Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scansione del collo può predire il rischio di demenza vascolare 10 anni prima

blood cellsUna scansione di 5 minuti dei vasi sanguigni nel collo durante la mezza età potrebbe predire il declino cognitivo dieci anni prima che compaiano i sintomi, afferma una nuova ricerca eseguita alla University College London.


Se i risultati (presentati alla conferenza AHA Scientific Sessions di Chicago) saranno confermati da studi più ampi, la scansione potrebbe diventare parte del programma di esami di routine per le persone a rischio di demenza.


Mentre il cuore batte, il sangue lascia il muscolo cardiaco con forza e viaggia in giro per il corpo. Le arterie sane ed elastiche vicino al cuore attutiscono il sangue pompato per assicurare che, una volta raggiunto il cervello, il sangue scorra senza intoppi, e a velocità costante, attraverso i fragili vasi sanguigni.


Fattori come l'invecchiamento e l'ipertensione causano l'irrigidimento di questi vasi sanguigni, diminuendo il loro effetto protettivo. Di conseguenza, nella profondità dei vasi fragili che alimentano il cervello può penetrare un 'impulso' fisico progressivamente più forte.


Nel tempo, questo può causare danni ai piccoli vasi del cervello, cambiamenti strutturali nella rete dei vasi sanguigni del cervello e sanguinamenti minimi chiamati mini-ictus, che possono contribuire allo sviluppo della demenza.


Un gruppo internazionale di ricercatori, guidati dal professor John Deanfield (Institute of Cardiovascular Science della UCL), ha studiato un gruppo di 3.191 volontari di mezza età ai quali è stata eseguita un'ecografia per misurare l'intensità dell'impulso che raggiunge il cervello. Nei successivi 15 anni, i ricercatori hanno monitorato la memoria del partecipante e la capacità di risolvere i problemi.


I partecipanti il ​​cui sangue raggiungeva il cervello con l'intensità più alta (25% superiore) all'inizio dello studio avevano un rischio più alto di circa il 50% di sviluppare un declino cognitivo nel decennio successivo, rispetto al resto dei partecipanti. Questa differenza era presente anche dopo aggiustamenti per possibili fattori confondenti, come età, indice di massa corporea, pressione, diabete e presenza di altre condizioni cardiache.


Il declino cognitivo è un declino notabile e misurabile delle capacità cognitive, che includono memoria, linguaggio, pensiero e capacità di giudizio. È spesso uno dei primi segni di demenza, ma non tutti coloro che mostrano segni di declino cognitivo passeranno alla demenza.


Per il seguito, i ricercatori prevedono di usare le scansioni MRI per verificare se questi individui mostrano anche cambiamenti strutturali e funzionali all'interno del cervello che potrebbero spiegare i cambiamenti nella memoria e nel pensiero. Hanno anche intenzione di testare se la scansione migliora i 'punteggi di rischio' predittivi esistenti per la demenza.


Il dott. Scott Chiesa (Institute of Cardiovascular Science della UCL) ha dichiarato: "Questi risultati dimostrano il primo legame diretto tra l'impulso cardiaco trasmesso al cervello e le alterazioni future della funzione cognitiva. È una causa potenzialmente percettibile di declino cognitivo negli adulti di mezza età, che può essere individuata con largo anticipo - prima di qualsiasi cambiamento evidente nella struttura o nella funzione del cervello".


La demenza vascolare è uno dei tipi più comuni di demenza, causata da un problema con la fornitura di sangue al cervello, che danneggia o uccide le cellule cerebrali. La ricerca suggerisce che controllo della pressione arteriosa e del colesterolo, dieta sana, esercizio fisico regolare e non fumare possono contribuire a prevenire la demenza.


Il professor Metin Avkiran, direttore medico associato della British Heart Foundation, ha dichiarato: "Il modo migliore per proteggersi è condurre uno stile di vita che mantenga sani i vasi sanguigni. Gli stessi fattori di rischio legati alla cardiopatia - come l'ipertensione e la mancanza di esercizio fisico - sono fortemente legati alla demenza. È davvero un caso di corpo sano e mente sana".

 

 

 


Fonte: Rowan Walker in University College London (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.