Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La perdita di memoria da Alzheimer può essere invertita?

L'Alzheimer è regolarmente considerata una delle malattie più temute. E' terrificante da contemplare e devastante quando insorge. La perdita di memoria, un sintomo comune dell'Alzheimer, inizia con la perdita di funzionalità delle connessioni sinaptiche tra i neuroni e progredisce con la distruzione dei neuroni stessi.


La ricerca condotta da un team dell'University College di Londra e pubblicata di recente sulla rivista Current Biology chiarisce il modo in cui i cambiamenti molecolari nelle sinapsi danneggiano la memoria e suggerisce i modi per prevenire, e possibilmente invertire, la perdita di memoria associata all'Alzheimer.

 

Le proteine ​​Wnt e Dkk1

Una proteina chiamata Wnt ha un ruolo importante in un processo chiamato «segnalazione canonica Wnt» che è coinvolto nella formazione e nello sviluppo delle sinapsi. La segnalazione Wnt è coinvolta anche nella modulazione della comunicazione tra un neurone e l'altro che avviene nelle sinapsi. Un altro tipo di proteina chiamata Dkk1 (Dickkopf-1) può bloccare la segnalazione Wnt legandosi ai recettori Wnt su un neurone.


Ricerche precedenti avevano suggerito che nell'Alzheimer sono coinvolte la riduzione di segnalazione Wnt e l'aumento di Dkk1. Ad esempio, i depositi di amiloide-beta che hanno un ruolo critico nel morbo, sembrano aumentare la produzione di Dkk1 nel cervello, e gli esami post-mortem del cervello di pazienti con Alzheimer avanzato mostrano livelli elevati di Dkk1. Anche se questi e altri risultati sono suggestivi, gli effetti sulla memoria dell'interazione tra Wnt e Dkk1 nella sinapsi non sono ancora stati esaminati completamente.


Il gruppo di ricerca ha guardato agli effetti di livelli elevati di Dkk1 nell'ippocampo (una struttura del cervello che ha un ruolo importante nella memoria a lungo termine) di topi appositamente allevati. I topi sono stati progettati geneticamente per aumentare la secrezione di Dkk1 quando ricevono iniezioni di antibiotico doxiciclina. La somministrazione di doxiciclina quindi diventa un interruttore acceso-spento per produrre molta Dkk1 nell'ippocampo.


Un gruppo di topi appositamente allevati (topi Dkk1) hanno ricevuto iniezioni di doxiciclina per due settimane prima del test, al contrario di un gruppo di loro fratelli di controllo. I ricercatori hanno poi effettuato una serie di test per determinare se i livelli elevati di Dkk1 influenzano l'attività alle sinapsi e se il blocco della Wnt con la Dkk1 influenza la memoria a lungo termine.


L'esame degli effetti della Dkk1 alla sinapsi ha dimostrato che livelli elevati di Dkk1 riducono la capacità del neurone inviante di eccitare o attivare un neurone ricevente. La Dkk1 ha anche ridotto la capacità dei due neuroni di formare connessioni più forti dopo la recente co-attivazione (cioè, la Dkk1 riduce la plasticità neurale). Inoltre, i ricercatori sono riusciti ad identificare le specifiche vie metaboliche attraverso cui la Dkk1 provoca perdita di funzione alla sinapsi.

 

Wnt, Dkk1 e perdita di memoria

Il modo con cui il blocco della Wnt con la Dkk1 danneggia la memoria è stato esaminato con il test del labirinto d'acqua e con quello della paura condizionata. Nel test del labirinto d'acqua un topo viene posizionato in un serbatoio d'acqua circolare che ha una piattaforma sommersa sotto la superficie. Il topo deve nuotare finché non trova la piattaforma. La memoria è misurata in termini di quanto tempo ci impiega il topo per raggiungere di nuovo la piattaforma nei tentativi successivi, dopo aver trovato la piattaforma la prima volta.


I topi Dkk1 ci hanno messo un tempo significativamente più lungo rispetto ai topi di controllo per tornare alla piattaforma la terza e quarta volta, indicando che impedire l'azione della Wnt con la Dkk1 perturba la memoria spaziale.


Nel test di paura condizionata, i topi sono collocati in un ambiente che è nuovo per loro e viene loro dato una scossa con una griglia elettrificata nel pavimento. Se il topo ricorda di aver subito la scossa, avrà paura la prossima volta che viene posizionato nello stesso ambiente. Quando un topo ha paura, si blocca (cessa ogni movimento diverso da quello di respirare). Il tempo trascorso immobile viene preso come misura della memoria del topo di aver ricevuto la scossa l'ultima volta che era nell'ambiente.


