Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Anziani che sentono il profumo delle rose hanno minore rischio di demenza

Gli anziani che riescono a identificare gli odori, come rose, trementina, diluenti e limoni, e hanno mantenuto i sensi di udito, vista e tatto, possono avere la metà del rischio di sviluppare la demenza rispetto ai loro coetanei con un declino sensoriale marcato.


In uno studio condotto alla University of California di San Francisco, dei ricercatori hanno monitorato quasi 1.800 partecipanti tra i 70 e gli 80 anni per un periodo di 10 anni, per vedere se il loro funzionamento sensoriale era correlato con lo sviluppo della demenza.


Al momento dell'iscrizione, tutti i partecipanti erano privi di demenza, ma 328 partecipanti (18%) hanno sviluppato la condizione nel corso dello studio. Tra coloro i cui livelli sensoriali si sono posizionati nella gamma media, 141 su 328 (19%) hanno sviluppato la demenza. Ciò a fronte degli 83 classificati nella gamma buona (12%) e 104 (275) nella gamma scadente.


Lo studio è pubblicato dal 20 luglio 2020 su Alzheimer’s and Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association. Ricerche precedenti si erano focalizzate sul legame tra demenza e singoli sensi, ma l'attenzione dei ricercatori dell'UCSF era sugli effetti additivi di molteplici deterioramenti nelle funzioni sensoriali, che secondo prove emergenti sono un indicatore più forte di declino della cognizione.


“I deterioramenti sensoriali potrebbero essere dovuti a sottostante neurodegenerazione o agli stessi processi di malattia che danneggiano la cognizione, come l'ictus”, ha detto la prima autrice Willa Brenowitz PhD, del Dipartimento di Psichiatria e Scienze Comportamentali dell'UCSF, e del Weill Institute for Neurosciences. “In alternativa, i deterioramenti sensoriali, in particolare dell'udito e della vista, possono accelerare il declino cognitivo, direttamente impattando sulla cognizione o indirettamente aumentando l'isolamento sociale, la scarsa mobilità e la salute mentale avversa”.


Anche se deterioramenti multipli erano fondamentali per il lavoro dei ricercatori, gli autori riconoscono che un senso acuto dell'odorato (olfatto) ha una associazione contro la demenza più forte del tatto, dell'udito o della vista. I partecipanti il ​​cui odorato è diminuito del 10% hanno avuto una probabilità di demenza maggiore del 19%, rispetto a un 1/3% di aumento del rischio per il declino corrispondente della vista, dell'udito e del tatto.


“Il bulbo olfattivo, che è cruciale per gli odori, è influenzato abbastanza presto nel corso della malattia”, ha detto la Brenowitz. “Si ritiene che l'odorato sia un indicatore di demenza pre-clinica, mentre l'udito e la vista possono avere più che un ruolo nella promozione della demenza”.

[...]


“Abbiamo scoperto che con il deterioramento del funzionamento multisensoriale, il rischio di declino cognitivo aumenta in un modo dose-risposta”, ha detto l'autrice senior Kristine Yaffe MD, dei dipartimenti di psichiatria e scienze comportamentali, epidemiologia e biostatistica, e neurologia della UCSF, nonché del San Francisco VA Health Care System. “Anche deterioramenti sensoriali lievi o moderati in più domini sono stati associati ad un aumento del rischio di demenza, indicando che le persone con funzione multisensoriale scadente sono una popolazione ad alto rischio che potrebbe essere puntata per un intervento prima dell'insorgenza della demenza”.


I 780 partecipanti con buona funzione multisensoriale avevano più probabilità di essere più sani rispetto ai 499 partecipanti con scarsa funzione multisensoriale, il che suggerisce che alcune abitudini di vita possono avere un ruolo nella riduzione dei rischi di demenza. Il primo gruppo aveva più probabilità di avere completato la scuola superiore (85% contro 72,1%), di avere meno diabete (16,9% contro 27,9%) e aveva leggermente meno probabilità di avere malattie cardiovascolari, pressione alta e ictus.

 

 

 


Fonte: Suzanne Leigh in University of California San Francisco (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Willa Brenowitz, Allison Kaup, Kristine Yaffe. ...

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.