Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trasporto difettoso dei lisosomi promuove le placche di Alzheimer

 Trasporto difettoso dei lisosomi promuove le placche di AlzheimerNel cervello dei topi con Alzheimer, livelli ridotti di JIP3 (a destra) inducono la formazione di placche di amiloide più grandi (rosso) e un aumento di assoni rigonfi pieni di lisosomi (verde). Fonte: Gowrishankar et al., 2017Ricercatori della Yale University hanno scoperto che i difetti nel trasporto dei lisosomi all'interno dei neuroni promuovono l'accumulo di aggregati di proteine ​​nel cervello di topi con Alzheimer.


Lo studio, pubblicato il 7 agosto su The Journal of Cell Biology, suggerisce che trovare il modo di ripristinare il trasporto di lisosomi potrebbe rappresentare un nuovo approccio terapeutico per curare il disturbo neurodegenerativo.


L'Alzheimer è la sesta causa di morte negli Stati Uniti, e si stima che oltre 5 milioni di americani attualmente vivano con il disturbo. Una caratteristica della malattia è la formazione di placche di amiloide nel cervello. Le placche consistono in aggregati extracellulari di un frammento proteico tossico chiamato amiloide-β circondato da numerosi assoni rigonfi, la parte dei neuroni che conduce gli impulsi elettrici ad altre cellule nervose.


Questi rigonfiamenti assonali sono pieni di lososomi, unità di smaltimento di rifiuti cellulari che degradano componenti vecchi o danneggiati della cellula. Nei neuroni, si pensa che i lisosomi 'maturino' quando vengono trasportati dalle estremità dell'assone al corpo del neurone, acquisendo gradualmente la capacità di degradare il loro carico. I lisosomi che si bloccano e si accumulano all'interno dei gonfiori assonali associati alle placche amiloidi non riescono a maturare correttamente, ma non è chiaro come questi lisosomi contribuiscono allo sviluppo del morbo. Una possibilità è che promuovano l'accumulo di amiloide-β perché alcuni degli enzimi che generano l'amiloide-β (tagliando una proteina chiamata proteina precursore dell'amiloide, o APP) si accumulano nei gonfiori con i lisosomi immaturi.


Shawn Ferguson e i colleghi di Yale hanno esaminato questa possibilità impedendo il trasporto di lisosomi nei neuroni di topo. I ricercatori hanno scoperto che i neuroni carenti della proteina JIP3 non riescono a trasportare i lisosomi dagli assoni al corpo cellulare, portando all'accumulo di lisosomi nei gonfiori assonali simili a quelli osservati nei pazienti di Alzheimer. I gonfiori inoltre accumulano APP e due enzimi - BACE1 e presenilin 2 - che lo tagliano per generare amiloide-β. I neuroni privi di JIP3 hanno quindi generato maggiori quantità di amiloide-β.


I ricercatori hanno quindi rimosso una copia del gene che codifica la JIP3 - dimezzando la quantità prodotta di proteina JIP3 - da topi che erano già inclini a sviluppare l'Alzheimer. Questi animali hanno prodotto più amiloide-β e hanno formato placche amiloidi più grandi, circondate da un maggior numero di assoni rigonfi.


"Nel complesso, i nostri risultati indicano che l'accumulo assonale di lisosomi nelle placche amiloidi non è un passante casuale ma un importante contributore dell'elaborazione dell'APP e della crescita delle placche di amiloide", afferma Ferguson. I fattori genetici e ambientali che impediscono il trasporto lisosomico possono quindi contribuire alla progressione dell'Alzheimer. Ad esempio, sappiamo che le lesioni cerebrali traumatiche, ritenute fattori di rischio significativi dell'Alzheimer, interrompono il trasporto lungo gli assoni e inducono il gonfiore assonale.


"L'identificazione di altre proteine ​​che funzionano a fianco della JIP3 nella regolazione del trasporto assonale, e nella maturazione dei lisosomi, potrebbe alla fine portare a strategie per modulare l'abbondanza assonale di lisosomi a fini terapeutici", afferma Ferguson.

 

 

 


Fonte: Rockefeller University Press via ScienceDaily (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Swetha Gowrishankar, Yumei Wu, Shawn M. Ferguson. Impaired JIP3-dependent axonal lysosome transport promotes amyloid plaque pathology. The Journal of Cell Biology, 2017 DOI: 10.1083/jcb.201612148

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.