Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Uso di ospedale e risorse sanitarie nel fine vita dei pazienti di Alzheimer

Poiché ora le persone vivono più a lungo e spesso sono più sane, è aumentato il tasso di alcune malattie che hanno maggiore probabilità di svilupparsi con l'età. Queste malattie includono la demenza.


In effetti, il numero di persone che vivono con una demenza già nel 2015 era di 47 milioni in tutto il mondo. Potrebbe raggiungere i 131 milioni entro il 2050. Demenza è un termine generale che include diversi tipi di declino mentale. Il tipo più comune di demenza è il morbo di Alzheimer (MA), che rappresenta il 60-80% di tutti i casi di demenza.


Con il peggioramento del MA, gli anziani possono avere maggiori difficoltà nelle attività quotidiane, possono sviluppare difficoltà a deglutire e possono diventare meno attivi. Ciò aumenta il rischio di altri problemi come le infezioni. Queste infezioni, come la polmonite, possono aumentare il rischio di morte. Di conseguenza, la causa della morte delle persone che vivono con MA è spesso infezione o altro, piuttosto che il MA stesso.


Un gruppo di ricercatori belgi ha recentemente studiato come le persone con MA usano i servizi medici durante i loro ultimi mesi di vita. L'obiettivo era quello di capirne di più sui modi migliori per aiutare gli anziani con demenza alla fine della loro vita. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of American Geriatrics Society.


I ricercatori hanno studiato le informazioni su persone con MA che vivevano in Belgio e che sono morte nel 2012. Hanno confrontato due gruppi di persone a cui era stato diagnosticato il MA:

  1. un gruppo aveva certificati di morte che citavano il MA come causa della morte; questo era il gruppo che è morto a causa del MA;
  2. il secondo gruppo comprendeva individui con diagnosi di MA ma con certificati di morte che elencavano un'altra causa di morte (come le infezioni); questo era il gruppo che è morto con MA (ma non da MA).


I ricercatori hanno esaminato le risorse sanitarie usate dai due gruppi negli ultimi sei mesi di vita.

Tra le oltre 11.000 persone coinvolte nello studio, il 77% aveva qualcos'altro oltre al MA come causa di morte sul certificato di morte, mentre il 22% è morto di MA. L'età media di questi individui era di 85 anni e la maggior parte erano donne.


Le persone che sono morte con MA avevano più probabilità di avere avuto almeno un ricovero ospedaliero e più permanenza in unità di terapia intensiva (ICU). Le persone di entrambi i gruppi hanno avuto circa 12 visite di un medico negli ultimi sei mesi della loro vita.


Tuttavia, le persone che sono morte con MA hanno ricevuto meno servizi di cure palliative. Le cure palliative aiutano a tenerci a nostro agio quando siamo vicini alla morte o quando si tratta di una malattia grave. Ciò includeva meno servizi di assistenza domiciliare palliativa negli ultimi sei mesi della loro vita. Hanno trascorso anche meno giorni in una casa di cura.


Le persone nello studio la cui causa di morte era elencata come qualcosa di diverso dal MA avevano anche maggiori probabilità di avere avuto procedure invasive rispetto alle persone morte di MA. Queste procedure invasive includevano l'uso di respiratori e la rianimazione (il termine medico per far rivivere qualcuno dall'incoscienza o dalla morte apparente).


I ricercatori hanno concluso che gli anziani la cui causa di morte era il MA avevano usato meno risorse sanitarie rispetto alle persone la cui causa di morte era elencata come qualcos'altro, anche se avevano la diagnosi di MA.


I ricercatori suggeriscono che riconoscere il MA allo stadio avanzato come una condizione di fine vita potrebbe influenzare gli operatori sanitari a usare più risorse per cure palliative e meno procedure invasive.

 

 

 


Fonte: The AGS Foundation for Health in Aging (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kristof Faes, Joachim Cohen and Lieven Annemans. Resource Use During the Last 6 Months of Life of Individuals Dying with and of Alzheimer's Disease. Journal of the American Geriatric Society, published 15 Feb 2018, DOI: 10.1111/jgs.15287

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)