Ricercatori tedeschi dicono che un maggiore rilascio di ormoni dello stress porta a una creazione anomala di proteina tau fosforilata e alla perdita di memoria, nei topi [di laboratorio].
Osborne Almeida del Max Planck Institute of Psychiatry di Monaco e i suoi colleghi dell'Università di Minho a Braga in Portogallo, hanno detto che depositi di proteine nelle cellule nervose sono caratteristici dell'Alzheimer.
Secondo i ricercatori, un processo noto come iperfosforilazione provoca l'aggregazione in grumi della proteina nelle cellule e, di conseguenza, le cellule nervose muoiono, in particolare nell'ippocampo (parte del cervello che svolge un ruolo importante nell'apprendimento e nella memoria) così come nella corteccia prefrontale che regola le funzioni cognitive superiori.
I ricercatori hanno mostrato che lo stress, e gli ormoni rilasciati durante lo stress, possono accelerare lo sviluppo di una patologia biochimica e comportamentale di tipo Alzheimer. "I nostri risultati indicano che gli ormoni dello stress e lo stress possono causare alterazioni della proteina tau, come quelle che sorgono nell'Alzheimer", ha detto Almeida in un comunicato.
I risultati sono pubblicati nel Journal of Neuroscience.
Pubblicato in UPI.com il 27 maggio 2011 - Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.
Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti: |