Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Farmaci antiulcera non aumentano il rischio di Alzheimer

L'uso di inibitori della pompa protonica non aumenta il rischio di Alzheimer, conclude un recente studio eseguito all'Università della Finlandia Orientale.


Gli inibitori della pompa protonica sono un tipo di farmaci antiulcera molto usati dagli anziani.


L'associazione tra inibitori della pompa protonica e Alzheimer è stata studiata all'Università della Finlandia Orientale perché due studi precedenti eseguiti in Germania avevano riferito un aumento del rischio di demenza.


Tuttavia, questi risultati non sono stati confermati dall'esteso studio finlandese, almeno non per il rischio di Alzheimer, che è la forma più comune di demenza. I risultati sono stati pubblicati su American Journal of Gastroenterology.


Secondo il nuovo studio, l'uso di inibitori della pompa protonica non si è associato ad un aumento del rischio di Alzheimer, nemmeno nel lungo termine oltre i tre anni. Inoltre, una dose più elevata non ha aumentato il rischio. Secondo i ricercatori, le persone non hanno bisogno di evitare gli inibitori della pompa protonica per timore di sviluppare l'Alzheimer.


Tuttavia, l'uso a lungo termine negli anziani degli inibitori della pompa protonica dovrebbe essere considerato attentamente, in quanto è stato correlato con un ridotto assorbimento di calcio e vitamina B12 e con gravi infezioni intestinali (Clostridium difficile).

 

Più di un terzo degli anziani usa inibitori della pompa protonica

L'uso di inibitori della pompa protonica è molto comune tra le persone con Alzheimer e tra i coetanei della stessa età. Un altro studio recente dello stesso gruppo di ricerca aveva dimostrato che oltre un terzo degli anziani usa inibitori della pompa protonica.


L'uso a lungo termine è un po' più comune in chi ha l'Alzheimer che tra le controparti senza la malattia: il 20% delle persone con Alzheimer e il 18% delle persone senza malattia hanno usato gli inibitori della pompa protonica con continuità per oltre sei mesi. Lo studio è stato pubblicato su European Journal of Clinical Pharmacology.


La causa fondamentale dell'Alzheimer non è nota, ma il processo di malattia richiede diversi anni prima che la malattia possa essere diagnosticata. Per questo motivo, si cercano i fattori di rischio che possono essere modificati o evitati, come i farmaci. Secondo lo studio attuale, l'uso di inibitori della pompa protonica non è uno di questi fattori di rischio modificabili.


L'uso dell'inibitore della pompa protonica è stato confrontato tra finlandesi con Alzheimer e coetanei senza la malattia. Lo studio fa parte dello studio nazionale MEDALZ, che comprende tutte le persone diagnosticate con Alzheimer in Finlandia nel periodo 2005-2011. Lo studio ha incluso 70.718 persone con Alzheimer e 282.862 persone di controllo, ed è il più grande studio sul tema fatto finora.

 

 

 


Fonte: University of Eastern Finland (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Taipale H, Tolppanen AM, Tiihonen M, Tanskanen A, Tiihonen J, Hartikainen S. No association between proton pump inhibitor use and risk of Alzheimer’s disease. American Journal of Gastroenterology, published online July 11, 2017. doi: 10.1038/ajg.2017.196

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.