Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alzheimer: beta amiloide, Tau, e RCAN1

Lo stress cronico da lungo tempo è stato collegato alla neurodegenerazione. Ricercatori  della University of Southern California (USC), ora pensano di sapere il perché.

Lo studio, che ha enormi implicazioni per la comprensione e la cura dell'Alzheimer, è stato pubblicato nel numero di giugno del Journal of the Federation of American Societies for Experimental Biology.

Il co-autore Kelvin JA Davies, titolare della Cattedra James E. Birren alla Scuola di Gerontologia Davis della USC e professore di biologia molecolare e computazionale al College of Letters, Arts and Sciences Dornsife dell'USC, ha esaminato i cervelli di ratti che avevano sperimentato stress psicologici e ha trovato livelli elevati del gene RCAN1.

Davies e i suoi colleghi suggeriscono che lo stress cronico (fisico o mentale) causa la sovraespressione del RCAN1, che a sua volta porta alle malattie neurodegenerative. Per capire il concetto di sovraespressione, pensate a un gene come a un modello o stampo che produce proteine specifiche; se per esempio, sono prodotte 200 proteine RCAN1, mentre ne erano necessarie solo 100, gli scienziati descrivono questo come "sovraespressione" del gene RCAN1.

In una persona sana, il gene RCAN1 aiuta le cellule a far fronte allo stress. La sovrapproduzione, però, alla fine può danneggiare i neuroni, impedendo ai segnali del cervello di viaggiare, causando la malattia. La sovrapproduzione cronica di RCAN1 causa l'iperfosforilazione delle proteine tau nel cervello. Le proteine tau stabilizzano i microtubuli, che sono come ponteggi utilizzati per costruire i neuroni del cervello.

Precedenti ricerche hanno dimostrato che quando la proteina tau lega troppo fosfato (un processo chiamato iperfosforilazione), forma grovigli che impedisconoai segnali del cervello di viaggiare in modo efficace. "Si può immaginare che diventa appiccicosa e fa impalcature intricate", dice Davies. Questi grovigli neurofibrillari infine soffocano la vita fuori dei neuroni, uccidendo la funzionalità del cervello un piccolo pezzo alla volta, portando a quella che è esteriormente riconosciuta come malattia degenerativa del cervello.

Attualmente, ci sono due teorie circa la causa principale della neurodegenerazione nell'Alzheimer: una è la sovrapproduzione del peptide beta amiloide e l'altra è la iperfosforilazione della tau. La ricerca di Davies suggerisce che la sovraespressione del RCAN1 è collegata a entrambe e sembra unire le due teorie di neurodegenerazione: quella della beta amiloide e quella della tau. "Entrambe sono chiaramente importanti, e l'RCAN1 potrebbe essere il collegamento", dice Davies.

Si è dimostrato che l'RCAN1 è cronicamente sovra-espresso dalla nascita nel cervello dei pazienti con sindrome di Down. Questi pazienti sviluppano grovigli neurofibrillari e in genere iniziano a sperimentare l'insorgenza dell'Alzheimer a circa 40 anni. Il laboratorio di Davies ha anche mostrato un legame tra la produzione troppo scarsa di RCAN1 e la malattia di Huntington. "I nostri risultati suggeriscono che i livelli cellulari di proteine RCAN1 devono essere mantenuti entro una gamma abbastanza ristretta per evitare gravi disfunzioni", ha detto Davies.

"Con la pubblicazione di questa ipotesi, ci auguriamo di stimolare ulteriori ricerche sull'argoment ha detto. L'USC ha collaborato con gli scienziati della Monash University in Australia e con l'Istituto di Scienze Nucleari in Serbia su questo studio. L'articolo è basato su una ricerca che è stata finanziata dai National Institutes of Health e dalla CHDI Foundation Inc.

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.



Pubblicato in Alzheimer's Reading Room il 29 giugno 2011 - Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)