Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un ARB al giorno toglie la demenza di torno?

I farmaci antiipertensivi differiscono riguardo al rallentamento del declino cognitivo correlato all'età? Questo è oggetto di un ampio dibattito [rif. 1,2,3,4,5,6].


I 'bloccanti del recettore II dell'angiotensina' (ARB, angiotensin receptor II blockers) e gli 'inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina' (ACEI, angiotensin-converting enzyme inhibitors) sono due di questi farmaci usati di solito per trattare i pazienti con ipertensione. Visto che sono arrivati sul mercato gli ARB generici, molti fornitori e pazienti si rivolgono agli ARB rispetto agli ACEI a causa della loro efficacia simile e di una migliore tollerabilità.


Le prove che suggeriscono che gli ARB hanno altri vantaggi rispetto agli ACEI potrebbero davvero rovesciare la situazione a favore degli ARB. Da notare che i ricercatori hanno ipotizzato che gli ARB potrebbero svolgere un ruolo nel ridurre il declino cognitivo a seguito di cambiamenti vascolari sia nell'ipertensione che nella demenza [1]. Studi osservazionali e studi clinici prospettici hanno studiato questo potenziale beneficio neuroprotettivo e hanno riscontrato lievi miglioramenti nella funzione cognitiva con ARB rispetto ad altri farmaci antiipertensivi [2,3,4,5,6,7,8,9].

 

 

Istantanea di studi selezionati

Li e colleghi [3] hanno valutato l'incidenza della demenza e il tasso di progressione della malattia tra i pazienti ipertesi over-65 (n = 819.491) che assumevano ARB, lisinopril o altri comparatori cardiovascolari (ad esempio beta-bloccanti e bloccanti dei canali del calcio). I pazienti sono stati seguiti per un periodo di 4 anni, con risultati aggiustati per età, diabete, ictus e malattie cardiovascolari.

Nei pazienti senza una diagnosi preventiva di morbo di Alzheimer (MA) o demenza, l'uso di ARB era associato a un rischio inferiore del 19% di sviluppare il MA o la demenza rispetto al lisinopril; rispetto ad altri antiipertensivi, il rischio era inferiore del 16% per il MA e del 24% inferiore per la demenza. Inoltre, l'uso di ARB era associato a un rischio significativamente più basso di ricoveri e di morte nelle case di cura rispetto al lisinopril e ad altri farmaci antiipertensivi.


Goh e colleghi [4] hanno confrontato il rischio di demenza tra i pazienti (n = 426.089) sottoposti a terapia con ACEI o ARB. Quasi tutti i pazienti erano in cura per l'ipertensione e circa il 75% aveva più di 55 anni e non aveva il diabete. Rispetto agli ACEI, l'uso di un ARB è stato associato a una riduzione dell'8% del rischio di demenza nell'analisi corretta. L'impatto dell'esposizione all'ARB sulle diagnosi di demenza è stato più evidente nel primo anno, poiché il loro uso è stato associato a un rischio inferiore del 40% di demenza rispetto agli ACEI durante questo periodo di tempo. Tuttavia, non sono stati osservati benefici neuroprotettivi a lungo termine oltre i 3 anni di terapia.


Più di recente, Ho e colleghi [5] hanno esaminato se l'uso di ARB fosse associato a una migliore conservazione della memoria rispetto all'uso di altri farmaci antiipertensivi. Sono stati inclusi un totale di 1.626 adulti senza demenza di età compresa tra 55 e 91 anni. I ricercatori hanno valutato i dati di tre gruppi: pazienti ipertesi trattati con ARB, pazienti ipertesi trattati con altri antiipertensivi e pazienti senza ipertensione. In generale, sui 3 anni dello studio, i pazienti ipertesi nel gruppo non-ARB hanno avuto esiti cognitivi peggiori rispetto sia ai pazienti normotesi che ai pazienti ipertesi trattati con ARB, mentre i pazienti ipertesi trattati con ARB hanno avuto miglioramenti simili nella memoria a breve e a lungo termine rispetto ai pazienti normotesi.


Inoltre, i pazienti che utilizzavano ARB che attraversano la barriera emato-encefalica (BBB) ​​(cioè valsartan, telmisartan e candesartan) sono stati confrontati con quelli che utilizzavano ARB che non attraversano la BBB. Gli utenti degli ARB che attraversano BBB hanno migliorato i risultati relativi alla memoria a lungo termine e un volume minore di iperintensità della sostanza bianca. I ricercatori hanno concluso che gli ARB, in particolare gli ARB che attraversano la BBB come valsartan, telmisartan e candesartan, sono probabilmente associati a una maggiore conservazione della memoria e a un minor volume di sostanza bianca rispetto ad altri farmaci antiipertensivi.

 

 

Meccanismo neuroprotettivo potenziale

Per spiegare ulteriormente il potenziale meccanismo neuroprotettivo, ricordiamo che il sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS, renin-angiotensin-aldosterone system) ha effetti sulla fisiopatologia della demenza attraverso altri meccanismi al di fuori degli effetti sul flusso sanguigno cerebrale e sulla resistenza vascolare.


