Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuova scoperta induce a ripensare i metalli nell'Alzheimer

Ricercatori dell'Università di Melbourne hanno scoperto che una proteina coinvolta nella progressione dell'Alzheimer ha anche proprietà che potrebbero essere utili per la salute umana.


La scoperta aiuta i ricercatori a capire meglio la complessa chimica del cervello alla base dello sviluppo del morbo, che colpisce milioni di persone nel mondo.


Un team internazionale di ricercatori, guidati dal dottor Simon Drew dell'Università di Melbourne e dal Prof Wojciech Bal dell'Accademia Polacca delle Scienze, ha rivelato che la forma più corta di una proteina chiamata amiloide-beta può agire da spugna legandosi saldamente a un metallo che potrebbe danneggiare il tessuto cerebrale quando è in eccesso.


I ricercatori si sono interessati particolarmente al ruolo dell'amiloide-beta nello sviluppo dell'Alzheimer. Questo perché, nel cervello delle persone con la malattia, si formano grumi della proteina. Alla fine del 1990, all'interno di questi grumi sono stati scoperti alti livelli di rame.


Il rame è essenziale per la salute, ma se è in eccesso può produrre radicali liberi dannosi. Molti scienziati hanno cominciato a sospettare che questo rame potrebbe contribuire alla malattia. Essi hanno scoperto che l'amiloide-beta può legarsi al rame indiscriminatamente e permetterle di produrre questi dannosi radicali liberi.


Un'analisi più ravvicinata della proteina amiloide-beta ha rivelato diverse dimensioni. A una buona percentuale di amiloide-beta mancano i primi tre collegamenti all'inizio della struttura tipo-catena della proteina.


Il dottor Simon Drew spiega:

"Questo breve modulo è stato trascurato dalla maggior parte dei ricercatori sin da quando è stata identificata 30 anni fa la composizione dell'amiloide-beta. Sappiamo che la forma più corta dell'amiloide-beta è presente nel cervello malato, ma ora sappiamo che è abbondante pure in quello sano.

"La piccola variazione di lunghezza fa una grande differenza per le sue proprietà leganti il rame. Abbiamo scoperto che la forma breve della proteina è in grado di legare il rame almeno 1.000 volte più fortemente delle forme più lunghe. Si avvolge anche attorno al metallo in un modo che gli impedisce la produzione di radicali liberi.

"Date queste proprietà e la sua relativa abbondanza, possiamo ipotizzare che questo tipo di amiloide-beta è protettivo. Questa è una visione molto diversa da quella corrente del modo in cui l'amiloide-beta interagisce con il rame biologico".


Fino ad ora, le terapie volte a ridurre la produzione di amiloide-beta hanno mostrato solo una capacità modesta di rallentare il declino cognitivo e il numero di persone colpite dall'Alzheimer continua a crescere. Il Dr Drew e il team polacco stanno lavorando per sviluppare un metodo per identificare la forma corta rame-legante dell'amiloide-beta nel corpo.


Questo permetterà loro di capire la quantità di rame che essa trattiene nel cervello, se accompagna in modo sicuro il rame da un luogo all'altro, e come questo potrebbe cambiare nell'invecchiamento e nelle malattie.


Il dottor Drew conclude:

"Se è possibile stabilire un ruolo benefico dell'equilibrio del rame, allora è possibile avere troppo di una cosa buona".

"Con l'aumento della quantità di amiloide-beta nel cervello nel decorso dell'Alzheimer, anche la forma più breve può aggregarsi e questo può interferire con la sua funzione normale. Livelli più elevati di questa forma breve possono inoltre consentirle di assorbire il rame da altri luoghi dove è necessario. Potrebbe essere uno scenario «Dottor Jekyll e Mister Hyde»".


La ricerca del dottor Drew è stata pubblicata sulla rivista Angewandte Chemie.

 

 

 


Fonte: University of Melbourne (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Mariusz Mital, Nina E. Wezynfeld, Tomasz Frączyk, Magdalena Z. Wiloch, Urszula E. Wawrzyniak, Arkadiusz Bonna, Carolin Tumpach, Kevin J. Barnham, Cathryn L. Haigh, Wojciech Bal e Simon C. Drew. A Functional Role for Aβ in Metal Homeostasis? N-Truncation and High-Affinity Copper Binding. Angewandte Chemie, Article first published online: 14 JUL 2015. DOI: 10.1002/ange.201502644

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.