Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperta promettente per la diagnosi precoce e non invasiva dell'Alzheimer



Scoperta promettente per la diagnosi precoce e non invasiva dell'AlzheimerBiomarcatori della tau in un soggetto sano (sinistra) e con Alzheimer (destra)Una scoperta di grande rilevanza nel campo della ricerca medica, pubblicata sul Journal of Alzheimer’s Disease, ha individuato un nuovo biomarcatore precoce dell'Alzheimer.


La ricerca è il frutto di una proficua collaborazione tra il laboratorio di neuroscienze del Centro Internazionale Biomedicina guidato dal Dr. Ricardo Maccioni e il team di ricerca del Dott. Andrea Slachevsky dell'Università del Cile, insieme con i dott. Oscar Lopez e James Becker dell'Università di Pittsburgh.


I Dott. Maccioni e Farías hanno sperimentato una tecnologia che rileva le forme oligomeriche patologiche della proteina tau cerebrale nelle piastrine del sangue dei pazienti di Alzheimer (AD) e di altre patologie neurodegenerative. Ancora più importante, il rapporto tra questa tau anomala e quella normale riesce a discriminare i pazienti di AD dai controlli normali, e si associa a un minore deterioramento cognitivo.


Questi studi aprono una nuova strada nello sviluppo di biomarcatori altamente sensibili ed efficaci per le patologie neurodegenerative. Il fatto che le forme patologiche di proteine ​​tau nelle piastrine si correli al volume ridotto del cervello in aree note per essere associate con la patologia di AD è un passo avanti per l'uso di biomarcatori periferici, non solo per scopi clinici, ma anche per studi di ricerca orientati a comprendere la complessità della patologia.


Questa ricerca ha dimostrato che il rapporto tra le varianti patologiche e quelle normali della tau si associa alla riduzione del volume cerebrale in strutture chiave connesse con la malattia. Queste strutture includono il giro cingolato mediale sinistro e anteriore destro, il cervelletto destro, il talamo destro (pulvinar), la corteccia frontale sinistra, e la regione paraippocampale destra, secondo l'approccio via scansioni MRI.


Oltre all'enorme utilità di questa tecnologia non invasiva per il rilevamento e la progressione dell'AD, l'uso di un biomarcatore tau potrebbe portarci a identificare la patologia AD prima dell'apparizione dei sintomi clinici, e potrebbe avere un ruolo essenziale nello sviluppo di terapie preventive. Inoltre, determinare i marcatori periferici tau nelle piastrine può contribuire a capire la fisiopatologia dei molteplici processi neurodegenerativi in ​​cui le proteine ​​tau hanno un ruolo fondamentale.

 

 

 


Fonte: IOS Press via AlphaGalileo (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Andrea Slachevsky, Leonardo Guzmán-Martínez, Carolina Delgado, Pablo Reyes, Gonzalo A. Farías, Carlos Muñoz-Neira, Eduardo Bravo, Mauricio Farías, Patricia Flores, Cristian Garrido, James T. Becker, Oscar L. López, Ricardo B. Maccioni. Tau Platelets Correlate with Regional Brain Atrophy in Patients with Alzheimer’s Disease. Journal of Alzheimer's Disease, 2016; 55 (4): 1595 DOI: 10.3233/JAD-160652

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)