I topi nell'esperimento sono stati rimessi nell'ambiente in cui avevano ricevuto la scossa 24 ore dopo. I topi di controllo si bloccavano circa due volte di più dei topi Dkk1. Ciò indica che il blocco dell'attività Wnt con la Dkk1 sconvolge le associazioni di memoria tra i luoghi e le esperienze dolorose sperimentate in quei luoghi.


Presi nell'insieme, i test del labirinto d'acqua e quelli della paura condizionata indicano che la segnalazione Wnt ha un ruolo importante nella formazione della memoria e che il blocco di tale segnalazione con la Dkk1 nell'ippocampo può produrre deficit di memoria a lungo termine.

 

Si può invertire la perdita della funzione di memoria?

Lo stadio precoce di Alzheimer è di solito diagnosticato dopo che le sinapsi sono già danneggiate, ma prima che ci sia stata una distruzione significativa dei neuroni. Domanda: la funzione sinaptica può essere ripristinata eliminando il blocco Dkk1 sulla segnalazione Wnt o il blocco Dkk1 danneggia in modo permanente le sinapsi così da perdere per sempre la funzione?


I ricercatori hanno affrontato la questione con nuovi gruppi di topi Dkk1 e di controllo. I topi Dkk1 hanno ricevuto iniezioni di doxiciclina per due settimane per alzare i livelli di Dkk1 nell'ippocampo. Questa operazione è stata seguita da due settimane senza doxiciclina per riportare il Dkk1 a livelli normali.


I topi Dkk1 e di controllo sono stati confrontati dopo il periodo di quattro settimane di accensione-spegnimento del Dkk1. La capacità dei neuroni invianti di eccitare i neuroni riceventi non era significativamente differente tra i due gruppi di topi. In altre parole, l'eccitabilità sinaptica è stata completamente ripristinata nei topi Dkk1. I topi Dkk1 hanno anche esibito un pieno ripristino della plasticità neurale.


I topi sono stati sottoposti anche al test di paura condizionata dopo il periodo di quattro settimane. Il tempo di blocco era lo stesso per i topi Dkk1 e per i controlli. La funzione di memoria a lungo termine, che era persa bloccando la segnalazione Wnt con la Dkk1, si è ripristinata quando i livelli di Dkk1 si sono ridotti e la Wnt erano in grado di funzionare ancora normalmente.


Il ripristino della funzione della memoria a lungo termine combinata con il ripristino dell'eccitazione e della plasticità neurale alle sinapsi (osservato in questi esperimenti) indica che i deficit di memoria sintomatici dell'Alzheimer possono essere reversibili se si rimuove il blocco Dkk1 sulla segnalazione Wnt prima della distruzione dei neuroni.


Questa ricerca fornisce speranza per il futuro in termini di trattamento dell'Alzheimer. L'identificazione dell'interazione tra Wnt e Dkk1 alle sinapsi concentra la ricerca finalizzata allo sviluppo di trattamenti che impediscono la diffusione dell'Alzheimer sui modi per ridurre l'eccesso di Dkk1.


Una ricerca recente di Alzheimer mostra un modo in cui questo potrebbe essere realizzato. I depositi di amiloide-beta sembrano aumentare i livelli di Dkk1 nel cervello e studi clinici hanno dimostrato che l'anticorpo aducanumab è efficace nel ridurre i depositi di amiloide-beta.


E' particolarmente incoraggiante la scoperta che si può invertire la perdita della funzione di memoria causata da danni alle sinapsi. Se l'Alzheimer potesse essere diagnosticato precocemente, non solo si potrebbe impedire l'ulteriore diffusione, ma si potrebbe ripristinare la perdita della funzione di memoria a lungo termine subita dai pazienti.


La ricerca pubblicata in Current Biology indica una lunga strada per arrivare a un trattamento per l'Alzheimer, ma combinata con altri progressi recenti potrebbe rivelarsi un passo molto importante verso il giorno in cui l'Alzheimer non sarà più temuto perché potrà essere controllato.

 

 

 


Fonte: Kevin Murnane PhD in Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Aude Marzo, Soledad Galli, Douglas Lopes, Faye McLeod, Marina Podpolny, Margarita Segovia-Roldan, Lorenza Ciani, Silvia Purro, Francesca Cacucci, Alasdair Gibb, Patricia C. Salinas. Reversal of Synapse Degeneration by Restoring Wnt Signaling in the Adult Hippocampus. Current Biology, In Press. DOI: http://dx.doi.org/10.1016/j.cub.2016.07.024

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.