Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Percorso LANDO può essere un obiettivo per il trattamento dell'Alzheimer

B amyloid red LANDO deficient left and LANDO sufficient rightPlacche di amiloide-beta (rosso) nel cervello, in caso di carenza di LANDO (sinistra) o con LANDO normale (destra).

Scienziati del St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis, nel Tennessee, hanno fatto un passo avanti nella comprensione di un trattamento potenziale del morbo di Alzheimer (MA). Il lavoro si concentra sulla 'endocitosi associata a LC3' (LANDO, LC3-associated endocytosis) e sul suo ruolo nella neuroinfiammazione. I risultati sono pubblicati online su Science Advances.


I ricercatori avevano scoperto in precedenza il percorso LANDO nelle cellule microgliali, le principali cellule immunitarie del cervello e del sistema nervoso centrale. Gli scienziati hanno scoperto che, quando vengono eliminati i geni richiesti per questo percorso, la progressione del MA accelera in un topo modello della malattia. I ricercatori hanno anche dimostrato che LANDO protegge dalla neuroinfiammazione, una delle caratteristiche del MA.


Continuando a indagare su LANDO, i ricercatori hanno identificato una nuova funzione della proteina ATG16L. Questa proteina è fondamentale per l'autofagia, il processo normale mediante il quale una cellula ricicla i suoi componenti durante i periodi di stress o di privazione di energia. Mentre ATG16L è importante per l'autofagia, può anche avere un ruolo nel LANDO. I ricercatori hanno riscontrato che, se si elimina una regione dell'ATG16L chiamata 'dominio WD', il Lando risulta inibito mentre l'autofagia continua.


“Abbiamo incontrato questo percorso nel contesto della ricerca sul tumore al cervello, ma ha importanti implicazioni per le malattie neuroinfiammatorie e neurodegenerative”, ha detto l'autore senior Douglas Green PhD, preside del Dipartimento di Immunologia al St. Jude. “Abbiamo dimostrato che la carenza di LANDO, combinata con l'invecchiamento, può portare al MA in un topo modello unico, e ci sono evidenze che suggeriscono che questo potrebbe succedere anche negli esseri umani”.

 

Un modello per la ricerca sul MA

La maggior parte dei topi modello usati nella ricerca sul MA si affidano ai cambiamenti genetici per ricreare la malattia. Per questo lavoro, i ricercatori hanno usato un nuovo modello, con una carenza specifica solo del dominio WD di ATG16L. Questo significa che il modello esegue l'autofagia normalmente, ma manca del percorso LANDO.


Quando i topi hanno 2 anni di età, mostrano sintomi e patologie che mimano il MA umano. Questo modello spontaneo di MA associato all'età è il primo creato cancellando un singolo dominio di proteine ​​(WD su ATG16L), non associato in precedenza al MA.


I ricercatori hanno anche analizzato campioni di tessuto umano di MA, osservando che l'espressione delle proteine ​​che regolano il LANDO, compresa l'ATG16L, ​​è diminuita di oltre il 50% nelle persone con MA. Questa scoperta mostra una correlazione nel modo in cui il deficit di LANDO, combinato con l'invecchiamento, può portare al MA nel topo modello e nell'uomo.

 

Emerge una strategia di trattamento

La riduzione della neuroinfiammazione è stata proposta come un modo potenziale per curare il MA. Per trattare il loro nuovo topo modello, i ricercatori hanno usato un composto che inibisce l'inflammasoma, un complesso di proteine ​​che attiva le reazioni immunitarie pro-infiammatorie.


Gli scienziati hanno puntato l'inflammasoma responsabile della neuroinfiammazione nelle persone con MA. I ricercatori hanno profilato il comportamento del modello e hanno trovato le prove di una migliore conoscenza e memoria, oltre a una diminuzione della neuroinfiammazione.


“Questo lavoro solidifica l'«endocitosi associata a LC3» come un percorso che impedisce l'infiammazione e la produzione di citochine infiammatorie nel sistema nervoso centrale”, ha detto il primo autore Bradlee Heckmann PhD, immunologo del St. Jude. “Mentre gran parte dei dati sul LANDO suggeriscono un ruolo significativo nelle malattie neuroinfiammatorie e  neurodegenerative, c'è una forte possibilità che possa anche essere puntato come terapia contro il cancro o per le malattie infettive che si basano su processi simili per sopravvivere”.

 

 

 


Fonte: St. Jude Children's Research Hospital (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Bradlee Heckmann, Brett Teubner, Emilio Boada-Romero, Bart Tummers, Clifford Guy, Patrick Fitzgerald, Ulrike Mayer, Simon Carding, Stanislav Zakharenko, Thomas Wileman, Douglas Green. Noncanonical function of an autophagy protein prevents spontaneous Alzheimer’s disease. Science Advances, 14 Aug 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)