Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Comunicare la diagnosi di demenza: le parole sono importanti

"Buona fortuna", dice mentre esco dal suo studio. Non la rivedrò più, non c'è nessun seguito dopo la diagnosi. Non c'è niente che si può fare.


Questa è la scena che ho descritto nel mio libro. Il mio ultimo incontro con la mia neurologa, dopo che mi ha dato la diagnosi di demenza a insorgenza precoce.


Lo sguardo triste e compassionevole, la stretta di mano e l'addio, nessuna parola di incoraggiamento, nessuna indicazione di come cambierà la vita, nessuna positività.


Nessun professionista sanitario dovrebbe mai sottovalutare l'effetto psicologico delle parole. Il modo in cui comunica una diagnosi che limita la vita può creare o distruggere quella persona.


Se qualcuno in una posizione di grande considerazione, come un consulente o un dottore, ci guarda con tristezza e afferma che non c'è nulla che si può fare, abbiamo la tendenza a crederci.


Andiamo via scoraggiati, credendo che sia la fine; quanto sarebbe stata diversa questa consultazione se avesse detto:

"Sì, la diagnosi è quella di demenza a esordio precoce. Pensa ad essa come l'inizio di un modo diverso di vivere; un modo per adattarti; per cercare di superare in astuzia le sfide che la demenza ti getterà addosso. C'è ancora così tanto che puoi fare, anche se in modo diverso e con supporto".


Quanto sarebbe stata diversa la mia mentalità nel lasciare il suo studio.


Sappiamo tutti fin troppo bene che non esiste una cura per la demenza. Il modello medico di diagnosi si concentra su questo fatto. Sarebbe meglio per i professionisti sanitari adottare un modello più sociale di prescrizione. Hanno fatto la diagnosi medica, attraverso le loro capacità e competenze, ma ora si dovrebbero concentrare sulla persona e sulla vita che il paziente ha ancora davanti.


Sentirsi dire che hai la demenza è già abbastanza grave - questa è la notizia devastante. Ma è qui che il linguaggio negativo può fermarsi e iniziare quello positivo.


C'è così tanto aiuto là fuori se sai dove cercare. Quello tra pari è il tipo di supporto più prezioso che ho trovato. Altre persone nella stessa situazione come me. Non c'è niente di più confortante che sentire qualcuno dire: "Oh sì, quello è successo a me".


Passare consigli da uno all'altro. Ridere, piangere, condividere, senza che nessuno ti giudichi, nessuno ti corregga se sbagli una parola. Dopo tutto, che importa?


Nessuno dovrebbe essere solo con la demenza.


Non soffermarti sulle perdite o sul futuro, dato che hai poco controllo su entrambi. Invece goditi il ​​
momento; divertiti oggi; e se oggi è una brutta giornata, allora domani potrebbe essere migliore.


Se solo un professionista sanitario mi avesse detto quelle parole all'inizio ...

 

 

 


Fonte: Wendy Mitchell, autrice del libro Somebody I Used to Know (Qualcuno che conoscevo).

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)