Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Una botta in testa può portare alla demenza

Le mie opinioni sui pericoli dei colpi in testa sono state stampate diverse volte, specialmente per quello che succede nel pugilato e nel calcio. Sono persino arrivata al punto di chiedere il bando alla boxe.
Questo perché ogni colpo alla testa uccide milioni di cellule cerebrali, portando nel tempo a una degenerazione del cervello chiamata encefalopatia traumatica cronica (CTE).


L'ultima ricerca va anche oltre, mostrando che le lesioni cerebrali (anche lievi, come una leggera commozione cerebrale) aumentano il rischio di demenza. Un rapporto recente pubblicato nel British Medical Journal afferma che le persone che hanno subito un trauma cranico hanno un rischio più alto di sviluppare demenza e morbo di Alzheimer (MA).


Lo studio è importante. È uno dei primi con una dimensione sufficientemente ampia del campione e un tempo di studio tale da poter valutare correttamente gli effetti della lesione cerebrale traumatica. Include i dati dal 1995 al 2013 dei 2.794.852 danesi che hanno compiuto 50 anni in qualche momento dello studio.


I ricercatori hanno usato le cartelle cliniche per identificare le persone che avevano subito un trauma cranico tra il 1977 e il 2013 e quelle che avevano avuto diagnosi di demenza. Nel periodo dello studio 132.093 persone hanno avuto almeno una lesione cerebrale traumatica e 126.734 hanno avuto una diagnosi di demenza.


L'analisi dei dati ha dimostrato che le persone che avevano avuto almeno una lesione cerebrale traumatica avevano anche il 24% in più di probabilità di avere una diagnosi di demenza rispetto a quelle senza una storia simile, e il 16% in più di probabilità di avere la diagnosi di MA.


Inoltre, i rischi di demenza aumentavano con il numero di lesioni cerebrali traumatiche subite. Anche la gravità del danno era legata a un rischio più alto di demenza e anche un singolo lieve infortunio (commozione cerebrale) era associato a un rischio più elevato del 17%.


Il rischio di demenza era più alto nei primi sei mesi dopo la lesione traumatica del cervello e diminuiva successivamente. Quanto più giovane era la persona che subiva la ferita, tanto maggiore era il rischio di demenza. I ricercatori hanno scritto: "Dal punto di vista della salute pubblica, i programmi di prevenzione delle lesioni traumatiche cerebrali hanno l'opportunità di ridurre l'onere della demenza in tutto il mondo".


Carol Brayne, del Cambridge Institute of Public Health, ha dichiarato: "Le lesioni cerebrali traumatiche hanno origini diverse, sono importanti gli incidenti stradali e le esposizioni militari. La probabilità di sopravvivenza dopo un trauma cranico è cambiata radicalmente nei paesi ad alto reddito".


Ciò significa che dobbiamo prestare particolare attenzione alle lesioni della testa anche più lievi e monitorare gli eventi successivi.

 

 

 


Fonte: Dott. Miriam Stoppard in Mirror.co.uk (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)