Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificati marcatori genetici che legano i rischi di Alzheimer e diabete tipo 2

Giulio Maria PasinettiGiulio Maria Pasinetti MD/PhD, l'autore senior dello studio.

Alcuni pazienti con diabete di tipo 2 (T2D) possono avere fattori di rischio genetici specifici che aumentano il loro rischio di Alzheimer (AD), secondo uno studio pubblicato di recente su Molecular Aspects of Medicine.


Sotto la guida di Giulio Maria Pasinetti MD/PhD, cattedra Saunders Family, Professore di Neurologia alla Facoltà Icahn di Medicina del Mount Sinai e Direttore del Biomedical Training in the Geriatric Research Education and Clinical Centers del J.J. Peters Bronx VA Medical Center, il gruppo di studio ha usato i risultati di un recente studio di associazione genome-wide (GWAS) per indagare se T2D e AD condividono fattori genetici eziologici e il potenziale impatto di questi fattori genetici sui meccanismi cellulari e molecolari che possono contribuire allo sviluppo di entrambe queste malattie.


Un GWAS cerca le differenze su molti punti nel codice genetico per vedere se, su un'intera popolazione, una o più varianti di codice sono più frequenti in coloro che hanno un determinato tratto (ad esempio, rischio alto per una malattia). Anche le varianti genetiche più piccole, chiamate polimorfismi a singolo nucleotide (SNP), possono avere un impatto importante su un tratto, scambiando solo una dei 3,2 miliardi di "lettere" che compongono il codice del DNA umano.


Una delle principali complicanze a lungo termine del diabete tipo 2 è un aumento del rischio di sviluppare AD. Mentre gli studi precedenti hanno suggerito con forza un ruolo causale del diabete nell'insorgenza e nella progressione della demenza di AD, finora non erano state descritte le specifiche interazioni meccanicistiche che collegano il diabete all'AD.


"Abbiamo identificato varie differenze genetiche in termini di SNP che sono associate ad una maggiore suscettibilità allo sviluppo del diabete di tipo 2 così come dell'Alzheimer", afferma il Dr Pasinetti. "Molti di questi SNP sono ricondotti a geni la cui anomalie sono note per contribuire a T2D e AD, suggerendo che alcuni pazienti diabetici con queste differenze genetiche hanno un rischio alto di sviluppare l'Alzheimer. I nostri dati evidenziano la necessità di un ulteriore approfondimento sulla suscettibilità genetica all'Alzheimer nei pazienti con T2D".


Si stima che 312 milioni di persone soffrano di diabete tipo 2 in tutto il mondo, esercitando enormi pesi sugli individui e sui sistemi sanitari. Allo stesso modo, l'AD colpisce quasi 45 milioni di persone in tutto il mondo ed è costoso per gli individui e i sistemi sanitari. Non c'è attualmente alcuna cura per entrambe le condizioni.


Prove crescenti suggeriscono che la demenza di AD può essere fatta risalire a condizioni patologiche quali il diabete tipo 2, che partono alcuni decenni prima dell'esordio dell'AD clinico. Poiché il T2D è uno dei fattori di rischio potenzialmente modificabili dell'AD, è di fondamentale importanza per gli scienziati scoprire la genetica di questa connessione complessa, in modo che possano essere sviluppati nuovi interventi terapeutici e mirati sugli individui a rischio con diabete tipo 2 prima della comparsa della demenza di AD.


Questo studio supporta applicazioni di ricerca continua per esplorare ulteriormente la suscettibilità genetica dei pazienti con diabete tipo 2 allo sviluppo dell'AD e per contribuire a migliorare la progettazione dei futuri nuovi trattamenti per una sotto-popolazione di soggetti T2D con predisposizione genetica all'AD, che potrebbero dare benefici al T2D e ridurre il rischio per il successivo sviluppo di AD.


I risultati di questi studi, che identificano le anomalie cellulari comuni sia al T2D che all'AD, possono portare allo sviluppo di terapie per T2D che possono aiutare anche a prevenire il successivo sviluppo di AD in soggetti geneticamente predisposti. Questo lavoro è finanziato in parte dalla Altschul Foundation.

 

 

 


Fonte: Mount Sinai Medical Center (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ke Hao, Antonio Fabio Di Narzo, Lap Ho, Wei Luo, Shuyu Li, Rong Chen, Tongbin Li, Lauren Dubner, Giulio Maria Pasinetti. Shared genetic etiology underlying Alzheimer's disease and type 2 diabetes. Molecular Aspects of Medicine, 2015; DOI: 10.1016/j.mam.2015.06.006

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.