Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'impatto dell'inquinamento atmosferico sulla salute mentale

L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che l'inquinamento dell'aria causa circa 3 milioni di morti premature ogni anno (Vigo et al 2016). Inquinamento atmosferico è un termine generico che coinvolge varie sostanze inquinanti che comprendono gas, composti metallici e organici e particolato (PM). La maggior parte delle conseguenze negative per la salute fisica e mentale dell'inquinamento atmosferico sono causate dagli effetti del PM sul corpo e sul cervello.


Il PM nell'atmosfera è causato sia da attività umane che da processi naturali. Le origini principali del PM includono la combustione di combustibili fossili (es.: scarico delle auto), processi industriali e operazioni agricole su larga scala. Le fonti naturali di PM includono la polvere portata dal vento e gli incendi.


L'esposizione a elevate concentrazioni di PM durante i periodi di inquinamento atmosferico elevato, che si verifica quando prevalgono determinate condizioni atmosferiche o nelle comunità situate vicino agli incendi, può aggravare le malattie polmonari e cardiache e aumentare i decessi e i ricoveri ospedalieri.


I bambini, gli anziani e le persone con malattie respiratorie e cardiovascolari sono particolarmente sensibili agli effetti negativi sulla salute dell'inquinamento atmosferico. Negli ultimi anni il riscaldamento globale ha portato ad aumenti drammatici nella frequenza, dimensione e gravità degli incendi in Australia, Stati Uniti occidentali, Siberia, bacino amazzonico e altre regioni del mondo.


Questo post è un breve riassunto dei risultati di ricerche che si accumulano sulle conseguenze per la salute mentale dell'esposizione al particolato atmosferico.

 

Effetti nocivi del PM sulla salute: possibili meccanismi di azione

Conosciamo bene gli effetti deleteri del PM da inquinamento industriale dell'aria, della grande agricoltura, degli scarichi auto e di altre fonti sui disturbi respiratori e cardiovascolari. Tuttavia, gli studi sul potenziale impatto sulla salute mentale dell'inquinamento dell'aria (anche del fumo degli incendi) sono in una fase iniziale. Sempre più evidenze da studi su animali e umani sostengono che il PM causa l'infiammazione del sistema nervoso centrale che, a sua volta, può aumentare il rischio di sviluppare umore depresso, disturbi d'ansia, disturbo bipolare e altri problemi di salute mentale (Barron et al. 2017).


Ci sono prove limitate che l'esposizione al PM (o altri inquinanti) possa influenzare negativamente lo sviluppo cognitivo (per esempio quando l'esposizione avviene nella prima infanzia), diventare stress cronico, interferire con le normali prestazioni cognitive, e possibilmente aumentare il rischio di sviluppare schizofrenia e demenza.


Gli studi umani e animali hanno stabilito che l'esposizione al PM nell'aria provoca stress ossidativo con conseguente infiammazione nel cervello e nel corpo, ha effetti neurotossici diretti sulla diverse strutture del cervello, e interferisce con la normale produzione di cortisolo (il principale ormone dello stress del corpo) interrompendo l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene.


Gli effetti dell'inquinamento atmosferico sulle funzioni cerebrali possono essere mediati da complesse interrelazioni tra infiammazione, stress ossidativo e inattività fisica, obesità e mancanza di sonno. A seconda della storia medica e psichiatrica dell'individuo, la cronicità di esposizione e il tipo di esposizione, alcuni o tutti questi meccanismi possono avere un ruolo quando un individuo è esposto al PM nell'aria, con conseguente aumento del rischio di sviluppare umore depresso, ansia ed eventualmente altri disturbi neuropsichiatrici. Le conseguenze deleterie del PM sulla salute mentale possono essere più gravi quando l'esposizione avviene durante l'infanzia e l'adolescenza.

 

L'esposizione al PM può aumentare il rischio di disturbi psichiatrici specifici.

Una revisione sistematica e meta-analisi di studi in inglese pubblicati tra il 1974 e il 2017 ha trovato un'associazione statisticamente significativa tra l'esposizione a lungo termine al PM inferiore a 2,5 micron di diametro (PM<2,5) e il rischio di depressione; una possibile associazione tra esposizione a lungo termine al PM<2,5 e l'ansia; e una possibile associazione tra esposizione a breve termine al PM<10 e il rischio di suicidio (Braithwaite et al 2019). L'importanza di questi risultati è limitata dalle differenze nelle progettazioni degli studi.


Questi risultati sono simili in grandezza agli effetti deleteri dell'esposizione a lungo termine al PM<2,5 sulla salute generale. Ad esempio, è stato stabilito che l'esposizione a lungo termine al PM<2,5 è associata ad un aumento del 10% della mortalità per tutte le cause (Brook et al., 2010).


Gli autori hanno trovato un'associazione statisticamente significativa tra l'esposizione a breve termine al PM<10 e un aumento del rischio di suicidio, e le prove di un'associazione tra esposizione a breve termine al PM<2,5 o al PM<10 e visite al Pronto Soccorso legate alla depressione. Nessuna prova è stata trovata di un'associazione tra esposizione al PM e rischio di disturbo bipolare o schizofrenia.


Oltre ad aumentare il rischio di umore depresso e di altri problemi di salute mentale, l'esposizione all'inquinamento atmosferico può avere effetti negativi profondi sulle sensazioni soggettive di benessere. Gli autori di uno studio pubblicato di recente che ha analizzato oltre 210 milioni di ‘tweets’ nei social media ha riferito che gli individui esposti al PM<2.5 possono avere sentimenti generalmente più bassi di benessere (Zheng et al., 2019).

 

Implicazioni per ricerca e politica future

La relazione tra l'esposizione al PM e gli altri componenti dell'inquinamento atmosferico e l'aumento del rischio di umore depresso e altri problemi di salute mentale è probabilmente multifattoriale. Capiamo ancora poco i meccanismi sottostanti e la funzione che svolgono rispetto a diversi disturbi psichiatrici e possono variare tra i vari disturbi psichiatrici.


Sono necessari ulteriori studi tossicologici su animali e studi epidemiologici umani per chiarire le relazioni causali tra l'esposizione all'inquinamento atmosferico nel contesto dello status socio-economico e di altri fattori socioculturali e sanitari, e l'aumento del rischio di umore depresso e di altri disturbi psichiatrici.


Dal momento che le regioni del mondo meno sviluppate hanno spesso l'aria più inquinata, i risultati di cui sopra hanno importanti implicazioni politiche per i programmi che affrontano le preoccupazioni per la salute pubblica delle popolazioni meno abbienti. Tale disparità sanitarie richiedono politiche rivolte al miglioramento della qualità dell'aria (Gascon et al. 2015, Woodcock et al. 2009)..

 
L'impatto dell'inquinamento atmosferico, compreso il particolato fine (PM), sulla salute fisica e mentale è una diretta conseguenza del riscaldamento globale e possiamo aspettarci che peggiori con l'aumento del riscaldamento globale nei prossimi decenni. Gli incendi catastrofici che attualmente imperversano in Australia hanno portato ad una maggiore consapevolezza pubblica a livello globale delle enormi conseguenze per la salute pubblica di questo problema.

 

 

 


Fonte: James Lake MD, assistente professore di medicina dell'Università dell'Arizona.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.