Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio conferma i benefici dell'attività fisica all'aperto rispetto a quella al coperto

Una revisione sistematica, effettuata da un team del Peninsula College di Medicina e Odontoiatria, ha analizzato gli studi esistenti e ha concluso che ci sono benefici sia mentali che fisici nel fare esercizio fisico in un ambiente naturale. I risultati sono pubblicati sulla rivista di ricerca Environmental Science and Technology del 4 febbraio 2011.

Il team di ricerca, sostenuto dal Peninsula Collaboration in Leadership for Applied Health Research and Care (PenCLAHRC, una delle iniziative di salute e di ricerca del NIHR) in collaborazione con il Centro europeo per l'Ambiente e la Salute Umana (ECEHH), ha analizzato i dati provenienti da un certo numero di fonti, tra cui 11 studi controllati, randomizzati e non, che incorporano informazioni provenienti da 833 adulti. I test ammissibili sono stati quelli che hanno confrontato gli effetti delle iniziative di attività sportive all'aperto con quelle effettuate al coperto e che hanno riportato almeno un risultato di benessere fisico o mentale in adulti o bambini.

Lo studio ha scoperto che la maggior parte degli studi ha mostrato un miglioramento del benessere mentale, rispetto all'esercizio al chiuso. Fare attività fisica in ambienti naturali è stato associato con una maggiore sensazione di rivitalizzazione, una maggiore energia e impegno positivo, con diminuzioni di tensione, confusione, rabbia e depressione. I partecipanti hanno inoltre segnalato una maggiore soddisfazione e divertimento nell'attività all'aperto e hanno dichiarato di essere più propensi a ripetere l'attività in seguito. Tuttavia, nessuno degli studi identificati ha misurato gli effetti dell'attività fisica sul benessere fisico, o l'effetto degli ambienti naturali sulla costanza dell'esercizio.

A conti fatti questa revisione ha identificato alcuni effetti promettenti sul benessere mentale percepito immediatamente dopo l'esercizio in ambiente naturale, a differenza di quelli riportati in seguito ad attività al coperto. Questo è un primo passo che rivendica gli effetti positivi dei programmi sportivi all'aperto e degli interventi innovativi dei medici che includono esercizi all'aperto come parte di trattamenti olistici per chi soffre di depressione e disturbi psicologici simili.

Attualmente gli analisti delle ricerche stanno lavorando con una scarsità di prove di qualità, e il risultato più significativo di questo studio è la necessità urgente che vi siano ulteriori ricerche in questo settore. Sono necessari ampi e ben progettati studi a lungo termine su gruppi che beneficiano maggiormente dei potenziali vantaggi dell'esercizio all'aria aperta, per analizzare compiutamente gli effetti sul benessere mentale e fisico dell'attività fisica all'aperto. Sono necessari anche studi che misurano l'influenza di tali effetti sulla sostenibilità dell'attività fisica.

Il Dr Jo Thompson-Coon, ricercatore della PenCLAHRC, ha commentato: "L'ipotesi che ci sono effetti benefici aggiuntivi derivanti dall'esercizio nell'ambiente naturale è molto interessante ed ha suscitato notevole interesse. Utilizzando i dati attualmente a nostra disposizione, abbiamo ha rafforzato il collegamento tra benessere mentale e fisico e l'esercizio all'aperto, ma sono necessarie ulteriori ricerche e studi più lunghi fatti su misura e mirati a comprendere meglio questo legame."

L'autore senior dello studio, il professor Michael Depledge, presidente di Ambiente e Salute Umana al ECEHH, ha aggiunto: "Circa il 75 per cento della popolazione europea vive in ambienti urbani, quindi devono essere fatti sforzi sempre maggiori per ri-collegare le persone con la natura attraverso programmi come Green Gym e Blu Gym. La nostra ricerca, che riunisce i dati di una varietà di fonti, rilancia significativamente la necessità di passare più tempo in un ambiente naturale, dal momento che cittadini e relativi medici lottano per contrastare gli esiti negativi della vita moderna, come l'obesità e la depressione. Ci auguriamo di poter condurre ulteriori ricerche e test necessari per stabilire una base di prove a favore dell'introduzione dell'attività all'aperto nello stile di vita generale per completare un intervento terapeutico."

Il Professor Stuart Logan, Direttore dell'Istituto di Sanità -Servizio Ricerca e Direttore del PenCLAHRC al Peninsula College of Medicine Dentistry, ha dichiarato: "Questo è proprio il tipo di progetto che il PenCLAHRC supporta. Riflette l'obiettivo dell'Istituto Nazionale per la ricerca medica di diffondere il CLAHRCs in tutto il Regno Unito - ricerche individuate e svolte localmente per tradursi in un miglioramento della salute e del benessere, sia beneficiando la comunità locale che contribuendo alla produzione di prove da ricerca. Questo è un progetto emozionante con immenso potenziale".

 


Fonte: Materiale fornito da The Peninsula College of Medicine and Dentistry.

Riferimenti: J. Thompson Coon, K. Boddy, K. Stein, R. Whear, J. Barton, MH Depledge. Does Participating in Physical Activity in Outdoor Natural Environments Have a Greater Effect on Physical and Mental Wellbeing than Physical Activity Indoors? A Systematic Review. Environmental Science Technology, 2011; : 110203115102046 DOI: 10.1021/es102947t 

Pubblicato su ScienceDaily il 5 febbraio 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Tutti i diritti sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: questo articolo non si propone come terapia o dieta; qualsiasi modifica al proprio regime curativo o dietologico dovrebbe essere concordato con il proprio medico o dietologo.


Notizie da non perdere

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)