Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'obesità aumenta il rischio di demenza

Le persone che hanno un indice di massa corporea (IMC) elevato hanno maggiori probabilità di sviluppare una demenza rispetto a quelli con un peso normale, secondo un nuovo studio condotto alla University College London.


Lo studio, pubblicato sulla rivista Alzheimer's & Dementia, ha analizzato i dati di 1,3 milioni di adulti che vivono negli Stati Uniti e in Europa. I ricercatori hanno anche scoperto che le persone vicine all'insorgenza alla demenza, e che poi la sviluppano, tendono ad avere un peso corporeo inferiore rispetto ai loro coetanei senza demenza.


Il primo autore dello studio, il professor Mika Kivimäki (Institute of Epidemiology & Health), ha detto:

"L'associazione IMC-demenza osservata in studi longitudinali sulla popolazione, come il nostro, è in realtà attribuibile a due processi.

"Uno è un effetto negativo dell'eccesso di grasso corporeo sul rischio di demenza, l'altro è la perdita di peso dovuta alla demenza preclinica, per cui le persone che la sviluppano possono avere un indice di massa corporea superiore alla media circa 20 anni prima dell'insorgenza della demenza, ma vicino alla demenza palese hanno un IMC inferiore rispetto a quelli che rimangono sani".

"Il nuovo studio conferma sia l'effetto avverso dell'obesità che la perdita di peso causata dai cambiamenti metabolici durante lo stadio pre-demenza".


Ricerche precedenti su come il peso di una persona influenza il rischio di demenza avevano prodotto risultati contrastanti. Alcuni risultati suggerivano che essere obesi pone un rischio maggiore di demenza, ma altri studi hanno collegato il peso inferiore all'incidenza più alta di demenza.


In questo studio, i ricercatori di tutta Europa hanno riunito dati a livello individuale di 39 studi sulla popolazione longitudinale di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Svezia e Finlandia. Un totale di 1.349.857 adulti senza demenza hanno partecipato a questi studi e il loro peso e altezza sono stati valutati. La demenza è stata accertata attraverso le cartelle cliniche elettroniche ottenute da ospedalizzazione, farmaci prescritti e registri di morte.


Un totale di 6.894 partecipanti ha sviluppato demenza durante i 38 anni massimi di studio. Due decenni prima della demenza sintomatica, un IMC più elevato predice la comparsa di demenza: ogni aumento di 5 unità dell'IMC è associato a un rischio del 16-33% più alto di questa condizione (5 unità IMC sono 14,5 kg per una persona alta 1,70m equivalgono circa alla differenza di peso tra le categorie sovrappeso e normale o tra le categorie obesi e sovrappeso). Al contrario, il livello medio di IMC durante la fase pre-clinica, vicino all'esordio della demenza, era più basso rispetto a quello dei partecipanti che rimanevano sani.


Nel 2015, il numero di persone con demenza ha raggiunto quasi 45 milioni, due volte di più rispetto al 1990. Questo studio suggerisce che il mantenimento di un peso sano potrebbe prevenire, o almeno ritardare, la demenza.

 

 

 


Fonte: University College London via ScienceDaily (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Mika Kivimäki, Ritva Luukkonen, G. David Batty, Jane E. Ferrie, Jaana Pentti, Solja T. Nyberg, Martin J. Shipley, Lars Alfredsson, Eleonor I. Fransson, Marcel Goldberg, Anders Knutsson, Markku Koskenvuo, Eeva Kuosma, Maria Nordin, Sakari B. Suominen, Töres Theorell, Eero Vuoksimaa, Peter Westerholm, Hugo Westerlund, Marie Zins, Miia Kivipelto, Jussi Vahtera, Jaakko Kaprio, Archana Singh-Manoux, Markus Jokela. Body mass index and risk of dementia: Analysis of individual-level data from 1.3 million individuals. Alzheimer's & Dementia, 2017; DOI: 10.1016/j.jalz.2017.09.016

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)