Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Abilità di pensiero in mezza età lesa da pressione alta, diabete e fumo, ma non da ...

Puoi modificare i fattori di rischio che, secondo un nuovo studio, possono portare ai cali più decisi delle abilità di pensiero in mezza età. Allo stesso tempo però potrebbe sorprendervi conoscere i fattori di rischio che non sono stati associati con il declino cognitivo.


Kristine Yaffe MD, della University of California di San Francisco, prima autrice dello studio pubblicato il 15 Luglio 2020 su Neurology ®, ha detto:

“I fattori di rischio cardiovascolare, in particolare l'ipertensione e il diabete, diventano sempre più comuni nella mezza età. Abbiamo scoperto che questi due fattori di rischio, come pure il fumo, sono associati a una maggiore probabilità di declino cognitivo accelerato, anche su un lasso di tempo breve come 5 anni.

“In altre parole, le persone con questi fattori di rischio avevano una maggiore probabilità di avere un declino cognitivo più rapido di un gruppo di loro coetanei che non fumavano, né avevano pressione alta o diabete. È incoraggiante sapere che ci sono comportamenti che le persone possono modificare in mezza età per aiutare a prevenire i cali più ripidi del pensiero e della memoria man mano che invecchiano”.


Lo studio ha coinvolto 2.675 persone con un'età media di 50 anni che non avevano la demenza. I ricercatori hanno misurato i loro fattori di rischio cardiovascolare all'inizio dello studio: il 43% sono stati considerati obesi, il 31% aveva la pressione alta, il 15% fumava, l'11% aveva il diabete e il 9% aveva il colesterolo alto.


I partecipanti hanno eseguito test di pensiero e memoria all'inizio dello studio e 5 anni più tardi. Poi i ricercatori hanno stimato l'associazione dei 5 fattori di rischio cardiovascolare con il calo delle loro prestazioni sui test di pensiero e memoria, che non era ancora demenza ma era più veloce di quello visibile in un gruppo di adulti di età simile.


Il 5% dei partecipanti ha avuto un declino cognitivo accelerato nei 5 anni considerati:

  • il 7,5% di quelli con pressione alta, rispetto al 4,3% di chi ce l'aveva normale;
  • il 10,3% di quelli con diabete, rispetto al 4,7% di chi non l'aveva;
  • il 7.7% dei fumatori correnti, rispetto al 4,3% di chi non aveva mai fumato.


Dopo aver aggiustato i dati per età, razza, istruzione e altri fattori che possono influenzare il rischio di declino cognitivo, i ricercatori hanno scoperto che

  • i fumatori avevano una probabilità più alta del 65% di avere un declino cognitivo accelerato;
  • le persone con pressione alta una probabilità maggiore del 87% e,
  • quelli con diabete avevano una probabilità quasi tripla.


“Sorprendentemente, le persone che erano considerate obese e quelle con il colesterolo alto non hanno un rischio maggiore di declino cognitivo”, ha detto la Yaffe. “Altri studi hanno dimostrato un legame tra obesità e demenza, ma soprattutto negli anziani. Nel frattempo, gli studi che esaminano il colesterolo alto e la demenza hanno avuto risultati contrastanti, così la nostra ricerca aggiunge dati a quegli studi”.


Le persone che avevano uno o due dei fattori di rischio hanno avuto quasi il doppio delle probabilità di avere declino accelerato rispetto alle persone senza fattori di rischio. Quelle con tre o più dei fattori di rischio hanno avuto quasi il triplo delle probabilità di avere un declino più veloce rispetto a quelli senza fattori di rischio. 71 Persone su 1.381 (5,1%) con uno o due fattori di rischio e 53 su 594 (8,9%) con tre o più fattori di rischio, hanno avuto un declino più rapido, rispetto alle 19 su 700 (2,7%) senza fattori di rischio.


“La maggior parte degli sforzi di prevenzione della salute pubblica si concentrano solo sugli anziani, ma il nostro studio suggerisce la necessità di guardare le prestazioni cognitive di tutta la vita della persona”, ha detto la Yaffe. “Gli adulti di mezza età che hanno uno o più fattori di rischio cardiovascolare come il fumo, l'ipertensione e il diabete possono essere persone che dovremmo monitorare e istruire sulle scelte di stile di vita sane da attuare subito, prima della vecchiaia”.


La Yaffe ha detto che una limitazione dello studio è che i ricercatori non hanno potuto misurare ogni aspetto della capacità di pensiero dei partecipanti, ma hanno eseguito test sensibili per la memoria, la funzione esecutiva e la velocità di elaborazione.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kristine Yaffe, Amber Bahorik, Tina Hoang, Sarah Forrester, David Jacobs, Cora Lewis, Donald Lloyd-Jones, Stephen Sidney, Jared Reis. Cardiovascular Risk Factors and Accelerated Cognitive Decline in Midlife: the CARDIA Study. Neurology, 15 July 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)