Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperto nuovo meccanismo cellulare legato a invecchiamento e malattie croniche

Oxidative Stress in apples and cells

Un team internazionale di ricercatori ha scoperto di recente un meccanismo interno che può proteggere le cellule umane dal danno ossidativo. La scoperta potrebbe portare a progressi nella comprensione di molti problemi connessi con l'invecchiamento e con alcune malattie croniche.


Ed Schmidt, professore del Dipartimento di Microbiologia e Immunologia della Montana State University, ha lavorato sul progetto con gruppi di ricerca di Ungheria, Svezia e Giappone, e ha pubblicato le conclusioni sulla rivista Science Advances.


Il meccanismo, ha detto Schmidt, è uno strumento in precedenza sconosciuto che le cellule possono usare per impedire alle loro proteine ​​di essere danneggiate irreversibilmente da processi cellulari chiamati 'reazioni redox', che sono comuni e necessari, ma che, se sono in eccesso, possono causare danni gravi.


“Le reazioni redox sono tutte le reazioni in cui si trasferiscono  elettroni da una molecola all'altra”, ha detto Schmidt. “Quasi tutto quello che succede nelle nostre cellule, chimicamente ed energicamente, comporta il trasferimento di elettroni. Ma è fondamentale che questi siano tenuti in equilibrio. Le nostre cellule investono una quantità enorme di energia e di macchinari per mantenere corretto l'equilibrio redox“.


La scoperta fatta dal team di Schmidt riguarda gli atomi di zolfo, nell'ambito delle molecole proteiche all'interno delle cellule. Quando le cellule sono esposte a fattori esterni di stress (dal cibo assunto, ai prodotti chimici a cui sono esposte le cellule o a una qualsiasi delle altre fonti), quello stress ossidativo può danneggiare parti delle proteine.


In passato si pensava che le cellule non avessero alcun modo per invertire tale ossidazione, affidandosi invece alla produzione di nuove proteine ​​per sostituire quelle danneggiate. Tuttavia, ha detto Schmidt, sembra che le nostre cellule siano a volte in grado di proteggere se stesse aggiungendo un atomo extra di zolfo, oltre a quelli presenti in alcune molecole proteiche. Poi, quando la cellula è sottoposta a stress, solo quello zolfo in più è danneggiato e può quindi essere espulso dalla cellula, lasciando dietro una proteina intera e non danneggiata.


“Abbiamo il sospetto che una volta che l'esposizione inizia, per la cellula è troppo tardi attuare questo processo”, ha detto Schmidt. “Pensiamo che le cellule abbiano un sottoinsieme di proteine ​​già in questo stato, con atomi extra di zolfo, il che le rende probabilmente inattive, ma come riserva. Queste proteine ​​di riserva sono danneggiate, ma possono essere riparate e permettono alla cellula di iniziare il recupero per produrre nuove proteine”.


Un danno ossidativo estremo può causare mutazioni del DNA, ha detto Schmidt. Quando queste mutazioni si accumulano, ci sono alcune evidenze che puntano a un aumento del rischio di tumori, malattie infiammatorie, Parkinson, Alzheimer e diabete. Questa nuova scoperta potrebbe favorire progressi nella medicina, contribuendo a prevedere o addirittura a limitare tali problemi di salute, se le cellule umane possono usare questo meccanismo in modo più efficiente, ha detto Schmidt, aggiungendo che ci sono anche potenziali applicazioni per le procedure mediche, come i trapianti di organi.


“Durante i trapianti, l'organo attraversa un periodo in cui non ha alcun flusso di ossigeno o di sangue, ma una volta che è trapiantato, ottiene un flusso di sangue ossigenato che provoca uno scoppio di stress ossidativo”, ha detto Schmidt. “Ora che stiamo cominciando a capire questi meccanismi, forse possiamo fare qualcosa di più sofisticato per permettere alle cellule di un organo trapiantato di prepararsi e proteggersi”.


Il team di ricerca di Schmidt ha lavorato con altri quattro gruppi provenienti da tutto il mondo che hanno portato conoscenze su chimica biologica dello zolfo, biologia redox, biologia cellulare e segnalazione cellulare. I prossimi passi in questa ricerca, ha detto Schmidt, comprendono le indagini su come le cellule riescono precisamente ad aggiungere quelle molecole extra di zolfo e come è regolato questo processo.


“È possibile che capendo meglio questo sistema, possiamo fare progressi”, ha detto Schmidt. “Capire alcuni di questi meccanismi ci permette di elaborare nuove idee”.

 

 

 


Fonte: Reagan Colyer in Montana State University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: É. Dóka, T. Ida, M. Dagnell, Y. Abiko, N. C. Luong, N. Balog, T. Takata, B. Espinosa, A. Nishimura, Q. Cheng, Y. Funato, H. Miki, J. M. Fukuto, J. R. Prigge, E. E. Schmidt, E. S. J. Arnér, Y. Kumagai, T. Akaike, P. Nagy. Control of protein function through oxidation and reduction of persulfidated states. Science Advances, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.