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Nuovo studio conclude che dovremmo ripensare le cause della demenza


Ricercatori dell'Università di Adelaide hanno sviluppato una nuova teoria sulle cause della demenza e di altre malattie neurodegenerative, che coinvolge un sistema immunitario fuori controllo.


Il loro studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Neuroscience, ha raggruppato forti evidenze che il declino neurologico comune a queste malattie è causato da 'auto-infiammazione', un meccanismo per cui il sistema immunitario del corpo sviluppa una risposta infiammatoria persistente e provoca la morte delle cellule cerebrali.


"La demenza, compresa la forma più comune di Alzheimer e le relative malattie neurodegenerative, stanno aumentando drasticamente nella frequenza poiché le persone vivono più a lungo e la nostra popolazione sta invecchiando", dice il responsabile dello studio professor Robert Richards dell'Università di Adelaide. "Si prevede che in Australia entro il 2050 ci sarà quasi il doppio delle persone con demenza, e lo stesso negli Stati Uniti. Attualmente non abbiamo trattamenti efficaci per aiutare i milioni di persone colpite, e queste malattie sono un onere enorme per le famiglie e il sistema sanitario pubblico".


In precedenza, i ricercatori si erano concentrati sul ruolo dei depositi di proteine ​​chiamati placche amiloidi, che risiedono nel cervello delle persone affette da Alzheimer. Ma è ormai chiaro che questa è una spiegazione inadeguata per la malattia. Ci sono molte forme distinte di neurodegenerazione, che comprendono l'Alzheimer, il Parkinson e l'Huntington. Queste condizioni si distinguono per i diversi tipi di cellule nervose del cervello che vengono colpite per prime e dai sintomi che appaiono prima. Tuttavia, quando tutte queste malattie progrediscono, diventano simili.


Il professor Richards ritiene che invece di molti meccanismi differenti, ogni malattia ha lo stesso meccanismo di base, e un percorso comune di perdita delle cellule nervose: "Il nostro interesse nel sistema immunitario proprio (innato) del corpo come colpevole è iniziato quando abbiamo scoperto che gli agenti del sistema immunitario si attivano in un modello di laboratorio dell'Huntington. Sorprendentemente, i ricercatori di altri laboratori stavano segnalando allo stesso tempo caratteristiche simili in altre malattie neurodegenerative. Quando abbiamo messo insieme le evidenze, è diventato chiaro che l'immunità innata incontrollata è davvero la causa comune".


Il sistema immunitario innato è la prima linea di difesa delle cellule, e normalmente distingue le molecole che appartengono al corpo, da quelle straniere che causano malattie. Si tratta di un sistema di allarme e di risposta con un meccanismo di autodistruzione per contenere ed eliminare gli invasori o le cellule anomale, come il cancro.


I malfunzionamenti possono verificarsi a causa di vari fattori scatenanti, tra cui mutazioni genetiche, infezioni, tossine o lesioni fisiche, tutti fattori che sono stati collegati a diverse forme di neurodegenerazione. Inizialmente il sistema immunitario innato protegge il tessuto da questi scatenanti, ma l'attivazione prolungata diventa auto-perpetuante, causando la morte delle cellule cerebrali.


"Speriamo che questo nuovo modo di intendere le neurodegenerazioni porti a nuovi trattamenti", dice il professor Richards. "Ora dobbiamo investigare ulteriormente sulle molecole di segnalazione del sistema immunitario, per identificare nuovi bersagli farmacologici che ritardano l'insorgenza e/o arrestano la progressione di queste malattie devastanti".

 

 

 


Fonte: University of Adelaide (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Robert I. Richards, Sarah A. Robertson, Louise V. O'Keefe, Dani Fornarino, Andrew Scott, Michael Lardelli, Bernhard T. Baune. The Enemy within: Innate Surveillance-Mediated Cell Death, the Common Mechanism of Neurodegenerative Disease. Frontiers in Neuroscience, 2016; 10 DOI: 10.3389/fnins.2016.00193

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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