Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Calcolo volume cervello in certe aree: metodo non invasivo per rilevare l'Alzheimer

Calcolo volume cervello in certe aree: metodo non invasivo per rilevare l'Alzheimer

Una nuova ricerca traccia un legame tra i cambiamenti anatomici e quelli dei biomarcatori del cervello che sono noti per apparire nelle prime fasi del morbo di Alzheimer (MA), scoperte che potrebbero fornire un test sensibile ma non invasivo per l'AD, prima che compaiano i sintomi cognitivi.


Gli scienziati sanno da tempo che uno dei primi segni dell'MA è l'accumulo di proteine amiloide​-​beta e tau nel cervello. Sanno anche che l'ippocampo si atrofizza e perde volume in alcuni pazienti con MA, anni prima del declino cognitivo.


Per esaminare il legame tra i due fenomeni, un team di ricercatori della McGill University e di istituti sanitari affiliati alla McGill hanno seguito 88 individui a rischio ereditario di AD, ma che non avevano alcun segno cognitivo evidente della malattia. Il team ha scansionato il cervello dei partecipanti con la risonanza magnetica (MRI) per determinarne il volume e ha estratto il liquido cerebrospinale (CSF) per testare i livelli di amiloide-beta e tau. Questi dati sono stati raccolti dal Centre for Studies on the Prevention of Alzheimer’s Disease (StoP-AD) dell'Istituto Universitario Douglas Mental Health sotto la guida del Dr. John Breitner.


Usando modelli statistici, i ricercatori hanno scoperto che gli alti livelli di amiloide-beta e di tau sono associati a volumi più piccoli e a profili di intensità dell'immagine di aree specifiche del circuito ippocampale, e che questo è meno probabile quando c'è accumulo di una proteina ma non dell'altra. La ricerca relativa all'intensità suggerisce che i ricercatori possono usare la risonanza magnetica per esaminare i cambiamenti che si verificano a livello microstrutturale e che possono persino precedere i deficit più gravi di volume.

 

Usare i biomarcatori per testare l'efficacia dei farmaci negli studi clinici

I loro risultati aumentano la nostra conoscenza del modo in cui l'MA progredisce dai primi segni fisiologici al declino cognitivo, aiutando a identificare quelli a maggior rischio di AD. Questi biomarcatori possono quindi essere usati per testare l'efficacia dei farmaci negli studi clinici. Un giorno possono anche consentire ai medici di identificare, con la sola risonanza magnetica, le persone a rischio, eliminando la necessità di un prelievo lombare, che può essere una procedura dolorosa.


"Il nostro lavoro mette in evidenza non solo la necessità, ma anche la possibilità di aggiungere biomarcatori sensibili della patologia iniziale della materia bianca nella fase presintomatica dell'MA", dice Christine Tardif, professore assistente al McConnell Brain Imaging Center del Montreal Neurological Institute and Hospital, e prima autrice del documento.


"Questa tecnica si dimostra molto promettente nell'identificare le persone con un rischio più alto di sviluppare l'MA, senza usare una procedura invasiva come il prelievo lombare, che può essere stressante per i pazienti", dice Mallar Chakravarty, autore senior dello studio e professore assistente nel Dipartimento di Psichiatria della McGill e neuroscienziato computazionale nel Cerebral Imaging Center del Douglas Mental Health University Institute.


Il loro lavoro è stato pubblicato sulla rivista Human Brain Mapping il 21 novembre 2017.

 

 

 


Fonte: McGill University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Christine L. Tardif, Gabriel A. Devenyi, Robert S. C. Amaral, Sandra Pelleieux, Judes Poirier, Pedro Rosa-Neto, John Breitner, M. Mallar Chakravarty. Regionally specific changes in the hippocampal circuitry accompany progression of cerebrospinal fluid biomarkers in preclinical Alzheimer's disease.Hum Brain Mapp. 2017; 00:1–14. DOI 10.1002/hbm.23897

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.