Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


"Fiutare" l'Alzheimer

Donna profumo dei fiori

Ricercatori australiani dicono di essere a un passo dallo sviluppo di un semplice test che, attraverso l'odore, può aiutare a prevedere quali anziani svilupperanno un deficit cognitivo e l'Alzheimer.

Il lavoro è ancora molto preliminare, ma sembra che le persone che hanno perdite di memoria e altri segni di declino mentale che precedono l'Alzheimer potrebbero avere problemi a discriminare tra gli odori, secondo lo studio di Hamid R. Sohrabi, PhD, neuropsicologo dell'University Edith Cowan di Perth, in Australia.

William Thies, PhD, direttore medico e scientifico dell'Alzheimer Association, dice a WebMD che la ricerca animale e di laboratorio suggerisce che ci sia un'associazione tra il declino cognitivo e l'odore, ma che gli sforzi per sviluppare un test commerciale non sono riusciti fino ad oggi.

"Non è del tutto sorprendente che l'odorato si modifichi, dal momento che le placche amiloidi e i grovigli che si pensa siano la causa dell'Alzheimer si sviluppano nella stessa area del cervello che ospita il percorso olfattivo", dice.

Il bastoncino da annusare

Per determinare se il deficit cognitivo è associato ai problemi odorativi, Sohrabi e colleghi hanno studiato 308 persone di età compresa tra 46 e 86 anni senza problemi di memoria. A tutti è stato eseguito il test "Sniffin Stick" [bastoncino da annusare], in cui alla persona sono presentati tre bastoncini, due dei quali hanno lo stesso odore. La persona deve scegliere quello con l'odore diverso. Se si sceglie il bastoncino sbagliato, il test viene ripetuto con una concentrazione leggermente superiore dell'odore, per un massimo di 16 volte. Nel corso dei tre anni successivi, i 58 partecipanti hanno mostrato segni di declino cognitivo, determinati dal peggioramento dei punteggi su un semplice questionario chiamato CAMCOG che viene utilizzato per valutare la memoria e aiutare nella diagnosi dell'Alzheimer.

I risultati hanno mostrato che i partecipanti che hanno avuto più difficoltà a distinguere gli odori all'inizio dello studio, avevano maggiori probabilità di mostrare segni di declino mentale. L'analisi ha preso in considerazione altri fattori che possono influenzare la perdita di memoria, quali l'età, il sesso e l'istruzione. I risultati sono stati presentati nel corso della conferenza Internazionale 2011 dell'Alzheimer Association a Parigi questa settimana.

Sohrabi dice di sperare che il test possa essere raffinato e un giorno essere usato per rilevare l'Alzheimer precocemente, prima che i sintomi si sviluppino. "La strada da fare è ancora lunga", dice Thies. "Bisogna capire quale odore è migliore, va provato in centinaia di persone e convalidato e poi il test va standardizzato per avere gli stessi risultati da un luogo all'altro".

Altri test sono più avanti nello sviluppo in Australia: test che cercano i cambiamenti nel sangue e nel liquido cerebrospinale collegati alla quantità di placche associate all'Alzheimer nel cervello e un test sperimentale che cerca i cambiamenti negli occhi che possono precedere lo sviluppo dell'Alzheimer.

Questi risultati sono stati presentati a una conferenza medica. Essi devono essere considerati preliminari in quanto non hanno ancora subito il "peer review", in cui esperti esterni controllano i dati prima della pubblicazione in una rivista medica.

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.

 

 


Scritto da Charlene Laino, verificato da Laura J. Martin, MD, pubblicato su WebMd il 22 luglio 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)