Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Analisi su larga scala collega proteine del metabolismo del glucosio nel cervello all'Alzheimer

brain glucose level

Con il più grande studio mai fatto sulle proteine legate al morbo di Alzheimer (MA), un team di ricercatori ha identificato proteine e processi biologici ​​specifici della malattia che potrebbero essere sviluppati sia in nuovi obiettivi di trattamento che in biomarcatori di fluido.


I risultati suggeriscono che gruppi di proteine ​​che regolano il metabolismo del glucosio, insieme a proteine ​legate a un ruolo protettivo degli astrociti e delle microglia - cellule di supporto del cervello - sono fortemente connessi con la patologia del MA e con il deterioramento cognitivo.


Lo studio, parte dell'Accelerating Medicines Partnership for Alzheimer’s Disease (AMP-AD), ha coinvolto la misurazione dei livelli e l'analisi degli schemi di espressione di più di 3.000 proteine ​​in un gran numero di campioni di cervello e di liquido cerebrospinale raccolti in più centri di ricerca negli Stati Uniti. Questa ricerca è stata finanziata dal National Institute on Aging (NIA) e pubblicata il 13 aprile su Nature Medicine.


“Questo è un esempio di come la piattaforma AMP-AD, collaborativa e di scienza aperta, sta creando una serie di scoperte di nuovi approcci per la diagnosi, il trattamento e la prevenzione del MA” ha detto Richard J. Hodes MD, direttore del NIA. “Questo studio esemplifica come la ricerca può essere accelerata quando più gruppi condividono i loro campioni biologici e le loro risorse di dati“.


Il team di ricerca, guidato da Erik Johnson MD/PhD, Nicholas Seyfried PhD e da Allan Levey MD/PhD, tutti della Emory University di Atlanta, ha analizzato i modelli di espressione proteici in più di 2.000 cervelli umani e quasi 400 campioni di liquido cerebrospinale sia di persone sane che di chi aveva il MA.


Gli autori della ricerca, che comprendevano Madhav Thambisetty MD/PhD, ricercatore e capo della Sezione Neuroscienza Clinica e Traslazionale nel Laboratorio di Neuroscienze comportamentali del NIA, hanno identificato i gruppi (o moduli) di proteine ​​che riflettono processi biologici nel cervello.


I ricercatori hanno poi analizzato come i moduli di proteine ​​si collegano a varie caratteristiche patologiche e cliniche del MA e ad altre patologie neurodegenerative. Hanno visto i cambiamenti nelle proteine ​​legate al metabolismo del glucosio e una risposta anti-infiammatoria nelle cellule gliali in campioni di cervello sia nelle persone con MA, così come nei campioni provenienti da individui con patologia cerebrale documentata che però erano cognitivamente normali. I ricercatori osservano che ciò suggerisce che, in risposta alla malattia, vengono attivati processi antinfiammatori destinati a proteggere le cellule nervose.


I ricercatori si sono anche proposti di riprodurre le scoperte nel liquido cerebrospinale. Il team ha scoperto che, proprio come con il tessuto cerebrale, le proteine ​​coinvolte nel modo in cui le cellule estraggono energia dal glucosio sono maggiori nel liquido spinale delle persone con MA. Molte di queste proteine ​​erano elevate anche nelle persone con MA preclinico, vale a dire individui con patologie cerebrali, ma senza sintomi di declino cognitivo.


È importante sottolineare che il metabolismo del glucosio / modulo di proteine ​​gliali era popolato con proteine ​​note per essere fattori di rischio genetico del MA, il che suggerisce che i processi biologici riflessi da queste famiglie di proteine ​​sono coinvolti nel processo di malattia vera e propria.


“Stiamo studiando da tempo i possibili legami tra le anomalie nel modo in cui il cervello metabolizza glucosio e i cambiamenti legati al MA”, ha detto Thambisetty. “L'ultima analisi suggerisce che queste proteine ​​possono anche essere potenzialmente biomarcatori del fluido per rilevare precocemente la presenza della malattia”.


In uno studio precedente, Thambisetty e colleghi, in collaborazione con i ricercatori della Emory, avevano trovato una connessione tra le anomalie nel modo in cui il cervello scompone il glucosio e la quantità di placche di amiloide e grovigli nel cervello, così come la comparsa dei sintomi, come i problemi di memoria.


“Questo grande studio proteomico comparativo punta a massicci cambiamenti in molti processi biologici nel MA e offre nuove informazioni sul ruolo del metabolismo energetico del cervello e della neuroinfiammazione nel processo della malattia”, ha detto Suzana Petanceska PhD, direttrice di programma al NIA, che sovrintende l'AMP-AD Target Discovery Program. “I dati e le analisi di questo studio sono già stati messi a disposizione della comunità di ricerca e possono essere una fonte ricca di nuovi obiettivi per il trattamento e la prevenzione del MA o servire come base per lo sviluppo di biomarcatori del fluido”.

 

 

 


Fonte: NIH/National Institute on Aging (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Erik Johnson, Eric Dammer, Duc Duong, Lingyan Ping, Maotian Zhou, Luming Yin, Lenora Higginbotham, Andrew Guajardo, Bartholomew White, Juan Troncoso, Madhav Thambisetty, Thomas Montine, Edward Lee, John Trojanowski, Thomas Beach, Eric Reiman, Vahram Haroutunian, Minghui Wang, Eric Schadt, Bin Zhang, Dennis Dickson, Nilüfer Ertekin-Taner, Todd Golde, Vladislav Petyuk, Philip De Jager, David Bennett, Thomas Wingo, Srikant Rangaraju, Ihab Hajjar, Joshua Shulman, James Lah, Allan Levey, Nicholas Seyfried. Large-scale proteomic analysis of Alzheimer’s disease brain and cerebrospinal fluid reveals early changes in energy metabolism associated with microglia and astrocyte activation. Nature Medicine, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.