Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come riesce il cervello a generare nuovi ricordi senza perdere quelli vecchi?



Scienziati della Columbia University hanno sviluppato un nuovo modello matematico che aiuta a spiegare come la complessità biologica permette al cervello umano di stabilire nuovi ricordi senza cancellare quelli vecchi, chiarendo come il cervello mantiene la fedeltà dei ricordi per anni, decenni o addirittura per tutta la vita.


Questo modello potrebbe aiutare i neuroscienziati a progettare studi più mirati della memoria, e anche stimolare progressi nell'hardware neuromorfo, i potenti sistemi di calcolo ispirati al cervello umano. La ricerca è pubblicata online da ieri su Nature Neuroscience.


"Il cervello riceve, organizza e memorizza continuamente i ricordi. Questi processi, che sono stati studiati in innumerevoli esperimenti, sono così complessi che gli scienziati hanno sviluppato modelli matematici per comprenderli meglio", ha detto Stefano Fusi PhD, ricercatore principale del Mortimer B. Zuckerman Mind Brain Behavior Institute della Columbia, professore associato di neuroscienze della Columbia University e autore senior della ricerca. "Il modello che abbiamo sviluppato spiega finalmente perché la biologia e la chimica che sono alla base della memoria sono così complesse, e in che modo questa complessità guida la capacità di ricordare del cervello".


E' diffusa l'opinione che i ricordi siano memorizzati nelle sinapsi, piccole strutture sulla superficie dei neuroni. Queste sinapsi fungono da condotte, trasmettendo informazioni alloggiate all'interno di impulsi elettrici che di norma passano da neurone a neurone. Nei primi modelli della memoria, l'intensità dei segnali elettrici che passa attraverso le sinapsi era paragonata alla manopola del volume di un impianto stereo; girava in su per aumentare (o in giù per abbassare) la forza di connessione tra i neuroni. Questo permette di generare ricordi.


Questi modelli funzionano molto bene, perchè rappresentano un'enorme capacità di memoria. Ma pongono anche un dilemma interessante:

"Il problema con un modello semplice di funzionamento delle sinapsi, tipo regolazione del volume, era che si è ipotizzato che la loro forza possa essere regolata indefinitamente in più o in meno", ha detto il dottor Fusi, che è anche membro del Center for Theoretical Neuroscience della Columbia. "Ma nel mondo reale questo non può accadere. Che si tratti della manopola del volume di un impianto stereo o di un qualsiasi sistema biologico, ci deve essere un limite fisico a quanto si può girare".


Quando sono imposti questi limiti, la capacità di memoria di questi modelli crolla. Così il dottor Fusi, in collaborazione con il collega Larry Abbott PhD, ricercatore del Zuckerman Institute, esperto di modellazione matematica del cervello, ha offerto un'alternativa: ogni sinapsi è più complessa di una sola regolazione, e dovrebbe invece essere descritta come un sistema con più regolazioni.


Nel 2005, i Dott. Fusi e Abbott hanno pubblicato uno studio che spiegava questa idea. Hanno descritto come le diverse regolazioni (che forse rappresentano gruppi di molecole) all'interno di una sinapsi potrebbero operare in tandem per formare nuovi ricordi, proteggendo quelli vecchi. Ma anche questo modello, come realizzato in seguito dagli autori, è insufficiente a spiegare quello che credevano potesse contenere il cervello, in particolare quello umano.


"Siamo arrivati a renderci conto che i vari componenti sinaptici, o regolazioni, non solo funzionano su diverse scale temporali, ma stanno anche probabilmente comunicando tra di loro", ha detto Marcus Benna PhD, ricercatore associato al Center for Theoretical Neuroscience della Columbia e primo autore della ricerca pubblicata ieri su Nature Neuroscience. "Una volta che abbiamo aggiunto la comunicazione tra i componenti del nostro modello, la capacità di stoccaggio è aumentata di un fattore enorme, diventando di gran lunga più rappresentativa di ciò che si realizza all'interno del cervello vivente".


Il Dr. Benna ha paragonato i componenti di questo nuovo modello ad un sistema di bicchieri collegati tra loro attraverso una serie di tubi: "In un gruppo di bicchieri interconnessi, ciascuno riempito con diverse quantità di acqua, il liquido tenderà a scorrere tra loro in modo tale che i livelli dell'acqua diventano uguali. Nel nostro modello, i bicchieri rappresentano i vari componenti all'interno di una sinapsi. L'aggiunta di liquido a uno dei bicchieri, o la rimozione da alcuni di essi, rappresenta la codifica di nuovi ricordi. Nel tempo, il flusso risultante di liquido si diffonde attraverso gli altri bicchieri, che è la conservazione a lungo termine dei ricordi".


I Dott. Benna e Fusi sperano che questo lavoro possa aiutare i neuroscienziati in laboratorio, agendo da quadro teorico per guidare i futuri esperimenti e portando infine a una caratterizzazione più completa e dettagliata del cervello.


"Mentre la base sinaptica della memoria è ben accettata, in non piccola parte per merito del lavoro del Dr. Eric Kandel, premio Nobel e condirettore del Zuckerman Institute, è stato molto più difficile chiarire come le sinapsi supportano i ricordi per molti anni senza degrado", ha detto il Dott Abbott. "Il lavoro dei Dott. Benna e Fusi dovrebbe servire da guida per i ricercatori che esplorano la complessità molecolare delle sinapsi".


Anche le implicazioni tecnologiche di questo modello sono promettenti. Il Dr. Fusi è da lungo tempo affascinato dall'hardware neuromorfo, i computer che sono stati progettati per imitare un cervello biologico.


"Oggi, l'hardware neuromorfo è limitato dalla capacità di memoria, che può essere catastroficamente bassa quando questi sistemi sono progettati per imparare in modo autonomo", ha detto il dottor Fusi. "La creazione di un modello migliore di memoria sinaptica potrebbe contribuire a risolvere questo problema, accelerando lo sviluppo di dispositivi elettronici che sono sia compatti che ad alta efficienza energetica, e altrettanto potenti del cervello umano".

 

 

 


Fonte: Columbia University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Stefano Fusi, Patrick J. Drew, L.F. Abbott. Cascade Models of Synaptically Stored Memories. Neuron, 2005; 45 (4): 599 DOI: 10.1016/j.neuron.2005.02.001
  2. Marcus K Benna, Stefano Fusi. Computational principles of synaptic memory consolidation. Nature Neuroscience, October 2016 DOI: 10.1038/nn.4401

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.