Questi meccanismi includono la fosforilazione della tau, il metabolismo dell'amiloide e lo stress ossidativo. Inoltre, l'angiotensina II blocca il rilascio di acetilcolina nei neuroni colinergici, aumentando l'effetto neurodegenerativo riscontrato nel MA [2]. Questi meccanismi aggiuntivi aiutano a spiegare perché il blocco del RAAS è superiore al solo controllo della pressione arteriosa per migliorare i risultati correlati alla cognizione.


Inoltre, esistono due tipi di recettori dell'angiotensina II nell'uomo. Gli ARB bloccano solo l'attività del recettore dannoso dell'angiotensina II di tipo 1 (AT1), mentre gli ACEI riducono l'attività del recettore sia sul recettore AT1 dannoso sia sul recettore AT2 benefico. Pertanto, alcuni hanno suggerito che gli ARB forniscono un effetto neuroprotettivo per la memoria, mentre gli ACEI possono avere neurotossicità paradossa.


Inoltre, uno studio clinico sta reclutando attivamente pazienti di età compresa tra 65 e 80 anni con una storia familiare di demenza per valutare gli effetti dell'esercizio aerobico e del trattamento farmacologico (cioè losartan, amlodipina, atorvastatina) sul rischio di MA. Si spera che questi risultati aiuteranno a chiarire ulteriormente il beneficio degli ARB nella conservazione della memoria e nella prevenzione della demenza.


Diversi studi mostrano una correlazione statistica tra conservazione della memoria e l'uso di ARB nei pazienti con ipertensione. E sebbene nessuno studio prospettico, randomizzato e controllato su larga scala abbia definito l'entità del declino cognitivo (o la sua conservazione) con ARB rispetto ad altri farmaci antiipertensivi, sembra prudente iniziare i pazienti con ipertensione o diabete e una forte storia familiare di demenza alla terapia con ARB invece di ACEI o altri farmaci antiipertensivi.


Sfortunatamente, i richiami diffusi di ARB popolari contaminati dal potenziale acido cancerogeno N-metilnitrosobutirrico hanno limitato il numero di ARB disponibili per i pazienti che iniziano o passano a questa classe. Se questo problema sarà risolto, sembra probabile che la popolarità degli ARB sugli ACEI continuerà a crescere. Tuttavia, qualsiasi terapia deve essere personalizzata e mitigata da altre convincenti considerazioni sullo stato di malattia concomitante.

 

 

 


Fonte: Darrell Hulisz PharmD e Darren J. Hein PharmD in Medscape (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Kehoe PG, Wilcock GK. Is inhibition of the renin-angiotensin system a new treatment option for Alzheimer's disease? Lancet Neurol. 2007;6:373-378.
  2. Kuan YC, Huang KW, Yen DJ, Hu CJ, Lin CL, Kao CH. Angiotensin-converting enzyme inhibitors and angiotensin II receptor blockers reduced dementia risk in patients with diabetes mellitus and hypertension. Int J Cardiol. 2016;220:462-466.
  3. Li NC, Lee A, Whitmer RA, et al. Use of angiotensin receptor blockers and risk of dementia in a predominantly male population: prospective cohort analysis. BMJ. 2010;340:b5465.
  4. Goh KL, Bhaskaran K, Minassian C, Evans SJ, Smeeth L, Douglas IJ. Angiotensin receptor blockers and risk of dementia: cohort study in UK Clinical Practice Research Datalink. Br J Clin Pharmacol. 2015;79:337-350.
  5. Ho JK, Nation DA; Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative. Memory is preserved in older adults taking AT1 receptor blockers. Alzheimers Res Ther. 2017;9:33.
  6. Chiu WC, Ho WC, Lin MH, et al; Health Data Analysis in Taiwan (hDATa) Research Group. Angiotensin receptor blockers reduce the risk of dementia. J Hypertens. 2014;32:938-947.
  7. Hajjar I, Hart M, Chen YL, et al. Effect of antihypertensive therapy on cognitive function in early executive cognitive impairment: a double-blind randomized clinical trial. Arch Intern Med. 2012;172:442-444.
  8. Anderson C, Teo K, Gao P, et al; ONTARGET and TRANSCEND Investigators. Renin-angiotensin system blockade and cognitive function in patients at high risk of cardiovascular disease: analysis of data from the ONTARGET and TRANSCEND studies. Lancet Neurol. 2011;10:43-53.
  9. Fogari R, Mugellini A, Zoppi A, et al. Effect of telmisartan/hydrochlorothiazide vs lisinopril/hydrochlorothiazide combination on ambulatory blood pressure and cognitive function in elderly hypertensive patients. J Hum Hypertens. 2006;20(3):177-85.
  10. Kehoe PG, Miners S, Love S. Angiotensins in Alzheimer's disease—friend or foe? Trends Neurosci. 2009;32:619-628.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.