Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La sindrome ADHD adulta aumenta sigificativamente il rischio di demenza comune

Gli adulti che soffrono di deficit di attenzione e iperattività (ADHD) hanno il triplo delle probabilità di sviluppare una comune forma di demenza degenerativa rispetto agli altri, secondo la ricerca pubblicata nel numero di gennaio della European Journal of Neurology.

Ricercatori Argentini hanno confermato il legame durante uno studio su 360 pazienti affetti da demenza degenerativa e 149 persone sane di controllo, appaiati per età, sesso e istruzione. Il gruppo di pazienti affetti da demenza comprendeva 109 persone affette da demenza con corpi di Lewy (DLB) e 251 con morbo di Alzheimer.

"Il nostro studio ha mostrato che il 48 per cento dei pazienti con DLB - la seconda causa più comune di demenza degenerativa negli anziani, dopo l'Alzheimer - avevano precedentemente sofferto di ADHD adulta", dice l'autore, dottor Angel Golimstok. "Questo è più del triplo del tasso del 15 per cento presente sia nel gruppo di controllo che in quello con Alzheimer".

"Si pensa che la DLB rappresenti circa il dieci per cento dei casi di demenza nelle persone anziane, ma tende ad essere sotto-diagnosticata perché condivide alcune caratteristiche sia con l'Alzheimer che con il Parkinson. E' una condizione neurologica degenerativa che ha un effetto progressivo e invalidante sulle abilità fisiche e mentali di una persona. Altri sintomi possono includere allucinazioni visive ricorrenti e realistiche, fluttuazioni nelle abilità giornaliere della persona e  problemi al movimento spontaneo simili a quelle osservate nel morbo di Parkinson".

"L'ADHD è uno dei disturbi del comportamento più comune in psichiatria infantile e adolescenziale e i problemi che provoca, come la difficoltà a prestare attenzione, iperattività e fare le cose impulsivamente, possono continuare in età adulta. Si ritiene che gli stessi problemi di percorso dei neurotrasmettitori siano coinvolti nello sviluppo di entrambe le condizioni, quindi la nostra ricerca ha verificato che l'ADHD adulto spesso precede la DLB".

L'età media dei soggetti dello studio era di 75 anni nel gruppo DLB e 74 nell'Alzheimer e nel gruppo di controllo. Circa due terzi dei partecipanti erano donne e il grado di istruzione era molto simile. Nessuno dei pazienti stavano assumendo farmaci psicostimolanti. La selezione ha ristretto i pazienti a quelli con demenza da lieve a moderata, con punteggio 14-26 sulla scala MMSE e 1-2 sulla scala di valutazione clinica della demenza.

Nei controlli sani, i sintomi precedenti dell'ADHD sono stati valutati utilizzando le informazioni da parte degli stessi soggetti e di persone a conoscenza diretta. Nei pazienti con deterioramento cognitivo, la valutazione si è basata sui sintomi descritti da informatori che avevano conosciuto direttamente il paziente da almeno 10 anni e da altre informazioni da parenti stretti che conoscevano il paziente dall'infanzia.

Due neurologi, che non erano a conoscenza degli obiettivi dello studio, sono stati invitati a valutare in modo indipendente tutti i pazienti con ADHD adulto, via:

  • il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, IV edizione (DSM-IV), pubblicato dalla American Psychiatric Association per diagnosticare disturbi psichiatrici
  • la Wender Utah Rating Scale, che è specialmente concepita per valutare a posteriori l'ADHD.

Questo ha prodotto livelli di accordo del 98 per cento nel gruppo di DLB, del 96 per cento nel gruppo di Alzheimer e del 97,5 per cento nel gruppo di controllo. Un terzo neurologo ha dato il suo parere in piccolo numero di casi in cui i prime due erano in disaccordo e la diagnosi di ADHD è stata registrata, quando due su tre neurologi erano d'accordo. I risultati sono stati poi controllati da un quarto neurologo pienamente informato riguardo gli obiettivi dello studio.

Questi risultati hanno fornito una diagnosi complessiva di ADHD adulto precedente per i due gruppi di demenza e di controllo. Essi hanno inoltre dimostrato che l'impulsività e l'iperattività, i sintomi principali dell'ADHD, sono risultati significativamente più alti nel gruppo DLB rispetto al gruppo dell'Alzheimer e al gruppo di controllo (misurando 14,7 - 5,9 e 6.4, rispettivamente, sul Wender Utah Rating Scale).

"Crediamo che il nostro studio sia il primo del suo genere a esaminare l'associazione clinica tra i sintomi di ADHD adulto e la DLB e che ha stabilito un chiaro nesso tra le due condizioni", afferma il dottor Golimstok. "La nostra teoria è che questa associazione possa essere spiegata con la disfunzione comune dei neurotrasmettitori, presente in entrambe le condizioni. C'è chiaramente un processo comune coinvolto in entrambe le malattie e sembra che l'ADHD si trasforma spesso in DLB con l'invecchiamento del paziente."


 Fonte: Materiale fornito da Wiley - Blackwell, via AlphaGalileo.

Riferimenti: A. Golimstok, JI Rojas, M. Romano, MC Zurru, D. Doctorovich, E. Cristiano. Previous adult attention-deficit and hyperactivity disorder symptoms and risk of dementia with Lewy bodies: a case-control study. European Journal of Neurology, 2011; 18 (1): 78 DOI: 10.1111/j.1468-1331.2010.03064.x

Pubblicato su ScienceDaily il 18 gennaio 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Tutti i diritti sono riservati ai rispettivi proprietari


Notizie da non perdere

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.