'autopsia, questo studio (come altri che esplorano la malattia) rischia di includere quantomeno alcuni pazienti che di fatto non hanno la condizione. Inoltre, è possibile che, visto che lo studio ha estratto i pazienti da centri medici accademici, esso abbia esaminato i casi più complessi e potrebbe non essere rappresentativo di un tipico paziente di Alzheimer.


Capire come possono emergere i sintomi di Alzheimer nei pazienti più giovani è fondamentale per una diagnosi precoce, e per iniziare la cura in un momento in cui si può fare di più, ha detto il dottor Andrew Budson, capo della neurologia cognitiva e comportamentale al sistema sanitario VA Boston Healthcare System e professore alla Boston University.


La migliore medicina disponibile per la malattia può solo riportare indietro l'orologio, invertendo i sintomi abbastanza per dare ai pazienti le stesse abilità che avevano fino ad un anno prima, secondo Budson. "Non si può fermare l'orologio, si può solo resettare", ha detto Budson. "E' molto meglio farlo girare al contrario per ripetere un anno a 60 anni, invece che a 80".

 

 

 

 

 


Fonte: Reuters.com (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Josephine Barnes, Brad Dickerson, Chris Frost, Lize C. Jiskoot, David Wolk, Wiesje M. van der Flier. Alzheimer's disease first symptoms are age dependent: Evidence from the NACC data set. Alzheimer's & Dementia, Published Online: April 24, 2015 DOI: http://dx.doi.org/10.1016/j.jalz.2014.12.007

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)