Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Incendi boschivi, auto e centrali elettriche aggiunti all'elenco dei fattori di rischio dell'Alzheimer

Un nuovo studio guidato da ricercatori della University of California di San Francisco ha scoperto che negli anziani americani con deterioramento cognitivo, maggiore è l'inquinamento atmosferico nel loro quartiere, più alta è la probabilità di avere placche amiloidi, un segno distintivo del morbo di Alzheimer (MA).


Lo studio si aggiunge al corpo di evidenze che indicano che l'inquinamento da auto, fabbriche, centrali elettriche e incendi boschivi si unisce ai fattori di rischio assodati della demenza, come il fumo e il diabete.


Nello studio, apparso in JAMA Neurology il 20 novembre 2020, i ricercatori hanno esaminato le scansioni PET di oltre 18.000 anziani con età media di 75 anni. I partecipanti avevano la demenza o un lieve deterioramento cognitivo (MCI) e risiedevano nei codici postali di tutta la nazione. I ricercatori hanno scoperto che quelli delle aree più inquinate avevano una probabilità di mostrare placche amiloidi su una scansione PET più alta del 10% rispetto a quelli delle zone meno inquinate.


Se applicata alla popolazione USA, con circa 5,8 milioni di persone over-65 con MA, l'elevata esposizione alle particelle microscopiche nell'aria può essere implicata in decine di migliaia di casi.


"Questo studio fornisce ulteriori prove a una letteratura crescente e convergente, che va da modelli animali agli studi epidemiologici, che suggerisce che l'inquinamento atmosferico è un fattore di rischio significativo per il MA e la demenza", ha detto l'autore senior Gil Rabinovici MD, della UCSF e del UCSF Weill Institute for Neurosciences.


I 18.178 partecipanti erano stati reclutati per lo studio DEAS (Imaging Dementia – Evidence for Amyloid Scanning), che aveva iscritto i beneficiari Medicare la cui diagnosi di MCI o demenza era basata su una valutazione completa. Non tutti i partecipanti successivamente hanno avuto scansioni PET positive: il 40% non ha mostrato alcuna prova di placche sulla scansione, suggerendo diagnosi non-MA, come demenza frontotemporale o vascolare, che non sono associate alle placche amiloidi.


L'inquinamento atmosferico nel quartiere di ciascun partecipante è stato stimato con i dati dell'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente (EPA) che davano i valori dell'ozono a livello terra e del PM2.5, il particolato atmosferico che ha un diametro inferiore a 2,5 micrometri. I ricercatori hanno anche diviso le zone in quartili secondo la concentrazione di PM2.5. Hanno scoperto che la probabilità di una scansione PET positiva aumentava progressivamente con la crescita delle concentrazioni di inquinanti e prevedeva una differenza del 10% di probabilità tra le zone meno inquinate e la gran parte delle aree inquinate.


"L'esposizione quotidiana al PM2.5, anche a livelli che sarebbero considerati normali, potrebbe contribuire ad indurre una risposta infiammatoria cronica", ha detto il primo autore Leonardo Iaccarino PhD, delle stesse istituzioni. "Nel tempo, questo potrebbe influire sulla salute del cervello in diversi modi, compreso il contributo all'accumulo di placche amiloidi".


"Le concentrazioni complessive di PM2.5 non sarebbero considerate molto elevate perché abbiano un'associazione significativa con le placche amiloidi: erano le medie annuali di San Francisco durante il tempo dello studio", ha aggiunto Rabinovici. "Penso che sia molto appropriato che l'inquinamento atmosferico sia stato aggiunto ai fattori di rischio modificabili evidenziati dalla Commissione Lancet sulla demenza".


Quest'ultima affermazione si riferisce alla decisione di quest'anno della rivista di includere l'inquinamento atmosferico, insieme all'eccessiva assunzione di alcool e alle lesione cerebrali traumatiche, alla lista dei fattori di rischio.


Lo studio integra i precedenti studi su larga scala che legano l'inquinamento atmosferico alla demenza e al Parkinson e aggiunge nuove scoperte includendo una coorte con lieve decadimento cognitivo (un precursore frequente della demenza) e usando placche amiloidi come biomarcatore di malattia.


Altri studi hanno collegato l'inquinamento atmosferico agli effetti negativi sullo sviluppo cognitivo, comportamentale e psicomotorio dei bambini, compreso uno studio della UCSF-University di Washington che ha esaminato il suo impatto sul QI della prole delle donne in gravidanza.

 

 

 


Fonte: Suzanne Leigh in University of California - San Francisco (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Leonardo Iaccarino, Renaud La Joie, Orit Lesman-Segev, Eunice Lee, Lucy Hanna, Isabel Allen, Bruce Hillner, Barry Siegel, Rachel Whitmer, Maria Carrillo, Constantine Gatsonis, Gil Rabinovici. Association Between Ambient Air Pollution and Amyloid Positron Emission Tomography Positivity in Older Adults With Cognitive Impairment. JAMA Neurology, 30 Nov 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.