Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Benefici cognitivi del bilinguismo sono sopravvalutati, secondo la revisione di 152 studi

Diversi studi hanno recentemente suggerito di imparare e usare attivamente due lingue, per addestrare le funzioni esecutive nel cervello, come focalizzare l'attenzione, sopprimere le interferenze dall'ambiente e passare da un'attività all'altra.


Una nuova ricerca, tuttavia, mostra che queste affermazioni sono troppo ottimistiche. Il bilinguismo è naturalmente molto utile nella comunicazione tra le persone, ma non sembra aumentare le capacità cognitive legate alle funzioni esecutive.


Questo è quanto mostra una nuova revisione completa eseguita dalla ricercatrice Minna Lehtonen e dal suo gruppo al Dipartimento di Psicologia dell'Università Åbo Akademi, in Finlandia:

"I vantaggi del bilinguismo nelle funzioni esecutive sono stati al centro di ricerche attive negli ultimi anni, e il tema ha ricevuto molta attenzione non solo dalla comunità scientifica ma anche dai media internazionali.

"Si ritiene che l'uso attivo di due lingue e il passaggio da una lingua all'altra possa addestrare queste funzioni, ma la nostra panoramica completa dell'intera ricerca esistente non supporta questa affermazione".


La Lehtonen e il suo gruppo di ricerca hanno effettuato una revisione sistematica, ovvero una meta-analisi di 152 studi in totale, incentrati sulle prestazioni degli adulti bilingue e monolingue in compiti che misurano aree diverse delle funzioni esecutive. Questi studi sono stati condotti in 27 paesi in cui il bilinguismo assume forme diverse.


Nella revisione, non sono stati trovati benefici significativi per i bilingui in una qualsiasi sottoarea delle funzioni esecutive.


Lo studio ha anche analizzato una serie di fattori di fondo che presumibilmente influenzano l'entità presunta del beneficio osservato. Tali fattori includevano, ad esempio, l'età di acquisizione della seconda lingua, l'età dei partecipanti e la combinazione linguistica.


Nessuna di queste analisi ha supportato l'idea che alcuni tipi di bilingui mostrassero sistematicamente un vantaggio nelle funzioni esecutive.


Secondo la Lehtonen, i risultati indicano che il bilinguismo o l'uso attivo di un'altra lingua non migliorano le funzioni esecutive negli adulti sani:

"I vantaggi del bilinguismo sono le competenze linguistiche e ciò che offrono per la comunicazione tra persone e culture".

 

 

 


Fonte: Abo Akademi University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Minna Lehtonen, Anna Soveri, Aini Laine, Janica Järvenpää, Angela de Bruin, Jan Antfolk. Is bilingualism associated with enhanced executive functioning in adults? A meta-analytic review.. Psychological Bulletin, 2018; DOI: 10.1037/bul0000142

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)