Se sei preoccupato del morbo di Alzheimer (MA), la tua scommessa migliore per la prevenzione potrebbe essere mantenere la salute cardiovascolare, attraverso l'esercizio e la dieta, e rimanere al sicuro da condizioni come il diabete e l'ipertensione.
Questo perché i ricercatori della University of Southern California sospettano che i vasi sanguigni sani siano la chiave per la salute del cervello nella vecchiaia. Il loro lavoro mostra che i capillari danneggiati nel cervello - piuttosto che placche e grovigli di proteine anormali - possono porre le basi del MA, decenni prima che emergano problemi di memoria.
Questo lavoro - così come le ultime scoperte da dozzine di altri scienziati di MA dell'USC - è presentato all'International Conference 2019 all'Alzheimer's Association, in corso (dal 14 al 18 luglio) al Los Angeles Convention Center. Il MA è considerato una delle più grandi sfide per la salute del secolo, che colpisce circa 5,4 milioni di americani.
"Il fatto che, quando le persone hanno un deficit cognitivo di livello lieve, vediamo perdite dai vasi sanguigni indipendenti dalla tau e dall'amiloide, suggerisce che potrebbe essere un processo completamente separato o un processo molto precoce", ha detto Berislav Zlokovic, direttore dell'Istituto Neurogenetico Zilkha alla USC.
Capire la barriera emato-encefalica per prevenire l'Alzheimer
Nel cervello sano, le cellule che formano le pareti dei capillari aderiscono strettamente una all'altra per formare una barriera che impedisce alle cellule vaganti, ai patogeni, ai metalli e ad altre sostanze malsane di raggiungere il tessuto cerebrale.
Gli scienziati chiamano questo 'barriera emato-encefalica'. In alcuni cervelli che invecchiano, le cuciture tra le cellule si allentano, i vasi sanguigni diventano permeabili e i neuroni iniziano a morire. "Abbiamo anche capito che i periciti, un tipo di cellula della barriera emato-encefalica, non solo aiutano a spingere il sangue attraverso il cervello, ma secernono anche una sostanza che protegge i neuroni", ha detto Zlokovic.
Zlokovic lavora a stretto contatto con Arthur Toga, un leader mondiale nella mappatura della struttura e del funzionamento del cervello, che dirige il Mary e Mark Stevens Neuroimaging and Informatics Institute dell'USC, e che dice: "La scansione del cervello è parte integrante dello studio del MA. Nel visualizzare la barriera emato-encefalica nelle persone, possiamo effettivamente vedere e misurare i cambiamenti per cui la barriera si rompe. Siamo riusciti a correlare maggiori fuoriuscite con un aumento del declino cognitivo".
Inoltre, la scansione cerebrale permette a Toga di rilevare i cambiamenti, potenzialmente indicativi di malattia, negli spazi attorno ai vasi sanguigni nel cervello. Conosciuti come 'spazi perivascolari', aiutano a drenare i liquidi e i rifiuti metabolici dal cervello.
Ulteriori ricerche USC nei cervelli sani
Altri scienziati dell'USC stanno lavorando all'intersezione tra vasi sanguigni e salute del cervello, tra cui Diana Younan, una ricercatrice senior nel dipartimento di medicina preventiva. Lei studia il legame tra inquinamento atmosferico e demenza. L'esatto meccanismo non è compreso del tutto; ad esempio, l'inquinamento delle particelle fini penetra nella barriera emato-encefalica e si infiltra nel tessuto cerebrale? È l'inquinamento che scatena l'infiammazione?
Nella sua recente ricerca, la Younan ha esaminato questa associazione e ha esplorato gli effetti protettivi di livelli più alti di istruzione, attività fisica e lavoro stimolante, tutti fattori che contribuiscono alla 'riserva cognitiva' o resilienza nella funzione del cervello. Quando lei e i suoi colleghi hanno studiato persone esposte all'inquinamento da particelle fini, hanno scoperto che livelli più elevati di riserva cognitiva sembravano proteggere dalla demenza.
"Qui a Los Angeles [ndt: ma anche qui nella pianura padana], non puoi davvero evitare l'inquinamento atmosferico", ha detto la Younan. "Quindi, se le persone sono coinvolte in attività di stimolazione mentale, potrebbero diminuire il rischio di problemi di memoria in seguito".
Daniel Nation, assistente professore di psicologia dell'USC, ha scoperto che i pazienti con diabete non trattato sviluppano segni di MA 1,6 volte più velocemente delle persone che non hanno il diabete. Una teoria è che il trattamento del diabete può mantenere sani i vasi sanguigni del cervello, allontanando la demenza:
"È chiaro che le medicine per il trattamento del diabete fanno la differenza nella progressione della demenza", ha detto Nation. "Ma non è chiaro come quei farmaci rallentano o impediscono l'insorgenza del MA, quindi è qualcosa su cui dobbiamo indagare".
Fonte: Leigh Hopper in University of Southern California (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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