Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le risposte 'salva-apparenze' nell'Alzheimer

La demenza, in qualsiasi forma, è una malattia straziante che può togliere le capacità di pensare e giudicare. Per salvare la faccia, le persone con demenza spesso fingono di conoscere le risposte alle domande, anche se in realtà non è così.


Questo spesso nasconde la gravità della malattia ed esaspera le paure e le frustrazioni delle persone che si prendono cura di loro. L'atto di fingere di conoscere le risposte per salvare le apparenze è chiamato "risposte salva-apparenze" (SAR - Saving Appearance Responses), e un gruppo di ricerca dell'Università di Kumamoto in Giappone ha eseguito la prima analisi statistica delle SAR in pazienti con varie forme di demenza.


Le loro scoperte hanno rivelato che quelle risposte salva-faccia sono particolarmente comuni nelle persone con morbo di Alzheimer (MA), portando i ricercatori a consigliare ai medici e ai caregiver di dedicare un atteggiamento più rispettoso ai pazienti con demenza che esibiscono le SAR, perché queste implicano sentimenti conflittuali riguardo alle domande alle quali i pazienti non riescono a rispondere correttamente.


Le persone con demenza, nonostante abbiano sperimentato vari problemi nella loro vita sociale causati dai disturbi della memoria, spesso conversano come se ricordassero ciò che in effetti hanno dimenticato. Questo stile di comunicazione (con l'uso delle SAR) è ben noto tra coloro che trattano e si prendono cura delle persone con demenza.


In Giappone sono state fatte molte ricerche sulle SAR, ma la maggior parte si è basata sulle esperienze e le impressioni di medici, infermieri e psicologi clinici e non ha incluso abbastanza dati numerici.


Ricercatori dell'Università di Kumamoto hanno confrontato la frequenza apparente delle SAR osservate durante gli esami delle funzioni cognitive, usando definizioni della ricerca precedente per 4 patologie che causano demenza: MA (107 pazienti), MA con malattia cerebrovascolare (16), demenza di Lewy (30) e lieve deterioramento cognitivo (55).


Più della metà dei pazienti con MA è stata trovata con SAR ed è diventato subito chiaro che le reazioni e gli atteggiamenti salva-faccia di questi pazienti si verificano molto più frequentemente rispetto a quelli della demenza di Lewy e del lieve deterioramento cognitivo. L'esame è stato aggiustato statisticamente per sesso, durata stimata della malattia, funzione cognitiva e funzione del lobo frontale.


I ricercatori hanno scoperto che il MA aveva una probabilità 4,24 volte di più di generare SAR rispetto alla demenza da corpi di Lewy e 3,48 volte in più di un lieve decadimento cognitivo.


Il dott. Masateru Matsushita del Center for Medical Education and Research dell'Università di Kumamoto, primo autore dello studio, ha detto:

"Le SAR sono lo sforzo di un paziente per dimostrare di non avere problemi cognitivi, ma sembra che ci siano vari conflitti psicologici coinvolti. La ragione per cui sono visibili più SAR nel MA può essere perché, anche se la funzione di memoria del cervello è in declino, le capacità di giudizio e giudizio sono a malapena compromesse.

"L'attenzione alle SAR potrebbe essere utile per una diagnosi più accurata della demenza. Ci aspettiamo che capire meglio le caratteristiche delle SAR, in particolare nel MA, porti a una diagnosi più precoce e a cure mediche migliori per le persone con demenza".


Questa ricerca è stata pubblicata online sulla rivista PLOS ONE il 24 maggio 2018.

 

 

 


Fonte: Kumamoto University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Masateru Matsushita, Yusuke Yatabe, Asuka Koyama, Akiko Katsuya, Daisuke Ijichi, Yusuke Miyagawa, Hiroto Ikezaki, Noboru Furukawa, Manabu Ikeda, Mamoru Hashimoto. Are saving appearance responses typical communication patterns in Alzheimer's disease? PLOS ONE, 2018; 13 (5): e0197468 DOI: 10.1371/journal.pone.0197468

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.