Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il duplice declino dell'andatura e della memoria può predire la demenza

La demenza è associata prevalentemente con l'avanzare dell'età e perciò, visto che l'età media degli esseri umani sul pianeta Terra aumenta costantemente, il suo onere è destinato ad aumentare.


Attualmente, non esiste una cura; tuttavia, iniziare presto un trattamento è associato ad esiti migliori. A causa di questo, i ricercatori sono focalizzati sulla ricerca di modi per prevedere chi ha più probabilità di sviluppare la demenza.


Inoltre, alcuni fattori aumentano il rischio di demenza, compresa l'ipertensione e la sedentarietà. Capire quali gruppi tendono a sviluppare la demenza può aiutare gli scienziati e i medici ad identificare e gestire ulteriori fattori di rischio.

 

Duplice declino e demenza

Uno dei primi sintomi della demenza è la perdita di memoria; però molte persone sperimentano un declino cognitivo quando invecchiano, e questo non diventa necessariamente demenza. Di conseguenza, la perdita di memoria, di per sé, non è un modo affidabile per predire il rischio di demenza.


Alcuni studi hanno concluso che anche un ritmo inferiore di cammino, o una andatura più lenta, potrebbe prevedere il rischio di demenza. Tuttavia, nel complesso, sembra che l'entità dell'effetto sia piuttosto piccolo e quella velocità di andatura da sola non è una misura diagnostica utile.


Un altro studio ha concluso che gli individui la cui memoria e velocità di cammino declinano insieme hanno un rischio maggiore di demenza. Ma poiché questo studio ha esaminato un gruppo relativamente piccolo di individui, tutti ammessi a una clinica geriatrica, non era chiaro se i risultati si applicano alla popolazione generale.


Con questi risultati in mente, un gruppo di ricercatori si è proposto di capire se il declino della memoria e della velocità di cammino, nel loro insieme, potrebbero essere associati ad un aumento del rischio di demenza. Se la loro teoria fosse stata corretta, questo cosiddetto duplice declino potrebbe diventare un modo utile per predire chi ha il rischio maggiore.


I ricercatori hanno pubblicato i loro risultati su Geriatrics.

 

Nuova analisi

Per la loro indagine, i ricercatori hanno combinato i dati di sei studi su larga scala, che comprendevano il Mayo Clinic Study of Aging e lo Swedish National Study on Aging and Care in Kungsholmen Population Study. I partecipanti avevano tutti più di 60 anni e si sono sottoposti a test di memoria, e alla valutazione della loro velocità di cammino.


All'inizio dello studio, gli scienziati hanno escluso chiunque esibisse deficit cognitivo o demenza preesistente. Essi hanno inoltre escluso chiunque avesse un'andatura particolarmente lenta, inferiore a 0,6 metri al secondo. Dopo le esclusioni, sono rimasti 8.699 individui.


Gli autori hanno confrontato i partecipanti con duplice declino con coloro la cui velocità di cammino e memoria erano rimaste costanti, e li hanno definiti 'usual ager' (persone con invecchiamento normale).


In tutti i sei studi, gli autori hanno trovato che gli individui che hanno sperimentato il declino della memoria avevano un rischio da 2,2 a 4,6 volte maggiore di sviluppare demenza rispetto agli usual ager. Tra coloro che avevano solo un rallentamento dell'andatura, il rischio di demenza è aumentato da 2,1 a 3,6 volte, e questo effetto è stato statisticamente significativo solo in tre dei sei studi.


Quando gli scienziati hanno considerato gli individui che avevano un declino sia dell'andatura che della memoria, i risultati si sono definiti più chiaramente. I ricercatori scrivono: “I partecipanti con duplice declino avevano un rischio da 5,2 a 11,7 volte più alto di sviluppare demenza, rispetto agli usual ager”.


Questo effetto è rimasto significativo anche dopo il controllo per una serie di fattori, come le condizioni sanitarie già esistenti, la velocità di cammino al basale dei partecipanti e le prestazioni della memoria.

 

Altro lavoro da fare

Poiché il trattamento precoce della demenza migliora gli esiti, questi risultati sono importanti. Sia la velocità del cammino che la memoria sono facili da valutare, nessuna delle due misurazioni dipende dalla tecnologia ed entrambe sono a basso costo. Se ulteriori studi confermeranno questi risultati, sarebbe relativamente semplice aggiungere queste valutazioni ai controlli di routine.


Come scrivono gli autori, il duplice declino potrebbe essere “rilevato presto nei contesti clinici, con valutazioni di routine della velocità dell'andatura e un test di richiamo libero della memoria”.


Il lavoro futuro dovrebbe anche affrontare la questione del perché: quali meccanismi sono alla base del duplice declino? Gli autori ritengono che capire perché duplice declino e demenza sono collegati potrebbe portare a trattamenti futuri o a dei modi per prevenire lo sviluppo della demenza.


Essi sperano anche che ulteriori ricerche possano esaminare “particolari caratteristiche metaboliche, vascolari e di neuroscansione tipiche di questo gruppo specifico”.


Nel complesso, gli autori concludono che “Le persone anziane con duplice declino, della memoria e della velocità di cammino, dovrebbero ricevere ulteriore attenzione per affrontare i problemi che possono aumentare il rischio di demenza, compresa la valutazione dei fattori di rischio cardiovascolari e metabolici”.

 

 

 


Fonte: Tim Newman in Medical News Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Qu Tian, Susan Resnick, Michelle Mielke, Kristine Yaffe, Lenore Launer, Palmi Jonsson, Giulia Grande, Anna-Karin Welmer, Erika Laukka, Stefania Bandinelli, Antonio Cherubini, Caterina Rosano, Stephen Kritchevsky, Eleanor Simonsick, Stephanie Studenski, Luigi Ferrucci. Association of Dual Decline in Memory and Gait Speed With Risk for Dementia Among Adults Older Than 60 Years: A Multicohort Individual-Level Meta-analysis. JAMA Network Open, 21 Feb 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.