Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio: farmaco per ictus può anche prevenire l'Alzheimer

3K3A APC stroke drugIl farmaco 3K3A-APC (a destra) riduce di molto la quantità di amiloide-beta (verde) che si accumula nel cervello dei topi con sintomi di tipo Alzheimer, rispetto alla mancanza di trattamento (a sinistra). Fonte: Lazic et al., 2019Ricercatori della University of Southern California hanno scoperto che un farmaco attualmente in fase di sviluppo per il trattamento di pazienti colpiti da ictus potrebbe anche prevenire il morbo di Alzheimer (MA).


Lo studio, pubblicato dal 15 gennaio sul Journal of Experimental Medicine, mostra che la proteina geneticamente modificata 3K3A-APC protegge il cervello dei topi con sintomi simili al MA, riducendo l'accumulo di peptidi tossici e prevenendo la perdita di memoria.


Il 3K3A-APC è una versione geneticamente modificata di una proteina del sangue umano chiamata 'proteina C attivata', che riduce l'infiammazione e protegge sia i neuroni che le cellule che rivestono le pareti dei vasi sanguigni dalla morte e dalla degenerazione.


Il 3K3A-APC ha effetti benefici in vari topi modello di malattia, come le lesioni cerebrali traumatiche e la sclerosi multipla, ed è attualmente in fase di sviluppo per trattare l'ictus negli esseri umani, dove si è dimostrato sicuro, ben tollerato e capace di ridurre il sanguinamento intracerebrale.


"Per merito delle sue attività neuroprotettive, vasculoprotettive e antinfiammatorie in diversi modelli di disordini neurologici, abbiamo cercato di capire se il 3K3A-APC può proteggere il cervello anche dagli effetti tossici della tossina amiloide-beta in un topo modello di MA", ha detto Berislav V. Zlokovic, direttore dell'Istituto Neurogenetico Zilkha alla University of Southern California.


I peptidi di amiloide-beta tossici si accumulano nel cervello dei malati di MA, portando alla neurodegenerazione e alla riduzione del flusso di sangue all'interno del cervello. Zlokovic e colleghi hanno scoperto che il 3K3A-APC riduce significativamente l'accumulo di amiloide-beta nel cervello dei topi che di solito producono grandi quantità di peptide tossico.


Il trattamento con 3K3A-APC ha impedito a questi topi di perdere la memoria e ha contribuito a mantenere il normale flusso sanguigno cerebrale. Il farmaco ha anche soppresso l'infiammazione all'interno del cervello, un'altra caratteristica comune del MA.


Zlokovic e colleghi hanno scoperto che il 3K3A-APC protegge il cervello impedendo alle cellule nervose di produrre un enzima chiamato BACE1 necessario per produrre amiloide-beta. Diversi inibitori di BACE1 sono stati testati in studi clinici per il MA, ma il nuovo studio suggerisce che l'utilizzo di 3K3A-APC per bloccare la produzione di BACE1 potrebbe essere un approccio alternativo, in particolare nelle prime fasi della malattia quando l'amiloide-beta deve ancora accumularsi a livelli capaci di danneggiare permanentemente il cervello.


"I nostri dati attuali supportano l'idea che il 3K3A-APC possa essere considerato un'efficace terapia anti-amiloide-beta per lo stadio iniziale del MA negli esseri umani", afferma Zlokovic.

 

 

 


Fonte: Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Divna Lazic, Abhay P. Sagare, Angeliki M. Nikolakopoulou, John H. Griffin, Robert Vassar, Berislav V. Zlokovic. 3K3A-activated protein C blocks amyloidogenic BACE1 pathway and improves functional outcome in mice. JEM, 2019 DOI: 10.1084/jem.20181035

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.