Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il cervello delle donne appare tre anni più giovane di quello dei maschi

Il tempo usura in modo diverso il cervello delle donne e quello degli uomini. Mentre il cervello tende a ridursi con l'età, gli uomini diminuiscono più velocemente delle donne. Il metabolismo del cervello rallenta quando le persone invecchiano e anche questo può differire tra uomini e donne.


Un nuovo studio eseguito alla Washington University di St. Louis ha rilevato che il cervello delle donne sembra essere, metabolicamente parlando, più giovane di circa tre anni degli uomini della stessa età cronologica. I risultati, disponibili dal 4 febbraio su Proceedings of the National Academy of Sciences, potrebbero dare un indizio sul perché le donne tendono a rimanere mentalmente acute più a lungo degli uomini.


"Stiamo iniziando appena ora a capire come vari fattori legati al sesso potrebbero influenzare la traiettoria dell'invecchiamento cerebrale e come ciò potrebbe influenzare la vulnerabilità del cervello alle malattie neurodegenerative", ha detto l'autore senior Manu Goyal MD, assistente professore di radiologia all'istituto di radiologia dell'università. "Il metabolismo del cervello potrebbe aiutarci a capire alcune delle differenze che vediamo tra uomini e donne mentre invecchiano".


Il cervello funziona con lo zucchero, ma il modo in cui lo usa cambia mentre le persone crescono e invecchiano. Neonati e bambini usano parte del loro combustibile cerebrale in un processo chiamato 'glicolisi aerobica' che sostiene lo sviluppo e la maturazione del cervello. Il resto dello zucchero viene bruciato per alimentare i compiti quotidiani di pensare e fare.


Anche negli adolescenti e nei giovani adulti, una parte considerevole dello zucchero cerebrale è dedicata alla glicolisi aerobica, ma la frazione cala costantemente con l'età, livellandosi a quantità molto basse nel momento in cui le persone hanno 60 anni.


Ma i ricercatori sapevano poco del modo in cui il metabolismo cerebrale differisce tra uomini e donne. Quindi Goyal con i colleghi, che comprendono Marcus Raichle MD (professore di Medicina e di radiologia) e Andrei Vlassenko MD/PhD (professore associato di radiologia), ha studiato 205 persone per capire come il loro cervello usa lo zucchero.


I partecipanti allo studio - 121 donne e 84 uomini, di età compresa tra 20 e 82 anni - sono stati sottoposti a scansioni PET per misurare il flusso di ossigeno e glucosio nel cervello. Per ogni persona, i ricercatori hanno determinato la frazione di zucchero impegnata nella glicolisi aerobica in varie regioni del cervello.


Hanno addestrato un algoritmo di apprendimento automatico a trovare una relazione tra età e metabolismo del cervello, alimentando i dati relativi al metabolismo cerebrale e all'età dell'uomo. Quindi, i ricercatori hanno inserito i dati del metabolismo cerebrale delle donne nell'algoritmo e hanno istruito il programma a calcolare l'età cerebrale di ciascuna donna dal suo metabolismo. L'algoritmo ha prodotto una età media del cervello di 3,8 anni più giovane rispetto all'età cronologica delle donne.


I ricercatori hanno anche eseguito l'analisi al contrario: hanno addestrato l'algoritmo sui dati delle donne e l'hanno applicato agli uomini. Questa volta, l'algoritmo ha riferito che il cervello degli uomini era di 2,4 anni più vecchio della loro età reale.


"La differenza media nell'età cerebrale calcolata tra uomini e donne è significativa e riproducibile, ma è solo una piccola parte della differenza tra due individui", ha detto Goyal. "È più forte di molte differenze di sesso che sono state segnalate, ma non è neanche lontanamente una differenza così grande quanto alcune differenze di sesso, come l'altezza".


La giovinezza relativa del cervello femminile era rilevabile anche tra le partecipanti più giovani, che avevano circa vent'anni.


"Non è che il cervello degli uomini invecchi più velocemente; iniziano l'età adulta con circa tre anni in più delle donne, e li mantengono per tutta la vita", ha detto Goyal, che è anche assistente professore di neurologia e di neuroscienze. "Quello che non sappiamo è cosa significa. Penso che questo potrebbe implicare che la ragione per cui le donne non sperimentano lo stesso declino cognitivo negli ultimi anni di vita è perché il loro cervello è effettivamente più giovane, e stiamo attualmente lavorando a uno studio per confermarlo".


Le donne più anziane tendono a ottenere risultati migliori dei coetanei maschi sui test di ragionamento, di memoria e di risoluzione dei problemi. Goyal, Raichle, Vlassenko e colleghi ora seguono una coorte di adulti nel tempo, per vedere se le persone con un cervello dall'apparenza più giovane hanno meno probabilità di sviluppare problemi cognitivi.

 

 

 


Fonte: Tamara Bhandari in Washington University St Louis (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Manu S. Goyal, Tyler M. Blazey, Yi Su, Lars E. Couture, Tony J. Durbin, Randall J. Bateman, Tammie L.-S. Benzinger, John C. Morris, Marcus E. Raichle and Andrei G. Vlassenko. Persistent metabolic youth in the aging female brain. Proceedings of the National Academy of Sciences. 4 Feb 2019. DOI: 10.1073/pnas.1815917116

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.